Corrado Arangio, «oltre il bronzo»

Indimenticabile Corrado. Non lo ha dimenticato la «sua» Pachino. Non lo ha dimenticato il «suo» giornale. «Aere perennius» (più duraturo del bronzo), come ha detto Sarah Zappulla Muscarà citando Orazio, è il suo ricordo. Perchè «aere perennius» è la sua opera. Perchè «aere perennius» era, e rimane, la sua persona, la sua personalità, la sua generosità. Tutto questo ha dimostrato, ancora una volta, la gente di Pachino, che si è raccolta attorno a Dorella, la moglie di Corrado, e a quanti hanno collaborato alla pubblicazione e alla presentazione del libro postumo «La Chiesa Madre di Pachino». Questo libro, come i precedenti, pubblicati da Corrado durante la sua vita prematuramente troncata dal cieco destino, testimonia, ancora una volta, il suo amore, l'attaccamento alla sua gente, alla sua terra. E la sua gente, la sua terra, amate, studiate, criticate, vissute, rispondono quando Corrado Arangio le chiama. Sempre.

Questo libro, come i precedenti, mostra la mano del cronista e quella dello storico. Racconta vite di persone. Presenta documenti e immagini. Racconta fatti. Quei fatti che lui affrontava con coraggio. Al punto di meritarsi l'appellativo di «Don Chisciotte». Ce ne fossero tanti di Don Chisciotte come lui in questo mondo di plastica! Per la sua schiettezza, per la sua istintività, per la sua irruenza, con Corrado non era difficile litigare. Ma era anche difficile non cancellare la litigata, subito dopo, con un abbraccio. Nella vita di ogni giorno in redazione capitava di litigare. Per i tempi di produzione. Lui voleva che fossero rispettate le sue esigenze dei verifica e approfondimento. E voleva che fosse rispettata la sua autonomia di giudizio. Voleva sempre «le cose giuste». Ad ogni costo. E talvolta pagava anche di persona. Pesantemente. Come quando gli incendiarono la barca. Quando mi regalò il suo ultimo libro (perdonino i lettori la citazione in prima persona) lessi la dedica: «A Turi Maiorca, sperando che mi voglia bene come sempre». Quella dedica mi commosse. Come sempre mi commuove il ricordo di Corrado. Ma per Corrado non c'è mai un ricordo. C'è un dialogo che non si è mai interrotto, che vive. Sempre.
Fonte: LaSicilia.it/0512 il 06-12-2004 - Categoria: Cultura e spettacolo

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