Convegno su Ricci a Palazzo Impellizzeri

Si parlerà di un architetto controverso e indipendente. Leonardo Ricci, scomparso otto anni fa, fu sicuramente uno dei nomi maggiori e certo più discussi del panorama italiano. Un convegno, a Palazzo Impellizzeri, martedì 17 giugno, a partire dalle ore 10, lo ricorderà alla luce delle grandi opere urbanistiche chelui progettò. Ricci ha realizzato difatti importanti lavori in Italia e all'estero, ricordiamo il villaggio valdese di Riesi e il piano regolatore di Pachino. Sulle orme di questo architetto, il seminario ospiterà la seconda moglie Pucci Dallerba, oggi docente dell'università americana di architettura a Lexington, nel Kentucky, e responsabile dell'Atelier veneziano dello stesso ateneo. Il seminario interesserà l'ultimo ventennio di attività professionale del Ricci, in cui emerge la capacità dell'uomo di confrontarsi con i temi alti dell'arte.
Fonte: LaSicilia.it il 14-06-2003 - Categoria: Cronaca

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1) Primo ricordo dell'equipe Ricci a Pachino.



Anno 1967-68. In Via Cavour, dove è ora lo studio radiologico del Dott. Moncada, vi era la sede di un negozio di articoli sportivi di proprietà del Signor Corrado Garrano.Allora le scuole medie erano ubicate tutte in fondo a via Cavour. Affiancata al Macello pubblico, allora funzionate, vi era la sede della nostra Scuola media la Vitaliano Brancati. Tutti i ragazzi di Pachino, ovunque abitassero,(io dalle scuole vecchie) dovevano fare tutta quella strada per arrivare a scuola. Di solito ci si incontrava, con gli altri compagni della 1F, in piazza. Ne ricordo alcuni: Genovesi,(autotrasportatore)Caldarella(impiegato cassa Rurale),Blandizzi(artigiano in Viale Aldo Moro),Mauceri(emigrato in Germania ora in Puglia),Zappulla (amico sensibile)Quartarone (maresciallo G.d.F). Avevamo accumulato una certa somma per comprare un pallone dal Signor Garrano. Mentre stavamo a discutere sul prezzo intervengono due Signori , dicendo, in perfetto italiano: via ragazzi questo pallone ve lo offriamo noi!!!!!!!Non stavamo più nella pelle per la contentezza, anche perchè il pallone che avevamo adocchiato era molto superiore alla cifra che si era messa da parte. Riguardai per bene quei due signori gentilissimi e di cuore. Ringaziammo, entusiasti, per quel inaspettato dono e festanti ruzzolamo per via Cavuor verso la scuola in un battibaleno.Passarono gli anni e nel febbraio/marzo del 1977, studente universitario ed iscritto al PCI, partecipavo in qualità di delegato insieme al Signor Antonio Neri(Nuzzo) (allora finissimo politico locale ed oggi poeta)alle prime discussioni sul Piano Regolatore. Il Professor Ricci non c'era. Delegato al Piano, da Parte del Gruppo Ricci, (composto anche dal prof. Bardazzi) era stato l'Architetto Ezio Bienaimè che come un sogno riconobbi immediatamente nella persona che 10 anni prima aveva fatto dono del pallone alla 1F. Cordiali Saluti Spiros.
E a Riesi nel 1966 che il Sindaco di Pachino Sebastiano Fortuna, di testimonianza confessionale Valdese,( che tanto ha influito positivamente sulla struttura sociale ed economica di Pachino) incontra e conosce L'architetto Leonardo Ricci anche lui di confessione e di origine valdese. In Sicilia la comunità ha in Riesi il suo maggiore centro sociale. Con la frana di Agrigento e l'alluvione di Firenze, lo stato italiano promulga la legge N° 765 che impone ai Comuni Italiani di dotarsi di Piani Regolatori. A dire il vero il Comune di Pachino aveva precedentemente incaricato l'ingegner Concetto Russo di elaborare un Piano che, in effetti, fù ritenuto inadeguato dalla Amministrazione Comunale di Pachino. Dopo un veloce scambio di conoscenze e approfondimenti il Sindaco Fortuna propone alla Giunta e al Consiglio di incaricare l'Architetto della redazione del Piano di cui Pachino si deve dotare per legge. Con delibera del 1966/67(la so ma ora mi devo concentrare senza consultare libri) L'amministrazione presieduta dal Sindaco incaricava l'Architetto Ricci e la sua equipe fiorentina di elaborare il nuovo Piano della Città di Pachino che allora comprendeva anche le frazioni a Mare, di Marzamemi e di Portopalo di C.P.


Dopo qualche tempo e con la residenza temporanea dei progettisti in loco - per l'occasione furono ospiti del Farmacista Tafuri presso il Castello Bruno di Belmonte oggi Tafuri-(Il castello fù fatto costruire da Gigi Bruno di Belmonte nel 1935 su disegno di un altro Architetto di Firenze e successivamente venduto al Farmacista con la immancabile mediazione di mio nonno Andrea Russo /Neria Tavedda/).

COME NASCE IL PIANO.

I progettisti si impegnavano in escursioni a piedi (scautismo) per tutto il territorio percorrendone le coste ionica e mediterranea e prendendo appunti sulle potenzialità territoriali che promanavano dalla lettura a vista dei variegati territori incontaminati del Promontorio. PERCORRONO IN LUNGO E LARGO ED INIZIANO COSI A CONOSCERE IL TERITORIO CHE ALLORA ERA COSI:

Dalla spiaggia della Spinazza attraversando la Tonnara ed l'agglomerato di Marzamemi e la fossa si inoltravano percorrendone il paesaggio- prendendo appunti scritti- sulle aree dei magazzini di Marzamemi, Palmento di Rudini. Per passare poi alle aree dei Cugni e di Calafarina, da dove si affacciavano nell'invaso di natura vulcanica delle saline di Morghella, che allora erano perfettamente funzionanti come quelle sulla baia dei colombi di Marzamemi. Dall'alto del Promontorio e dalle alture di Carubella ne leggevano le particolari e variegata struttara morfologica e geologica e riscontrandole poi in imput progettuali per la strutturazione complessiva del Piano.La sera mentre giocavano a scopone con il Farmacista ne ripercorrevano gli aspetti sociali e culturali principali per trovare spunti per le loro relazioni di accompagnamento. Dall'alto del fitto bosco di carubbi della Carubella (dove avevano ideato e ipotizzato la nascita di Pachino 2)leggevano le potenzialità della rada di Portopalo e volgendo lo sguardo verso ponente e verso l'isola delle Correnti e Punta delle Formiche, individuavano sostanziali e potenziali capacità di insediamento presso l'alta costa bianco giallina delle Concerie. E da li rivolgendo lo sguardo ,sempre, verso ponente le rilegavano alle potenzialità arcaiche e storiche del Portoulisse( antico porto odisseo) che avrebbe dovuto con particolari e opportuni accorgimenti idraulici diventare alternativa portuale turistica e dialogo di approdo direttamente in concorrenza con l'arcipelago di Malta e Comino. Guardando verso levante e verso tramontana rilevavano l'altissimo profilo dell'Etna che si stagliava sublime nel profondo incontaminato orizzonte a cui facevano da controcanto le alte sponde degli Iblei .Mentre il basso Ionio lambiva baciandola la costa alta del murro di Porco e Siracusa. E man mano che rientrava verso ponente si intravvedevano distinti i centri urbani di Avola su mare e a mezza costa la pulchrssima e bellissima barocca Noto. Incorniciata e splendente di giallo tufo che rimarcava la sua consistenza nell'ampio golfo da cui eolo riceve fredda briga. La loro lettura degli antiche sedi dei casali arabi , tasformati nel tempo storico in feudi e masserie ridiventavano nelle loro visioni progettuali centri propulsori e motori di variegate multiformi attività agricole che avevano allora e ancora oggi nel vino ,grano,olio, caci, carne e cereali vari le peculiari forme agricole in divenire. La loro visione unitaria del territorio li faceva progettare anche al di fuori dei meri confini amministrativi. Ma non perchè erano digiuni di norme ma perchè intendevano dare una visione di insieme al Promontorio. Infatti essi sviluppavano le indicazioni promanate dal Piano Censon realizzato dalla Cassa per il Mezzogiorno ( che aveva realizzato il primo ed unico Piano Territoriale di Coordinamento degli Iblei). Che oggi a distanza di molti anni torna premonitore e nuovo in una rinnovata fase di riprogettazione di questo angolo della Sicilia frequentato e osannato dagli Dei. Avevano, fra le altre cose, individuato un area per l'insediamento di un Aeroporto nella piana dei Baroni e di San Lorenzo vecchio per incrementare a livello turistico e ambientale , fin da allora, l' incontaminato angolo di TERRA a cui avevano testimoniato con la loro attualissima progettazione un radioso e bellissimo futuro. Di loro siamo naturalmente cultori e allievi e continuatori dell'alto profilo di questa terra il divenire. Ora sono sereno e allegro e invio Cordialissimi Saluti,sempre, da Firenze. Spiros.
LEONARDO RICCI ARCHITETTO.
L'Architetto Leonardo Ricci è uno dei pochi che può vantare nella storia dell'architettura mondiale la prerogativa dei grandi a riconoscimento postumo.Dell'architetto a Firenze si ricordano le case Sorgane il mercato dei fiori a Pescia ed altre opere minori che ora non ricordo.L' Intervento che caratterizza la cosidetta fase brutalista dell'architettura italiana- insieme all'architetto Savioli e alla scuola di Firenze si caratterizza per l'uso del cemento a faccia a vista e la particolare concezione di mettere in evidenza le strutture portanti degli edifici. Ma quello che rappresenta una autentica e singolare riconoscenza a L'architetto Ricci da parte della città di Firenze(si ricorda che abbandono improvvisamente l'insegnamento a Firenze per diventare Direttore del IAUV di Venezia) è secondo me la sua opera più importante e significativa: Il nuovo Palazzo di Giustizia della città di Firenze. Attualmente il Palazzo è in costruzione.A marzo di questo anno 2003 passando dal Viale Giudoni per arrivare all'Aeroporto di Firenze per imbarcarmi sul volo Meridiana Catania-Firenze, dall'alto (sapendo dove guardare) ho potuto vedere la grande stuttura architettonica in costruzione. A opera finita, sarà una grandissima opera architettonica che ci invidieranno in tutto il mondo. Ricordo infine che ogni anno in assoluto silenzio vado a fare visita al mio personale maestro e relatore della mia tesi di Laurea( che è sull'espansione urbanistica della città di Pachino): Il Professore, che fu urbanista,architetto, scrittore della storia dell'Urbanistica mondiale, che è Paolo Sica. Sia il Professor Leonardo Ricci che il Professore Sica riposano alle porte di Firenze, sulla via Senese al Cimitero degli Allori.Inoltre circa tre anni fà è venuto a mancare anche L'architetto Ezio Bienaimè. Essendo rimasto in ottimi rapporti e di contatto con la Figlia che mi ha ciesto copia della realazione che il Padre rtenne al Consiglio Comunale di Pachino in occasione dell'Adozione del Piano del 1978. La figlia ,anche essa Architetto parlando mi ha riferito una cosa che mi ha raggelato e di cui mi vergogno molto.E che nonostante tutto il lavoro fatto e realizzato dall'equipe e dall'architetto Ezio Bienaimè e che la città di Pachino non li mai pagati. neanche una lira.
Con profonda vergogna e rincrescimento della pochezza e grettezza dei politici e amministratori locali del tempo vi saluto. da Firenze. Spiros.
LA STORIA E LE CRONACHE URBANISTICO EDILIZIE DELLA CITTA' E IL DETERMINATE APPORTO DEL P.C.I. PER DOTARE PACHINO DI UN PIANO REGOLATORE.


La collaborazione piena e totale da parte del P.C.I. per contribuire a realizzare un Piano Regolatore aderente alle reali potenzialita urbanistico-architettoniche della Città.

La sezione A. Gramsci di Pachino nel 1978 aveva a Segretario Politico il Signor Franco Guastelluccia e a Capogruppo in consiglio Comunale L'avvocato Francesco Caruso. Il Segretario di Federazione, era allora 1978 come ora 2003,l'ex Onorevole Regionale Nino Consiglio.L'unica persona di cui ho avuto è avrò immensa stima e affetto.Ma non per qualche cosa. Solo eslusivamente per la sua grandissima integrità morale e civile.Infatti ancora oggi a distanza di tantissimo tempo trascorso ho ottimi rapporti di amicizia con Lui.
LA CRONACA
Andiamo ora alla cronaca del tempo.

Il Piano era rimasto per tantissimi anni chiuso in un cassetto.La partecipazione all'amministrazione della Citta di Pachino del P.C.I. dei socialdemocrartici dei socialisti di Pietro Ferrara e dei Repubblicani di Franco Bartolo e di altri gruppi alleati alla sinistra. La amministrazioni precedente a quella dell'Avvocato ARDILIO era stata scossa dalla questione che riguardava la perimetrazione urbana della città a norma dell'articolo,(mi pare)n° 18 della 765 che imponeva una perimetrazione del centro urbano per potere rilasciare all'interno della stessa perimetrazioni singole licenze edilizie. Mentre tutte le aree che erano al di fuori della perimetrazione erano soggette a Piani di Lottizzazione pubblici o privati.Insomma per farla breve qualcuno aveva manomesso quella perimetrazione urbana mettendo in guai molto seri gli amministratori che ingenuamente avevano sottoscritto e votato quelle planimetrie. Fù uno scaldalo!!!!!!!. Alcune persone ebbero guai giudiziari e furono anche condannate per i reati contestati.(abuso di ufficio ,falso in atti pubblici ecc.) Insomma, si era all'emergenza sociale.Vi furono delle contestazioni di massa con denuncie di alcuni lavoratori accusati di oltraggio ed altro) Anche perchè la classe edile molto nutrita, allora, aveva bisogno di nuove aree edificabili per potere lavorare. Infatti la richiesta di nuove costruzioni era ingente. Le rimesse che arrivavano dal Canada per costruire nuove abitazioni erano cospicue. Ma come al solito era la classe politica e amministrativa che ritardava a dare strumenti regolatori per lo sviluppo ed il progresso della città.
IL PIANO DEL 1978 RIMANDATO INDIETRO PERCHE MANCAVA IL PARERE OBBLIGATORIO DELLA COMMISSIONE URBANISTICA CONSGLIARE.
Le delegazioni tecnico-politiche dei partiti che affiancavano il Progettista del Piano, Architetto Ezio Bienaimè, erano composte da persone provenienti dal mondo edilile, dalle professioni tecniche e da politici locali in rappresentanza dei diversi partiti della coalizione che amministrava la città. Per il P.C.I. i rappresentanti erano: Il sottoscritto Rosario Spinello ,allora studente di Architettura iscritto al secondo anno e il Signor Antonio Neri, già Segretario politico della sezione di Pachino e ottimo oratore.La nostra posizione era di totale appoggio al progettista del Piano. La sua totale e adamantina posizione tecnica e urbanistica, l'alto profilo professionale era evidente e palese ,non potevamo non essere che di totale appoggio alle sue posizioni tutte tese a salvaguardare l'integrità contestuale ed urbanistica della città e del suo territorio: centro di Marzamemi; l'individuazione di una area all'interno del centro storico di Pachino-allora mediato da un elenco di edifici che dovevano salvagurdati-; lo stralcio dal Piano regolatore e delle previsioni di insediamento in contrada Longarini.( Dove, come abbiamo visto nella prima stesura del Piano, era stata individuata una area residenziale e turistica che avrebbe totalmente cambiato il volto di quella area.-scalo di diporto in concorrenza a Malta-; la nuova espansione urbana nell'area di Tr colli ecc.Intanto erano passati circa 10 anni e le condizioni culturali erano cambiate. Si cominciava ,già allora ad individuare quelle aree a totale vincolo edificativo. La salvaguardia di ambiti umidi a valenza territoriale ecologico ambientale erano state nel 1972 ratificate nella diciarazione di RAMSAR aree umide europee da tutelare.Le pressioni sulla riproposizione di quelle aree a destinazione residenziale e turistica cozzavano innanzi tutto con le indicazioni date dal C.R.U. e non potevamo certamente andare contro una indicazione di stralcio di un organo di controllo superiore ne accettare compromessi di sorta su inderogabili indicazioni di totale salvaguardia e corretta pianificazione urbanistica. Localmente le pressioni furono ingenti, tanto da fare intervenire la Federazione del P.C.I. a cui spiegammo che non potevamo andare contro la logica ed il buon senso progettuale ed urbanistico e sopratutto contro indicazioni dettate direttamente dal C.R.U.
(Allora girava voce che avevano detto no ad importanti finaziamenti Libici e che stavamo dicendo no ad importanti investimenti nell'area di Pachino).Gli inviti a pranzi a base di bistecche di pesce spada e ad altre pressioni sul sottoscritto non sortirono nessun effetto.Volevano, vista la strettissima collaborazione e affetto istaurata con Ezio Bienaimè, che indicassi (al progettista)aree da inserire nel Piano Regolatore della Città. ( insomma senza saperlo ero uno studente a cui avevano attribuito poteri ampi e di pressione sul progettista ) Un episodio che sicuramente a cambiato il corso della mia vita è stato quando una mattina alle 8.00(in quel periodo di elaborazione del Piano) venni svegliato dal Segretario della sezione del P.C.I. FRANCO GUASTELLUCCIA che con la sua cinquecento bianca mi porto nei pressi del campo sportivo di Pachino indicandomi delle aree che dovevano essere inserite,secondo lui,nel Piano di espansione urbana della città. Io non lo feci!!!!. Anzi non appena vidi gli altri compagni, Nuzzo Neri e Giovanni Armone, gli raccontai quanto mi era capitato e successo quella mattina. Successivamente ,vista la impossibilità di corrompere il sottoscritto, cercarono di intervenire all'interno della commissione dei partiti che discuteva del Piano. Non potrò mai scordare l'irruzione del Segretario Franco Guastelluccia accompagnato dallo studente in Architettura a Roma Tommaso Malandrino che intendevano mettere in dubbio la nostra legittimazione a rappresentare il P.C.I in quella commissione. Tentando di farla fallire nel suo complesso. Insomma voleva delegittamare la nosta pulita posizione e le indicazione e la politica che portavamo avanti per gli interessi alti di tutta la città e dell'intera comunità locale. Fu' Nuzzo Neri che disse ai due( traditori e venduti )se non uscite immediatamente da questa stanza vi prendo a schiaffi. Ne aveva l'autorità morale e sopratutto politica. (Bravo Nuzzo)Se ne andarono con la coda fra le gambe completamente bruciati da queste loro incorregibili posizioni di spegiudicati venduti. Non passo molto tempo che il Segretario Franco Guastelluccia (lavorava presso lo studio dell'avvocato Ciavola come praticante)UNITAMENTE al Capogruppo Francesco Caruso ( alleato organico di Pietro Ferrara e dei socialisti) VENNERO ESPLULSI DAL PARTITO COMUNISTA ITALIANO.
Lo studente Malandrino venne risparmiato anche perchè era evidente che lo stesso era caduto in una trappola si penso allora. Si sono dovuti aspettare moltissimi anni che lo stesso era parte organica di quel processo. Aspettiamo gli esiti processuali per avere un giudizio totale definitivo sul soggetto.
Cordiali Saluti.
p.s.
Il mio posto venne preso dall'Architetto Giuseppe Spataro a cui spiegai passo passo il Piano in contrada Burgio a casa sua. Era presente il noto cantautore locale Giuseppe Dugo. Nonostante la mia apertura politica e culturale le sue sorti politiche sono state decise dai suoi stessi errori e della pochezza della sua insignificate cultura urbanistico-edilizia.
Cordiali Saluti da Firenze Spiros.

L'ESCAMOTAGE PER POTERE BLOCCARE IL PIANO VIENE TROVATO CON L'APPORTO DETERMINANTE DEL VICESINDACO COMUNISTA E ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI FRANCESCO CARUSO.
Il Piano del 1978 viene respinto dalla Commissione Provinciale di Controllo.

Non potendo arrivare a quello che i gruppi di potere "trasversali" si erano prefissati per il P.R.G., si doveva trovare una scusa per potere invalidare le scelte operate sulla base delle indicazioni e delle scelte della commissione interpartitica e dall'Architetto progettista Architetto Ezio Bienaimè. Si ricorre,allora, ad uno escamotage formale: non viene convocata, appositamente, la terza commissione consigliare che doveva esprimere parere formale e obbligatorio sul Piano Regolatore.

I RISULTATO RAGGIUNTI CON QUELLA ADOZIONE DI PIANO REGOLATORE.
La delibera di adozione del Piano ci fece esultare di gioia. Una importante conquista democratica e plurale era stata portata a compimento. Eravamo orgogliosi di quel risultato raggiunto. I nostri avversari politici, ma anche "alcuni" appartenenti al nostro Partito erano stranamente tristi. Potevamo comprendere le ragioni di sconfitta delle forze di opposizione che ritenevo e ritengo leggittime tutt'ora a questa tristezza. Ma non si capiva (si capiva benissimo) la tristezza di alcuni personaggi interni al nostro partito. Una importante conquista era stata realizzata per il divenire urbanistico di Pachino e questi piangevano. Infatti, una delle scelte che era stata, allora, raggiunta e resa non il Piano esecutiva: era che la espansione della città doveva proseguire lungo l'asse Pachino-Marzamemi. Per il centro urbano esistente si prevedeva ,come per legge, la perimetrazione, rendendo operative solo le seguenti azioni costruttive: La Saturazione e la cicatrizzazione dell'espansione a macchia d'olio del centro urbano( come in effetti è ora).La chiara individuazione di una direzione di espansione lineare della città verso il mare(asse Pachino Marzamemi). La perimetrazione e la individuazione del centro storico di Marzamemi che era stato uno dei punti dove non avremmo accettato nessun compromesso e finalmente salvagurdato dai furibondi attacchi delle altre componenti interne alla maggioranza : allora la mentalità prevalente era quella che si potesse demolire tutto su Marzamemi: ad eccezione della Tonnara. Insomma, nessuno voleva il Centro storico a Marzamemi:. E bene ricordarlo perchè oggi molti sono diventati paladini e sicuri difensori di Marzamemi. Meno che mai, volevano, l'individuazione di un Centro Storico per Pachino, che allora appariva come un inutile parola vuota e che molti non riuscivano a caperne il significato. Furono tante le pressioni sull'argomento Centro Storico di Pachino. Alla fine ,mediammo politicamente su quelle scelte e con Corrado Cinnirella (oggi impiegato comunale) e all'ora studente di Architettura a Firenze (per un brevissimo periodo) e su indicazione e direzione dell'Architetto Ezio Bienaimè stilammo e censimmo velocemente, sulla base di una planimetria del centro urbano di Pachino le percentuali di vecchie abitazioni che erano presenti in ogni quartiere della zona centrale della città.Fu inoltre ottenuto come richiedeva il C.R.U: lo stralcio definitivo delle previsioni di Piano sulle aree di Pantano Longarini : lo stralcio delle aree di insediamento costiero, già compromesse da rilevanti fenomeni di abusivismo, che avevano fortemente compromesso l'insediamento di attrezzature di massa turistico-albergliere; lo stralcio della famosa area del Pantano Cannone colmata dall'opera di bonifica della proprietà e inserita nelle aree di salvaguardia come area umida e che il proprietario voleva comprare a bistecchi di pesce spada; lo smantellamento della ferrovia e la individuazione dell'area stessa come Villa Comunale;la individuazione di alcuni rilevanti fabbricati rurali che venivano sottoposti a salvaguardia (uno per tutti Case Maucini). Le aree proposte dal segretario della sezione di Pachino ,naturalmete non vennero mai prese in seria considerazione. Anche se lo stesso progettista venne informato di qyuanto successo. Avevamo ottenuto,per il tempo, una importate vittoria politica. Certamente essa era da ritenere collettiva e politicamente orientata a pianificare un assetto urbanistico calibrato dello sviluppo del territorio di Pachino ;ma sopratutto, avevamo ottenuto precise norme per la escuzione dei piani escucutivi sia di iniziativa Pubblica che privata. Non potevamo vincere su tutti i fronti. Sull'espansione della zona tre colli avevamo, comunque, ottenuto un parziale rientro dell'espnsione ad ali di Rondine che prefigurava ,come è poi successo, un ritorno di Pachino su se stessa.8espansione che con i successivi Piani ha avuto successo). Volevamo affermare il principio di costruire una città nuova, in espansione, che fosse dotata di tutti i servizi. Dai Parcheggi, al verde pubblico, alle attrezzature di vicinato e di quartiere. Affiancate a quelle urbane e territoriali per dotare la città vecchia e nuova di attrezzature civili ,scolastiche e di servizio per elevare lo stato sociale territoriale rubanistico della città di Pachino e di Marzamemi.


L'AUTONOMIA DI PORTOPALO UN BENE GRANDE PER QUELLA COMUNITA' LOCALE
Infatti ,avevamo perso strada facendo e con loro grande soddisfazione( dei cittadini di Portopalo) dal 1975 la comunità di Portopalo di C.P. a distanza di anni non posso che essere infinitivamente contento di quella scelta. Poichè i cittadini di Portopalo affrancandosi da Pachino hanno ottenuto prestigio e risorse e orgoglio proprio di una comunità locale che per tanti anni era stata tenuta dalle amministrazioni di Pachino in subordine. Infatti, Portopalo, in pochissimi anni, ha ottenuto risorse ed attrezzature PUBBLICHE ed emancipazione politica e culturale che ricadono a pregio su tuuti gli amministratori della stessa. Indipendentemente dai diversi colori politici.
IL COSTO "COSTA" DELL'AUTONOMIA DI PORTOPALO.
Portopalo, per ottenere la sua autonomia ha dovuto cedere su un punto molto importante e qualificante della sua storia archeologia e culturale. Infatti un importantissimo insediamento giace ancora scarsamente inesplorato sotto le fondazioni e nei terreni limitrofi della villa dell'ex Sindaco di Pachino Dott. Gaetano Costa. La costruzione di questa casa fù il prezzo che la comunità pagò (moralmente si intende) al Sindaco di Pachino pro-tempore per ottenere la sua autonomia.
Sempre con gioia da Firenze Cordiali Saluti.Spiros.