Estradato o no? La Corte non sa: I giudici ignoravano che la Francia avesse liberato il comandante della Yohan

Che la giustizia italiana fosse lenta, anzi lentissima è cosa nota ai più. Anzichè preoccuparsi di separazione di carriera tra giudici e pubblici ministeri il governo e la maggioranza della casa delle libertà dovrebbe assicurare più risorse finanziarie e più mezzi alla giustizia per farla funzionare e per dare risposte concrete alle vittime di fatti delittuosi. L'ulteriore conferma di questo perverso meccanismo che blocca al massimo l'attività giudiziaria si è avuta ieri mattina, quando la Corte d'Assise (presidente, Romualdo Benanti; a latere, Giuseppe Artino Innaria) è entrata in aula per comunicare di non aver ancora ricevuto la copia della sentenza pronunciata dalla Corte d'Appello di Giusitizia di Orleans, in Francia, in merito alla richiesta di estradizione avanzata dalla Corte d'Appello di Catania e dal Ministero della Giustizia nei confronti del libanese Youssef El Hallal, 46 anni. Nonostante la decisione sulla richiesta di estradizione del comandante della motonave «Yohan», considerato assieme al pakistano-maltese Sheik Ahmed Turab, il principale artefice del naufragio avvenuto a diciannove miglia dalla costa di Portopalo che costò la vita a 283 cittadini asiatici, provenienti dall'India e dal Pakistan, sia stata rigettata lo scorso 20 dicembre, a tutt'oggi nè la Procura Generale della Corte d'Appello nè il Ministero della Giustizia si sono presi la briga di farsi inviare la copia del provvedimento adottato dalla giustizia francese. Eppure da queste colonne de «La Sicilia» è stata data comunicazione del rigetto della richiesta di estradizione e della conseguente liberazione del comandante El Hallal. E così si è arrivati all'udienza di ieri per registrare l'ennesimo nulla di fatto del processo a carico del comandante della motonave «Yohan» e del pakistano naturalizzato maltese Turab. L'avvocato Francesco Comi, per rassicurare i giudici siracusani sulla fondatezza della notizia pubblicata oltre un mese fa dal nostro giornale, ha esibito la copia del decreto emesso dalla Corte d'Appello di Giustizia d'Orleans di rigetto dell'estradizione perchè già in passato analoga istanza era stata accolta sempre per lo stesso tragico naufragio avvenuto nella notte della vigilia di Natale 1996.

Trattandosi di una copia la Corte non ha potuto fare altro che rinviare alla data dell'11 febbraio il processo, ma ha assunto l'impegno di attivare la propria cancelleria affinchè possa prendere contatti con la Procura Generale della Corte d'Appello di Catania ed eventualmente con gli uffici del Ministero della Giustizia per ottenere l'originale del decreto di rigetto della estradizione emanato dalla giustizia francese.
A quella nuova data è stato rinviato l'esame su tutte le richieste preliminari preannunciate dall'avvocato Francesco Comi, che è sempre più convinto di riuscire a convincere la Corte a dichiarare la propria incompetenza a giudicare i due imputati accusati di omicidio volontario come dolo eventuale e di fare trasferire il processo o a Reggio Calabria, dove la motonave «Yohan» attraccò nel mese di febbraio 1997, o a Sanremo, dove il suo assistito era stato rinchiuso in carcere dopo la prima estradizione dalla Francia. Peraltro, il difensore del comandante si dice fiducioso dell'accoglimento delle sue eccezioni perchè, anche quando non dovessero accolte dalla Corte le richieste sull'assegnazione del processo o a Reggio Calabria o a Sanremo, il naufragio si verificò in acque internazionali e di conseguenza si dovrà poi stabilire quale autorità giudiziaria dovrà essere competente a processare il suo assistito e il pakistano-maltese, difeso dall'avvocato Giuseppe Cristiano.

Pino Guastella
Fonte: LaSicilia.it il 30-01-2004 - Categoria: Cronaca

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