Gli imprenditori agricoli puntano i riflettori sulle aree SIC e ZPS

Gli imprenditori agricoli puntano i riflettori sulle aree SIC e ZPS PACHINO - Nuovo allarme sulle zone Sic e Zps. A puntare nuovamente i riflettori sull'individuazione di aree a protezione speciale e di interesse comunitario, sono stati alcuni imprenditori agricoli locali che hanno puntato il dito sull'atteggiamento, considerato di inerzia, che sarebbe stato tenuto dal comune di Pachino in ordine alla riperimetrazione dei luoghi da tutelare. La storia delle zone Sic individuate dalla regione Sicilia nei territori a sud della provincia di Siracusa, ha radici lontane. L'input pervenne dall'Unione europea che ingiunse agli Stati membri, negli anni scorsi, la protezione e la tutela del territorio, intendendo proteggere dallo sviluppo disordinato e disomogeneo, quelle zone non ancora antropizzate e modificate dall'azione dell'uomo. A seguito dell'invio, da parte del comune di Pachino, di alcune cartografie piuttosto vetuste e datate nel tempo, la Regione individuò sulla carta le aree da tutelare, facendo rientrare nei decreti di tutela, gran parte del territorio pachinese in realtà coltivato in serra o con magazzini di aziende agricole, aree edificate, e persino delle zone bonificate e ricadenti in aziende agricole a struttura industriale.

Dai documenti e dalle cartografie infatti, l'opera dell'uomo non si evinceva, e, almeno sulla carta, i luoghi apparivano ancora incontaminati dall'azione umana, e dunque da tutelare.
La casa municipale, unitamente ad alcune aziende agricole ed al consorzio di tutela Igp pomodoro di Pachino, proposero dei ricorsi al Tar, ottenendo la sospensione dell'efficacia dei decreti regionali.
È accaduto, però, che la Regione, dovendo dare risposte all'Unione europea, è tornata alla carica, questa volta chiedendo alla casa municipale di concordare le aree su cui imporre i vincoli.
Secondo alcuni imprenditori, tuttavia, il comune di Pachino sarebbe rimasto sordo all'invito della regione, omettendo di adottare quegli atti che Palermo richiedeva. Il rischio sarebbe quello di dare via libera agli assessorati palermitani, di imporre i vincoli a piacimento, essendo il comune rimasto sordo alla concertazione. La preoccupazione degli imprenditori sarebbe legata all'applicazione di vincoli troppo restrittivi che limiterebbero le innovazioni agricole imponendo una coltivazione tradizionale, incompatibile con la tipologia di agricoltura applicata, ed all'impossibilità di ricorrere al Tar visto che, questa volta, gli iter procedurali di concertazione sarebbero stati rispettati dalla regione. A tal proposito una diffida alla casa municipale sarebbe già stata protocollata.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 28-06-2011 - Categoria: Cronaca

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