Exploring borders in open air

MARZAMEMI, Italy In times when hype so often prevails over substance, there is something both refreshing and encouraging about a small event in a small place that reaches out to a wide and variegated audience. This is the case of Cinema di Frontiera, the Borderline Film Festival that is taking place this week in Marzamemi, a tiny fishing village in the southeastern tip of Sicily.

"Our aim is to address the question of frontiers, borders of the mind as well as the land," explains the writer-director Nello Correale, who founded the festival five years ago. "Even our choice of venue is significant. Marzamemi is the southern extreme of Western Europe, which we perceive as something reliable, a known quantity. Yet it lies farther south than Tunis, and the name of the village derives from the Arabic: 'Marza' meaning 'port' and 'memi' signifying 'little.' Here our confines are the Mediterranean, which in centuries past was a liquid path of trade and cultural exchange rather than a barrier."

For five days (July 25 to 30), Marzamemi has become southern Europe's largest outdoor cinema. The principal auditorium is Piazza Regina Margherita, the main square, bordered by fishermen's dwellings and abutting the handsome Villa Dorata. Shaded by a huge fig tree, the villa's inner courtyard offers a further venue for a competition of short films and for a variety of encounters, including meetings with actors and directors and book presentations.

The curtain rises as the sun goes down. From 9 p.m. the warm evening air cushions the hush of an expectant audience, the whir of 35 mm film and soundtrack or live music. The competing feature films, with their borderline focus, are alternated with golden oldies, including a couple of rare silent movies for which ad-hoc groups provide a musical accompaniment.

On Monday evening, it was W.F. Murnau's "Taboo." Made in 1931, it is a fascinating exploration of the conflict of instinct and ritual when love contravenes the laws of society. The live music composed and played by the Ensemble Darshan subtly expanded on these themes.

The competing feature films are of the thought-provoking variety that win at film festivals but rarely get a look when it comes to commercial distribution. They come from a wide range of countries and represent remarkably varied social and economic conditions.

Since the film-lovers who flock to these evening events are of diverse provenance, including vacationers enjoying southeastern Sicily's coasts, history and gastronomy, Cinema di Frontiera manages to heighten awareness of films that would otherwise pass largely unobserved. The uniqueness of the occasion is heightened by the pleasantly informal participation of directors such as Francesco Saponaro and the actors Peppino Mazzotta and Luca Zingaretti, the inspector and commissioner in the popular TV series "Commissario Montalbano."

There was cause for introspection on Tuesday evening with the screening of "Saimir," a film directed by Francesco Munzi that deals with current compromises for future aspirations between a teenage Albanian immigrant in Italy and his people-trafficking father.

The film shown on Wednesday evening, "The Syrian Bride," a French, German and Israeli co-production directed by Eran Riklis, uses wit and discernment in its focus on the dilemmas facing a young woman from the Golan Heights with Druze affiliations who is destined to marry a Syrian television star she has never met.

This edition of Cinema di Frontiera is also providing audiences with a fascinating glimpse of life and cinematography in two countries that are distant for different reasons: South Korea, which is far away but to some extent familiar through its films, and Libya, which lies just across the water but is practically unknown.

"After years of regime films with a distinctly anticolonial bent, Libyan directors are now experimenting with quieter, more poetic films that should widen our perception of a country with whom we readily engage for trade," says Correale. "Barriers don't really benefit anyone."

By Kate Singleton International Herald Tribune
FRIDAY, JULY 29, 2005
Fonte: Herald Tribune il 19-08-2005 - Categoria: Cultura e spettacolo

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Il Politeama e le proiezioni in sala


Ho avuto il piacere di scambiare informazioni e commenti con il gestore del Politeama,l'ottimo e simpatico, signor Pippo Guarino.....
Dall'interlocuzione gioviale emerge una nuova verità sulla questione proiezioni al cinema Politeama, che pare dipendesse da una "delibera di Giunta provinciale" promessa, e mai fatta, dal Signor Marziano: per coprire le spese per la sala cinematografica del Politeama moderno.
Gli organizzatori del Festival del Cinema di Frontiera, si sono lamentati,vedi "San" Sebastiano Gesù, che "c'è un clima contrario al festival del Cinema di Frontiera a Pachino": se la poteva risparmiare questa inutile bugia alla Pinocchio o giufà nella versione siculo-araba. La verità vera è che ottenuti i finaziamenti, dalla Regione,Provincia e Comune, per pochi spiccioli, si sono inventati questa inutile "boutade" per meglio lucrare e dividere, quanto più possibile: fra i tre moschettieri...Tartagnan è stato fatto fuori con invidiabile destrezza.....
Il Festival del Cinema di Frontiera, è stato un flop, totale,poca gente,sala mezza piena o mezza vuota,come sempre dipende dai punti di vista, e come giustamente è stato detto da qualcuno, che di cinema se ne intende: "non si possono presentare opere come originali ed inedite quando alcuni films possono essere facilmente e tranquillamente comperati in dvd o videocassetta nel primo negozio che ti capita d'incontrare, on the road".

Saluti veritieri,Spiros
Montalbano (non) sono.....

Certo che l'amico Zingaretti quest'anno ha fatto la parte del sol-leone,argghhhh, al Festival del Cinema dei frontolieri e trampolieri riuniti.
La scena più bella è stata quando, nella serata di apertura, il famosissimo Commissario è stato lanciato letteralmente, dalle braccia dell'amico Vittorio Pacca, come un pacco,che per l'occasione indossava il suo abito da g-man amiricano! E con il suo aereo deltaplano mono-motore pirsonale che, al segnale convenuto, sganciava direttamente sulla Piazza Regina Margherita il famoso attore.
A quel punto, una volta atterrato praticamente sul telo da pompieri regalato al Sindaco in occasione dell'inaugurazione della posa della prima pietra, tombale, della costruenda stazione pachinese dei, ora puppittari, vigili del Cuoco: uno scrosciante applauso, che si sentiva da Malta, Pantelleria e Lampedusa: ha commossamente dato il benevenuto al Commissario Alban Mont del servizio M15 di sua maestà la Regina di quadri d'inghilterra.
E' stato a quel punto che la famosa giornalista, dell'Herald Tribune International, Kate Singleton, è stata, anche lei, catapultata da una speciale macchina ideata dal nostro carissimo Archimede(u sarausanu) che esperti e matematici,nonche fisici, delle maggiori università inglesi: stanno ricostruendo nei cantieri del consorzio Airbus a Londra.
Ma, per calcolo sbagliati, il suo atterraggio è avvenuto, si, nella stessa serata, ma la sua posizione è risultata leggermente errata: atterrando direttamente sull'isolotto dei Porri,o Puorri, dove,pare sia rimasta per diverse ore. Erano presenti le delegazioni dei Mao Mao, dei Pigmei e dei Vatussi,dei Drusi della valle della Beka,sei siriani del Golan e una delegazioni di maroniti, mentre la kate Singleton, prendendo coraggio, nuotava raggiungendo lo scoglio Jannuzzu. Nonostante le furiose e dolorose grida, ( help me help me ,aiutatemi por favore, aiuto) e varie telefonate ed sms alla redazione centrale dell'Herald Tribune: la Singleton,volutamente ignorata dalla redazione londinese,per fargli un gavettone mediterraneo, per perfetto errore di intervento exstraterritoriale, che ha suscitato proteste consolari e scambi epistolari di protesta fra vari paesi( congo,sudan,egitto,Ciad,algeria,Sri Lanka,Palestina,ecc: veniva tratta in salvo da un veliero a tre alberi pieno zeppo all'inverosimile di invitati che affluivano nottempo dalla Libia per partecipare,anche loro,al Festival del Cinema di Frontiera a Marzamemi. Intanto il Commissario, preso il microfono, voleva mandare a quel paese, che stà sulla collina, tutti compreso padre o Monsignor Colombo, della omonima parrocchia della santissima chiesa Madre, che alla fine è stato risparmiato! Perchè Don Gaetano è "palummu" di nome e di fatto, e si ni vulau, iuatu, no cielu ri lugliu. Pronto il Montalbano ha chiesto, però, l'intervento intercessorio e sostituitivo di Don Palacino,chiedendo espressamente di essere ospitato, per due settimane, nella sua splendida Oasi "ri San currauzzu beddu a mari".
Poi, messi d'accordo, hanno convenuto, per un suo prossimo intervento anche al Cortopalus di Capo Passero. Fatto l'affare e rilassatosi dello stress tremendo del volo e del relativo atterraggio(praticamente nessuno reggeva il telo,convinti che lo reggessero gli altri e siccome tutti hanno fatto lo stesso ragionamento, l'attore si è trovato a rimbalzare per diverse volte sul palco come na palla pazza): ha chiamato sul palco tutta la squadra del commissariato di Vigatà.
E' stato bello sentire dal vivo l'agente scelto e talafonista che gli passava in diretta una tilifonata dal signor quistore in questura o in prifittura,ora non se lo ricodda chiù. Come è stato bellissimo rivedere il vice-commissario, Mimmuzzu lo struzzo, che guardava con insistenza le scollature delle varie signore presenti alla manifestazione internazionale. Perplessi e pensierosi,i mariti, ma qualcuno era roso e rosso come un toro,scalpitavano ansanti e sbuffanti facendosi uscire il fumo della sigaretta dal naso come si faceva,per moda, fino agli anni 70.Mentre altri, alluccuti, si chiedevano, a mente salata, se l'attore stesse recitando o facendo sul serio.Il che rimane, comunque, un mistero...
Insomma,un vero successo di pubblico e di critica. Non c'è che dire! Marzamemi con l'assist,forse pregata a mprunu, della Kate Singleton, conferma l'alta considerazione sul Festival del cinema di Frontiera nel e sul mondo....Sopratutto per la felice deduzione etimologica del "Memi" francesizzato dalla giornalista inglese che fa sempre glamor e gossip fra coloro che,ignari si bevano la qualunque, non sanno che quella deduzione traduzione etimologica era in voga fra i piccoli bambini delle scuole elementari che si cimentavano sulla traduzione di Marzamemi(dalla Baia delle Tortore alla della Baia delle Colombe, di Mars al hammama): ma di quarant' anni fà....Carakateeee, ma chi c'ampicchi ai Sir della City?


Senza saluti,Spiros