Gian Paolo Cugno, Salvatore e il problema dell’istruzione

Gian Paolo Cugno, Salvatore e il problema dell’istruzione Davanti a un’Aula A-1 gremita di studenti e curiosi, Gian Paolo Cugno, regista originario di Pachino, ha presentato la sua prima opera, “Salvatore questa è la vita”. Cugno ha parlato della sua concezione dell’educazione e dell’interpretazione che dà del cinema. Delusione per la mancata proiezione del film

“La società ci impone delle leggi, ma dovrebbero essere fatte apposta per ognuno noi. Se vogliamo interpretare il mio film come un messaggio, questo direbbe: le regole vanno applicate con grande umanità, tenendo conto dei problemi di ognuno di noi”. Gian Paolo Cugno ha voluto riassumere così il proprio film, “Salvatore questa è la vita”, di cui ha firmato la regia e la sceneggiatura, nella conferenza tenuta lunedì 16 Aprile nell’Ex Monastero dei Benedettini. Il film si occupa del problema dell’educazione, molto attuale in questo periodo in cui le pagine di cronaca parlano sempre più spesso di atti criminali compiuti da ragazzi. Salvatore è un ragazzino di dodici anni orfano di entrambi i genitori e costretto a lavorare per mantenere la nonna e la sorella più piccola. Il lavoro e le responsabilità da adulto non gli lasciano il tempo per andare a scuola. Il suo maestro prende a cuore la sua situazione e cerca di aiutarlo dandogli lezioni a domicilio.


La conferenza avrebbe dovuto essere preceduta dalla proiezione del film, ma ciò non è avvenuto a causa della mancanza del Dvd originale. Cugno si è scusato con il pubblico presente e con i moderatori dell’incontro, la professoressa Lombardo e i professori Bozzaro e Lizzio, promettendo di proiettarlo gratis in futuro, magari con la presenza degli attori protagonisti. Speriamo che non siano state solo parole dettate dalle circostanze. Dopo la proiezione di un trailer di 10 minuti, il regista ha risposto alle numerose domande che gli sono state fatte dai professori e dal pubblico presente in aula.

Ecco le risposte alle domande più interessanti:


Com’è nata la sceneggiatura del film?
Abbiamo preso spunto da una storia realmente accaduta. Salvatore è un bambino come ce ne sono tanti, costretti dalle circostanze della vita a diventare adulti in fretta. Non è cattivo, vorrebbe cambiare, ma la società non lo aiuta. Ricordo quando la mia ex-ragazza insegnava qui a Catania, alla scuola Caronda di San Cristoforo, in cui molti ragazzi vivono in famiglie disagiate. Una volta facemmo come il maestro

del film, andando sino a casa di uno studente per permettergli di sostenere un esame. Questo ragazzino aveva il padre ergastolano e la madre prostituta, e passava le giornate rubando motorini e saltando sopra i tetti delle case. Io credo che queste persone soffrono tantissimo, e hanno bisogno più di tutti di un aiuto. E’, infatti, quello che cercherà di fare il maestro con Salvatore


Perché hai scelto di ambientarlo qui in Sicilia?

Questa è una storia che poteva essere ambientata ovunque, casi come quello di Salvatore sono dappertutto. Ho scelto la Sicilia perché volevo raccontare una storia dei nostri tempi, ma con lo scenario di questa terra bellissima, che dà al film un tocco un po’ mitico.

Al tuo film hanno preso parte grandi attori come Giancarlo Giannini ed Enrico Lo Verso e non professionisti come il piccolo Alessandro Mallia. Come si fa a farli recitare assieme?
Come facevano i grandi registi del Neorealismo. Il trucco sta nel non farli recitare. Ognuno di noi potrebbe essere un attore solo interpretando se stesso. Ed è proprio questo che volevo. Prendiamo Mallia, il protagonista. E’ tale e quale Salvatore: vive all’aria aperta facendo il pescatore. Non recita, è se stesso e basta. La Disney, la casa che ha prodotto il film, aveva forti dubbi sulla scelta, preferiva un attore professionista. Ma io mi sono opposto, perché solo un ragazzo come lui poteva offrire le mille sfaccettature che caratterizzano il personaggio, rendendolo più realistico.


Cosa ne pensi di Youtube e la nuova moda di fare piccoli cortometraggi utilizzando i cellulari o piccole videocamere? Possono essere considerati una “palestra” per aspiranti registi?
Tutte le forme d’espressione sono importanti per l’umanità, ma fare un piccolo video con il cellulare non può essere confuso con il fare cinema.Fare cinema è una cosa molto difficile e quasi pazzesca. Per entrare in questo mondo bisogna fare come l’artigiano, che per imparare va in bottega a seguire i “maestri”. E’ importante anche dove si guarda il film. Non basta il salotto di casa nostra, c’è bisogno di una sala ben attrezzata. Il grande regista Stanley Kubrick, ad esempio, voleva che le sue opere venissero proiettate in locali adatti.

A chi è rivolto il film?
Per me un film non è mai rivolto a nessuno in particolare. Ci si rivolge a tutti, cercando sia di intrattenere il pubblico sia di fare un’opera d’autore. I grandi maestri, ad esempio Scorsese, sono un ottimo esempio di come si possono coniugare le due cose. Inoltre, la bravura del regista sta nel riuscire a non far percepire al pubblico qual è il lavoro di costruzione della fiction, facendolo immedesimare nel film, come se quello che si vede nello schermo fosse reale.

Il film sarà a noleggio a partire da giovedì (i più maligni hanno sostenuto che la mancata visione del film fosse dovuta proprio a questo motivo) e disponibile in Dvd dal primo Maggio. Inoltre, il film è stato inserito nel Giffoni Film Festival che si terrà ad Hollywood dal 23 al 29 Aprile.
Fonte: step1magazine.it il 20-04-2007 - Categoria: Cultura e spettacolo

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