Enea fa causa al Comune

PACHINO - Cinquecento mila euro, circa un miliardo delle vecchie lire è la cifra chiesta dal Consorzio Enea e per esso dalla legale rappresentante Desideria Viola per il progetto “Marzamemi, un parco di archeologia industriale” legato ai Pit che è stato approvato e di cui è beneficiario il comune di Pachino. I fatti ebbero origine con l'amministrazione Adamo quando il comune e per esso l'amministrazione del tempo avvalendosi della collaborazione della società Enea, presentò dei progetti elaborati da alcuni professionisti pachinesi che aderivano a tale società. Successivamente, e segnatamente con l'amministrazione Barone, la casa municipale non si è avvalsa della cooperazione di tale società, trattando direttamente con i progettisti. Successivamente i progetti relativi al progetto Ecomuseo del Mediterraneo che prevedevano la valorizzazione di una struttura definita di archeologia industriale sono stati approvati e finanziati. Per altro nei giorni scorsi la Casa municipale ha persino firmato il contratto con la ditta aggiudicataria della gara che dovrebbe iniziare ben presto i lavori. Tutto ciò nonostante contro tale aggiudicazione un'impresa concorrente abbia fatto ricorso.

La società Enea però, per avere curato alcuni aspetti dei progetti, ha avanzato la richiesta in questione, instaurando con la casa municipale un arbitrato. Il comune di Pachino e per esso il commissario Carlo Turriciano per fare fronte a tale arbitrato ha investito della qualità di arbitro l'esperto legale del comune, l'avvocato Salvatore Bianca che nei compiti previsti nella convenzione firmata con il comune ha anche quelli di essere nominato arbitro senza alcun aggravio per il comune. Il collegio arbitrale che affronterà la questione sarà costituito anche da altri due arbitri, uno nominato dal consorzio Enea ed un terzo nominato d'intesa tra i due arbitri. La soluzione della vicenda dipenderà molto da ciò che prevede l'eventuale convenzione che l'amministrazione del tempo firmò con il consorzio Enea. Qualora infatti i progetti fossero di proprietà del consorzio il comune, avvalendosi di quei progetti, si è avvalso automaticamente della collaborazione dell'organo Enea e pertanto sarà costretto a pagare il salato conto, dato che non doveva avere rapporti diretti con i progettisti.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 12-05-2006 - Categoria: Cronaca

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