Gli effetti della crisi idrica

Cosentino assetato, surriscaldato, indebolito dalla siccità. Il caldo stringe la provincia in una morsa insopportabile. La profezia degli esperti preannuncia un'estate a secco. Soprattutto qui da noi.

Ma attenzione: la grande sete della gente è, pure, una grande sete per animali e piante. Eurorincari da “grande sete” – La mancanza d'acqua ha avuto come puntuale conseguenza l'aumento dei prezzi di frutta e verdura. Rincari quasi impercettibili, almeno a prima vista, perchè praticati in eurocent. Difficile accorgersi, almeno a prima vista, quanto effettivamente pesano i trenta centesimi di aumento di un chilo di pomodorini per insalata, come sostiene la gente. Però, a conti fatti, si tratta di quasi seicento lire e, magari, al calar della sera, la differenza si sente.

La difesa dei fruttivendoli – I fruttivendoli minimizzano: «Da noi, i prezzi di frutta e verdura non sono variati. Sono gli stessi di un mese fa. Basta farvi un giro per la città e ve ne renderete conto». Sì, d'accordo, ma le massaie, però, si lamentano. Trovano che gli eurorincari da crisi idrica finiscono per pesare nell'economia domestica. «È aumentato tutto. Si tratta di ritocchi lievi, in alcuni casi centesimi di euro, in altri di decimi. Però, la borsa della spesa è più leggera a parità di uscite».

Previsioni negative – Il fatto è che le previsioni per le prossime settimane invitano a non stare allegri. Le piogge dei giorni scorsi non sono servite a salvare uva, pesche, pomodori e ortaggi. I terreni agricoli sono ormai devastati dalla siccità. E le reti idriche colabrodo perdono per strada almeno il 30–40 per cento (nella migliore delle ipotesi) della portata. Però, è chiaro: per adesso nessuna bacchetta magica può aggiustare tubature, inventare piogge, gonfiare fiumi. Se si comincia a lavorare subito, come il prefetto, i sindaci e i rappresentanti della Regione sembrano voler fare, per il prossimo anno avremo miglioramenti.

Ma è chiaro che fino a quando la gestione dell'acqua non diventerà un'industria, fino a quando non capiremo l'importanza dell'uso e la follia dell'abuso, vivremo sempre nell'emergenza.
Prezzi al consumo – Ricognizione tra i negozi di frutta e verdura della città, alla ricerca dei prezzi al dettaglio dei sempre più “preziosi” alimenti. Tra i banchetti degli esercizi commerciali del centro si trovano pomodori da 0.50 eurocent a 1 euro. Per i pomodorini tipo “Pachino”, invece, si arriva a 1,50 euro al chilo.

I fagiolini, invece, viaggiano sui 2,50 euro al chilo, mentre i cetrioli si attestano su 1,30 euro al chilo. E, ancora, un chilogrammo di cavolfiori costa 1,50 euro, una lattuga, 0,60. Le melanzane stazionano a 0.60, mentre le zucchine sono meno “care” e costano 0.30 al chilo. Quindi, la frutta. Un chilo di pesche varia, a seconda della qualità, tra 0,50 e 1,80 euro. Un chilo di uva, 2,60 euro. Speranze di ribassi – La parità euro-dollaro potrebbe far calare i prezzi.

I movimenti del mercato valutario internazionale ed il rafforzamento delle moneta unica nei confronti della valuta statunitense non sembrano interessare i consumatori, che analizzano i nuovi equilibri monetari alla luce di un solido pragmatismo e guardano ai riflessi che la nuova situazione potrà avere sul loro portafoglio, colpito da rincari ed arrotondamenti. La maggioranza delle persone che affolla i banchi dei fruttivendoli confessa di non seguire con particolare interesse lo stato di salute della nuova moneta unica, che per qualcuno sembra essere ancora un oggetto misterioso e per qualche altro un impiccio o una complicazione.

«Io con l'euro non ci capisco ancora niente – dice Rosa, una anziana massaia che ha appena acquistato un chilo di pesche e mezzo di fagiolini freschi –. Ho difficoltà a destreggiarmi ma una cosa l'ho capita: che adesso spendiamo molto di più. Se questa nuova situazione porterà dei miglioramenti, saremo tutti, sicuramente, più contenti». Problemi per gli allevamenti – Situazione difficile anche nel settore zootecnico. Numerosi sarebbero, infatti, i capi di bestiame, soprattutto dalle nostre parti, che non potranno essere abbeverati. Dunque, sono facilmente immaginabili drammatiche conseguenze. Le associazioni di categoria sono già sul sentiero di guerra.
Fonte: Gazzetta Del Sud On LIne il 23-07-2002 - Categoria: Attualità

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