E ora i testimoni inchiodano lo scafista

PORTOPALO - Si sono rivelati più che fondati i sospetti delle forze dell'ordine che, appena qualche ora successiva allo sbarco avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì a Portopalo, avevano fermato e caricato all'interno della volante della polizia un uomo successivamente identificato come Sulayman Badie, classe 1977, originario del Gambia che ora è fortemente indiziato di avere favorito l'immigrazione clandestina ed essere lo scafista della piccola imbarcazione di appena cinque metri su cui erano stipati, ad oltre quaranta miglia da Malta, i 23 extracomunitari soccorsi dal motopeschereccio «Vincenzo Padre». L'uomo era stato separato dal gruppo di clandestini che invece era stato ricoverato nei locali della scuola elementare di Portopalo Barbara La Ciura dove hanno ricevuto le prime cure mediche.

Dall'interrogatorio dell'uomo ora si dovrà cercare di scoprire e saperne di più rispetto a quella che certamente è una organizzazione ben strutturata che organizza simili viaggi. In poco più di qualche mese infatti si tratta del sesto sbarco nelle coste della Sicilia sud orientale. I soccorritori dei 23 extracomunitari inoltre hanno riferito che gli immigrati, non appena saliti a bordo del peschereccio hanno pronunciato subito una parola: «Siracusa». È chiaro dunque che le coste aretusee fossero la loro meta predestinata. È importante inoltre capire da dove fossero partiti i ventitré immigrati. La barca di 5 metri recuperata aveva a bordo un motore di appena 40 cavalli, una stazza giudicata troppo piccola per affrontare un viaggio lungo. Gli extracomunitari comunque devono essere rimasti a lungo senza viveri, dato che, non appena soccorsi dall'equipaggio del Vincenzo Padre, la prima cosa che hanno fatto è stata bere e rifocillarsi.
Agli uomini di polizia e carabinieri che hanno condotto le indagini, spetterà poi accertare anche se non vi siano stati dei dispersi. Secondo alcune testimonianze raccolte dall'equipaggio del Vincenzo Padre, gli extracomunitari avrebbero raccontato a gesti, perché non padroni della lingua, che sarebbero partiti in 27. All'appello dunque mancherebbero quattro persone. Il capitano del motopeschereccio già venerdì ha reso negli uffici della Capitaneria di porto di Portopalo una dichiarazione di evento straordinario. Rischia per altro anche una multa per pesca oltre i limiti consentiti.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 09-07-2006 - Categoria: Cronaca

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