Festeggiato Don Lucio Giazzon

PACHINO - Sono trascorsi cinquant'anni da quando padre Lucio Giazzon, parroco della chiesa Madonna di Pompei, ha professato la sua fede. Era infatti il 1953 quando a Castel D'Asolo prese i voti che lo consacrarono a Dio. Oggi, per la festa che la sua parrocchia gli ha tributato, egli traccia un bilancio sulla Chiesa, la società, la fede, ma anche sul periodo da lui trascorso a Pachino, al servizio della comunità parrocchiale che guida da quasi quindici anni. «Sotto certi aspetti la Chiesa non è cambiata -dice don Lucio.- Il Vangelo era un tempo ed è anche oggi sempre lo stesso, e resterà tale, ma con una differenza positiva, cioè che la Chiesa è più presente nel mondo rispetto a mezzo secolo fa, ed è sempre più lievito, fermento della società. A mutare è l'attenzione per la vita delle persone. Purtroppo non sempre la società recepisce i messaggi di Cristo. Non voglio esprimere giudizi di condanna, ma mi sembra che il progresso materiale spesso non vada di pari passo con quello spirituale. Spesso, infatti, l'usa e getta viene praticato non solo con le cose ma anche con le persone. In positivo però posso dire che quando c'è una fede vera essa è più autentica rispetto a quella di un tempo, forse più avvertita e più vissuta».
Padre Lucio non si ferma al generale, ma guarda anche alla "sua" Pachino, a come essa è cambiata a distanza di quindici anni e come è oggi. «A Pachino - dice sorridendo - seccati i tralci delle vigne è fiorito il pomodorino. L'unica cosa che corre più veloce del tempo è quell'orologio sul campanile della Chiesa Madre, la cui manutenzione spetta al Comune. In positivo però è cresciuta la presenza del volontariato, anche se però in questo campo molto rimane ancora da fare. Purtroppo però i costumi e la morale si sono come imbarbariti. Tutto è lecito, tutto si può fare e va fatto perché tutti lo fanno. Ma questa è un po' una situazione generale, e non riguarda solo Pachino». Uno sguardo Padre Lucio lo lancia anche alla situazione politica della città. «Ci vorrebbe più serietà - ammonisce - e più coerenza. Forse un po' più di intelligenza politica. Se si vola basso è probabilmente perché non si hanno buone ali. «Inoltre - aggiunge sornione - non sempre con le mani si lavora per il bene comune». Per festeggiare la ricorrenza è stata celebrata una messa di ringraziamento la cui omelia è stata tenuta da don Corrado Lorefice, vicerettore del seminario vescovile di Noto, che si è soffermato sul tema "ministero e servizio". Al termine della celebrazione si è tenuto un concerto a cura dell'associazione musicale "Vincenzo Rizza".

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 09-12-2003 - Categoria: Cronaca

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