Gli agricoltori divisi sullo sciopero generale

PACHINO - Potrebbe essere fissato il 10 il primo giorno di blocco totale della città deciso dagli agricoltori pachinesi che rivendicano i propri diritti di guadagno per il lavoro fatto, ad oggi negato da un mercato che penalizza il comparto agricolo, prima fonte di sostentamento per il comprensorio della Sicilia sud orientale. «Noi rivendichiamo solo la dignità -ha affermato Nino Iacono - dignità che ci vogliono togliere non mettendoci in condizione di iniziare la prossima campagna agraria. Vogliamo capire perché nei mercati qualcuno impone uno stop ai prodotti agricoli pachinesi individuando chi specula».

In città i consumi sono calati visibilmente a seguito dei minori affari nel comparto agricolo e con la semplice oculatezza le famiglie non riescono lo stesso ad arrivare a fine mese. L'intero settore crede sia opportuno iniziare azioni di protesta e di sensibilizzazione, ma se tutti sono d'accordo negli obiettivi, non altrettanta unità si riscontra nei metodi da utilizzare.
Il mondo agricolo rischia di presentarsi spaccato sul fronte delle rivendicazioni e le accuse di strumentalizzazione politica sono reciproche. Da un lato si accusa l'ex assessore Iacono di essersi messo a capo di un gruppo di agricoltori per scopi elettorali. Iacono ha replicato rivendicando il suo ruolo di produttore e non di politico e anzi ha accusato gli «altri» di essere strumentalizzati da chi non conosce le difficoltà del mondo agricolo. C'è inoltre chi non condivide un'azione di blocco totale della città, ma preferirebbe azioni di protesta dimostrative altrettanto forti ma che non paralizzino ulteriormente l'economia di Pachino.

C'è, infine, chi ritiene che il blocco generale siano fomentate da quei produttori che attualmente non hanno merce da piazzare nei mercati e le cui aziende andranno in produzione solo tra qualche mese per cui conviene loro invocare azioni forti ora nel tentativo di conquistare migliori posizioni di mercato domani. Ma chi ha il prodotto pronto teme perdite peggiori Insomma ci si preoccupa di aggiungere danno al danno e si vuole anche evitare di rafforzare ulteriormente le quote di importazione dei paesi stranieri cresciute in maniera consistente.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 05-03-2006 - Categoria: Cronaca

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