Cpt, lo scandalo della Bossi-Fini

Interviste a Livia Turco e Agazio Loiero
da l'Unità del 1 luglio 2005
5 luglio 2005
L’11 luglio a Bari la protesta di 13 governatori per chiederne la chiusura. Ma a sinistra si discute: tenendo fermo il rispetto di diritti, legalità e convivenza civile

I CPT DELLE MILLE POLEMICHE
I diritti dei migranti negati e le espulsioni coatte alla frontiera, soprattutto nella terra del colonnello Gheddafi. “Chiudiamo i Cpt” e 13 governatori si riuniranno a Bari ‘11 luglio. Il ministro dell’Interno Pisanu quasi li minaccia: “I centri sono indispensabili, sanzioni penali a si oppone.” Ecco due pareri a confronto: Livia Turco, responsabile Welfare dei Ds, nonché madrina (insieme a Giorgio Napolitano) della legge del ’98 che istituì per la prima volta in Italia e Centri di permanenza temporanea. Dall’altra, la voce di Agazio Loiero (Margherita), presidente della Regione Calabria, uno dei primi governatori ad aderire all’iniziativa proposta da Nichi Vendola.
Intanto, non si ferma lo sbarco dei migranti sulle coste siciliane. Ieri sono arrivate 347 persone, tra il porto di Pozzallo (Ragusa) e la spiaggia di Portopalo di Capo Passero (Siracusa), tra loro 90 donne e 41 bambini.
Resta sempre al collasso il centro di prima accoglienza di Lampedusa: 500 migranti su una capienza di 190 posti. Oltre mille e cinquecento (1.510) gli immigrati sbarcati in Sicilia dal 24 al 29 giugno.

L’INTERVISTA A LIVIA TURCO
La responsabile Welfare dei Ds

“La destra li ha resi insostenibili. Ma dire “no” non basta”

di Maristella Iervasi /Roma

Il ministro Pisanu ha detto che è in atto da tempo una campagna furibonda contro i Cpt ad accosta la protesta dei governatori alle azioni dei terroristi. E lei Livia Turco, responsabile Welfare dei Ds, cosa ne pensa?
“Mi stupisce che un ministro pacato come Pisanu straparli. È grave che continui a fare della propaganda e presenti un bilancio fallimentare sul governo dell’immigrazione. Io voglio stare ai patti: al primo punto la gestione dei Cpt.”

Cioè, un ripensamento?
“È inutile che Pisanu se la prenda con i governatori. È la sua gestione che li rende ormai strutture insostenibili. Lì dentro sono concentrate tre cose: gli immigrati che devono essere espulsi, i richiedenti asilo e quelli che delinquono.”

Allora hanno ragione i 13 governatori nel dire che vanno chiusi?
“Spero che i presidenti di Regione non si riuniscono a Bari solo per parlare dei Cpt. Mi auguro che costruiscano, invece, un governo ombra sull’immigrazione.”

Sembra di capire che non la convince del tutto la parola d’ordine “chiudiamoli”. Forse perché è stata lei – con la legge che porta il suo nome e quello di Giorgio Napolitano – ad istituire i Cpt?
“I miei Cpt non erano quelli della Bossi-Fini. Chiudere i Cpt è un obiettivo minimalista. La parola d’ordine vera è: rottamare la Bossi-Fini.

Vale a dire: ripensiamo ai Cpt ma senza fare nessun sconto al centro-destra …
“Innanzitutto non mettiamo sullo stesso piano i Cpt della Turco-Napolitano con quelli della Bossi-Fini. Trenta giorni di differenza sul trattenimento dei migranti non sono poca cosa. Per non parlare del meccanismo delle espulsioni: con il centrosinistra il respingimento coatto alla frontiera era un’eccezione e non la norma. Non regaliamo alla destra la battaglia dell’immigrazione clandestina. Aderendo alla protesta del “chiudiamoli e basta” si fa proprio questo.”

È il suo appello ai governatori?
“Sì. È giustissimo discutere sul ripensamento dei Cpt, tenendo però il conto che qualche limitazione dalla libertà assolutamente temporanea è necessaria per procedere all’identificazione dell’immigrato. Ed è premessa dell’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. E voglio sottolineare ancora una cosa: i nostri Cpt, imposti dal trattato di Schengen, erano coerenti con l’art.13 della Costituzione. Discutiamone, dunque: a partire dagli standard di accoglienza nei centri a livello nazionale, limitazione della libertà ridotta a 15 giorni ed il controllo rimesso ad una autorità neutrale, come la magistratura di sorveglianza.”

L’INTERVISTA A AGAZIO LOIERO
Il presidente della Regione Calabria

“Sono lager, altro che accoglienza. E vanno chiusi.”

Agazio Loiero (Margherita), presidente dalla Regione Calabria, è uno dei 13 governatori che l’11 luglio sarà a Bari per il Forum nazionale per la chiusura dei Cpt. Non fa di certo parte della sinistra radicale Loiero, eppure dice: “Questi Cpt sono spesso dei lager …”

Presidente, la Calabria è una regione di frontiera per l’immigrazione, come lo sono la Sicilia amministrata da Cuffaro e la Puglia di Vendola. Sul suo territorio ci sono sue Cpt. Cosa pensa di queste strutture che oggi più di ieri sono al centro delle polemiche?
“All’interno dei Cpt si consumano cose strane, alcune volte anche efferate. Non si possono avere delle prove, ma a naso si capisce che accade questo.”

Quindi?
“Non possiamo sbrigativamente licenziare un problema complesso come quello dell’immigrazione e dei Cpt, ma non si possono neppure fermare gli eserciti di persone che fuggono dal loro paese d’origine rischiando la vita. Chi sale su una barca procede in mare per scommessa. Ci salgono spesso padri di famiglia con moglie e bambini piccoli al seguito. Ci rendiamo conto da dove fuggono? Cos’è che li spinge ad affrontare un viaggio del genere? Su questo dobbiamo interrogarci quando li mettiamo nei lager.”

Sono dei lager e vanno chiusi?
“Il filo spinato che circonda questi centri non concilia con il nostro tasso di ospitalità e con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione.”

Insisto, bisogna chiuderli?
Fatti così non sono degni di un paese civile. Non hanno nulla della dimensione d’accoglienza.”

Quindi andrà a Bari per proporre cosa?
“Vado alla Fiera del Levante di Bari per dire che i Cpt vanno chiusi, ma non ci vado per chiederne la chiusura e basta. Il forum servirà ance per ragionare tutti insieme nel tentativo di superare le asprezze della Bossi-Fini. Questo non vuol dire che i flussi migratori non debbano essere regolati.”

E quale poterebbero essere le alternative ai Cpt?
“Insieme agli altri governatori vedremo quali potrebbero essere le soluzioni. E lo faremo ragionando.

Pisanu è stato molto duro con le Regioni che hanno aderito alla proposta di Vendola. A suo parere, i governatori hanno il diritto di dire la loro sui Cpt?
“Le Regioni non possono essere escluse mai. Se i lager sono nei territori nazionali i governatori il becco ce lo devono mettere. Siamo istituzioni, il governo ci deve ascoltare. Siamo noi che viviamo sul territorio e siamo noi che sappiamo come vanno le cose.”
Fonte: Meltingpot.org/L'unità il 05-07-2005 - Categoria: Cronaca

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