Fatto a pezzi e bruciato in un forno

TORINO - Ucciso, fatto e pezzi e bruciato in un forno: è l'orribile fine di un muratore ventenne, Alessandro Collura, la cui famiglia è originaria di Pachino, i cui resti sono stati trovati ieri in una casa di una frazione di Carmagnola, a una trentina di chilometri dal capoluogo piemontese. I sospetti gravano sul padrone di casa, Loris Cometto, 34 anni, piastrellista, fuggito a bordo del suo ciclomotore prima che arrivassero carabinieri e parenti della vittima, ma che a distanza di qualche ora si è poi consegnato ai militari. L'uomo è stato interrogato nella notte da Luigi Riccomagno, procuratore di Alba e titolare dell'inchiesta. E' un giallo con un movente ancora poco chiaro, sul quale non si sbilanciano i carabinieri della compagnia di Moncalieri, titolari delle indagini, e la Procura di Alba (Cuneo) che le coordina, anche se ieri sera è affiorata l'ipotesi che il delitto sia maturato per un disaccordo su un affare di droga. Vittima e presunto omicida, che potrebbe avere avuto dei complici, avrebbero entrambi piccoli precedenti con la giustizia, il primo per droga, il secondo per un'estorsione.

«Tutte le piste sono possibili e al momento non c'è nessun presunto omicida e nessun ricercato», dicono i carabinieri, che hanno sentito numerosi testimoni, fra cui anche la moglie del piastrellista, Monica. Ma la giovane avrebbe un alibi di ferro.
Il cadavere è rimasto nel forno per ore, probabilmente tutta la notte, e la lunga combustione potrebbe avere provocato il distacco dei resti di braccia e gamba, anche se resta l'ipotesi che l'omicida abbia mutilato il corpo di Collura per farlo entrare completamente nel forno stesso. L'autopsia sarà eseguita, probabilmente oggi, all'ospedale di Alba. Un esame difficile per lo stato del cadavere, quasi completamente carbonizzato. Dai primi rilievi, tuttavia, pare che il muratore sia stato ucciso con un colpo alla testa, forse una badilata o un colpo di martello. Un omicidio volontario o una lite degenerata? Solo Cometto potrà chiarirlo, la moglie Monica non avrebbe dato invece informazioni utili a risolvere il caso.

Collura e Cometto si erano incontrati lunedì sera, a Carignano, a pochi chilometri da Carmagnola, dove la vittima era arrivata, sulla sua vecchia Y10, in compagnia di un amico, Mariano. Ma quest'ultimo, non vedendo tornare Alessandro dopo due ore si è stufato e ha dato l'allarme, facendo scattare le indagini. Ieri mattina la terribile scoperta nella casa della frazione Tuninetti, a quattro chilometri da Carmagnola. Il padre della vittima, Salvatore Collura, un operaio originario di Pachino (come la moglie, signora Pedone), con altri tre figli oltre a quello morto, due maschi e una femmina, si dispera: «Non riesco ad accettare che Alessandro sia stato ucciso con simile atrocità. Era un bravo ragazzo, lavorava come muratore nei dintorni di Torino, in autunno sarebbe diventato socio di suo fratello maggiore nel campo immobiliare. Invece - continua Salvatore Collura - me l'hanno ucciso e non so neanche perché. Non riesco proprio a pensare a un possibile movente. Quel Loris non lo conoscevo neppure, ma i miei figli non me hanno parlato bene». Per questo padre disperato il caso non sarebbe più un giallo. Ma la soluzione non c'è ancora.

B. T.
Fonte: LaSicilia.it il 02-07-2003 - Categoria: Cronaca

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