Dal nostro inviato sul pianeta Marte

Marte non è più un pianeta ostile. Spirit, un robot americano che ha le dimensioni di una «smart car», si è posato indenne sulla sua superficie, in quello che sembra un lago vulcanico asciutto da milioni di anni, e ha cominciato a trasmettere spettacolari fotografie: prima in bianco e nero, poi a colori. Il suo compito è di cercare tracce di vita nel cratere di Gusev, grande come il Belgio. Nel centro di controllo della Nasa, a Pasadena in California, il direttore scientifico della missione Steve Squyres esulta: «Il robot è in una condizione ideale, la superficie su cui dovrà muoversi è molto più liscia di quanto ci saremmo aspettati, perfetta per l'esplorazione».

Gli scienziati hanno vissuto sei minuti all'inferno e tre ore nel limbo. Su Marte era pomeriggio inoltrato quando è cominciata la manovra più difficile nel viaggio di 483 milioni di chilometri percorsi con una velocità di 19 mila chilometri l'ora. In California erano le 20.30 di sabato, in Italia erano le 5,30 di ieri mattina. La corsa di Spirit è stata rallentata con una serie di razzi accesi da terra con un telecomando e con l'apertura di un paracadute. L'impatto è stato brusco ma dopo venti minuti un segnale ha confermato che il robot stava dispiegando i pannelli solari con cui riceve energia. Per calcolare la sua posizione occorreranno due o tre giorni.

Secondo la prima interpretazione dei dati sembra che sia rimbalzato all'altezza di un quarto piano per ripiombare a un chilometro di distanza. Intorno a Marte orbita dal 2001 il satellite artificiale Odyssey, programmato per captare le trasmissioni del robot e rilanciarle a terra. Dopo tre ore di attesa angosciosa, quando Odyssey è apparso all'orizzonte Spirit ha stabilito il collegamento si è comportato come un turista sul pianeta rosso: ha spedito una quantità di cartoline. In dodici minuti ha fatto in tempo a mandare a terra 80 immagini in bianco e nero, prima che Odyssey sparisse nuovamente dietro la faccia nascosta del pianeta.

A Pasadena uomini e donne della Nasa saltavano per la gioia. Il direttore generale Sean O'Keefe versava champagne. «Questa è la notte della rivincita», gridava. Due robot dell'agenzia spaziale americana sono andati perduti su Marte nel 1998 e nel 1999, ed è ancora in corso l'inchiesta sulla tragica fine del traghetto spaziale Columbia esploso l'anno scorso durante il rientro a terra. Le fotografie trasmesse da Spirit sono le prime scattate sulla superficie di Marte dopo la missione Pathfinder nel 1997. La qualità è molto migliore. Immagini in tre dimensioni, con una risoluzione tale da consentire la proiezione su uno schermo panoramico, mostrano una distesa di rocce levigate dal vento.

Il 24 gennaio, se tutto andrà bene, Spirit sarà raggiunto da un gemello di nome Opportunity. Ognuno dei due è costato 400 milioni di dollari ed è montato su sei ruote per esplorare ogni giorno una zona grande come quella percorsa in tre mesi nel 1997 dal robot della missione Pathfinder. Allora la Nasa aveva mandato su Marte una specie di automobilina giocattolo. Spirit e Opportunity sono dotati di otto telecamere digitali ciascuno, hanno trivelle, microscopi e strumenti per prelevare e analizzare campioni del suolo. Trasmetteranno dati a terra per almeno tre mesi. Se milioni di anni fa su Marte c'era acqua, come si ha ragione di credere, questa volta la prova non potrà mancare. Sarà la prima conferma che le condizioni per la vita sono esistite anche fuori dalla terra. La ricerca di eventuali tracce di microrganismi vissuti in epoche remote potrebbe richiedere almeno altri dieci anni.

Oltre a Odyssey, girano intorno a Marte altri due satelliti fabbricati dall'uomo: Mars Global Surveyor, lanciato dalla Nasa, e Mars Express dell'agenzia spaziale europea. I tentativi di esplorare la superficie del pianeta tuttavia sono in massima parte falliti. Venti su trenta veicoli spaziali che hanno tentato di posarsi nei crateri o di collocarsi in orbita sono andati perduti. Il satellite giapponese Nozomi è stato bersagliato da micidiali radiazioni solari nei quattro anni di viaggio e il mese scorso è arrivato in condizioni tali che i costruttori hanno rinunciato a correggere la traiettoria, lasciando che si smarrisse nello spazio. Il giorno di Natale dal satellite europeo Mars Express si è staccato Beagle 2, un congegno con le stesse funzioni di Spirit. Nessun segnale è giunto a terra. Se questo terribile silenzio continuasse, potrebbe segnare la fine dei tentativi dell'agenzia spaziale europea. La Nasa ha in programma di mandare altre sonde a intervalli di 26 mesi, cioè ogni volta che la terra e Marte saranno allineati nella danza intorno al sole. Il momento è favorevole: i due pianeti non si trovavano così vicini da 60 mila anni.

di Bruno Marolo
Fonte: L'unità On Line il 05-01-2004 - Categoria: Cronaca

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