Corte dei conti certifica il dissesto del bilancio

Corte dei conti certifica il dissesto del bilancio PACHINO - Dalla Corte dei Conti arriva più di un allarme per lo stato di salute delle casse municipali. Un'impietosa relazione che mette a nudo le enormi difficoltà finanziarie del Comune di Pachino. Da un punto di vista finanziario, l'ente è un malato «piuttosto serio». A certificare questa situazione è la Corte dei Conti nell'adunanza del 26 settembre scorso. Dall'esame della relazione redatta dal Collegio dei revisori dei conti del Comune, sono emerse varie criticità: dal notevole ritardo nell'approvazione del rendiconto 2010 alla presenza di condizioni di deficit strutturale per l'elevato volume dei residui attivi di nuova formazione e l'incidenza elevata dei residui passivi rispetto agli impegni di spesa corrente. Altro punto critico è il frequente ricorso ad anticipazioni di tesoreria non rimborsate a fine 2010 e il frequente ricorso ad anticipazioni di cassa, con aggravio di soli interessi pari ad euro 127.715. Altro macigno sulla salute dei conti comunali è l'elevato volume della spesa del personale rapportato al volume delle entrate correnti (pari al 42,7%) ed il rischio di incremento consolidato della stessa spesa negli esercizi successivi a causa delle progressioni orizzontali effettuate.

La Corte dei conti parla anche di motivazioni carenti addotte dall'ente e di irregolare utilizzo dei capitoli dei servizi conto terzi. «Sulla base del Tuel, art. 242 - scrivono i magistrati contabili - il comune di Pachino risulta nella condizione di ente strutturalmente deficitario, con parametri positivi in numero pari alla metà di quelli disciplinati dal decreto ministeriale 24/9/2009. L'ente presenta una condizione economica-finanziaria di incontrovertibile e grave squilibrio che fa discendere le conseguenze disposte dall'articolo 243 del Tuel». Ovvero: controlli per gli enti locali strutturalmente deficitari, enti locali dissestati ed altri enti. La Corte dei Conti boccia senza appello l'amministrazione comunale anche sul fronte del recupero crediti.
«Il Comune risulta poco efficiente nel recupero dell'evasione tributaria», evidenziando riscossioni per 86 mila euro su un valore di accertamenti pari a 433 mila euro. Nella relazione si parla di residui passivi pari all'88% in rapporto alla spesa corrente, di gran lunga superiore alla soglia limite del 40%, con uno scoperto nel 2010 di 3.697.741 euro dopo aver fatto ricorso alle anticipazioni di tesoreria. La Corte parla, inoltre, di utilizzo improprio delle anticipazioni di cassa, con rischio di celare forme di indebitamento, in violazione all'art. 119 della Costituzione.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 30-11-2012 - Categoria: Politica

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