«Difendiamo le aziende»

PACHINO - Nuovo incontro per gli imprenditori agricoli pachinesi e per i cacciatori. Scopo della riunione è stato quello di passare alla fase operativa della elaborazione di strategie in grado di poter difendere i territori pachinesi da quello che viene definito un eccesso naturalistico. Il rischio concreto è che con l'istituzione delle nuove riserve naturali una fetta importante di terra che oggi ospita coltivazioni in serra debba essere ceduta dalle imprese poiché ricadente nella delimitazione delle aree protette. Il territorio pachinese vede a rischio quasi 2500 ettari di terreni coltivati che sono tra l'altro i più produttivi (nei pressi dei pantani). Nella sede dell'associazione nazionale libera caccia oltre che il rappresentante dell'Acma Pippo Germanotta di Messina e numerosi imprenditori agricoli, giovedì sera era presente anche il presidente del consorzio Igp Salvatore Dell'Arte. “Alcuni imprenditori, -ha affermato Dell'Arte- che non sono stati informati di nulla circa il futuro delle loro aziende, stanno già vedendosi respingere i progetti POR che hanno presentato in ambito agricolo. Se si sta attenti ci si accorge che tutti i progetti respinti puntavano a creare aziende nei terreni vicini ai pantani e cioè quelli che ricadranno in queste aree. Purtroppo, -ha continuato Dell'Arte- la questione viene a galla ora ma non possiamo dire che sia una novità assoluta. In molti sapevano ed hanno taciuto”.

L'ex sindaco Barone, paventando un danno del 50% delle risorse agricole ed economiche, propone di interessare, visto il momento politico relativo alle elezioni regionali, tutti i candidati alla regione in modo che prendano a cuore il problema. Per questo molto presto potrà essere organizzato un incontro per sensibilizzare e mettere a conoscenza del problema molti uomini politici. Per altro nelle settimane scorse l'on. Confalone ha già incontrato alcuni esponenti agricoli e delle associazioni venatorie proprio per affrontare questa situazione. Germanotta ha poi proposto lo strumento della mobilitazione come unico mezzo per fare pressione sugli organi politici ed in particolare sull'assessore regionale per convincerlo a non firmare i decreti che affidano agli enti gestori le aree di riserva in cui verranno annesse anche le zone denominate Zps di fatto equiparate alle riserve naturali. Valutata anche la possibilità di adire le vie legali per fare ricorso contro il provvedimento di istituzione delle riserve. Che la questione non fosse sconosciuta lo testimoniano alcuni atti. Nel 1992 il Comune presentò, anche se in maniera tardiva, un ricorso al Tar contro il decreto assessoriale 970/91 che istituiva le riserve, ed il consiglio comunale nel 1995 diede parere negativo alla richiesta da parte dell'assessorato di istituire un divieto di caccia nella zona A Pantani della Sicilia sud orientale, tutti atti propedeutici alle istituzioni delle riserve. Gli imprenditori agricoli interessati direttamente lamentano una irritualità delle procedure per non avere ricevuto alcuna comunicazione sulle decisioni prese dagli organi regionali oltre che l'utilizzo di parametri e cartografie obsolete che non tengono conto delle realtà esistenti. Inoltre le autorizzazioni concesse alla costruzione di una struttura alberghiera nei pressi di una delle zone lacustri in questione, potrebbe costituire un precedente su cui basarsi per avere delle deroghe ai vincoli tenendo conto degli insediamenti produttivi e dell'economia della zona.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 13-05-2006 - Categoria: Economia

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