Con l'eolico un risparmio di un miliardo di euro

Con l'eolico un risparmio di un miliardo di euro ROMA - Un miliardo di euro. Tanto l'Italia potrebbe risparmiare da qui al 2007 se puntasse senza esitazioni sullo sviluppo delle energie alternative ed, in particolare, dell'eolico, a patto ovviamente che «non sia compromessa la bellezza del nostro Paese». A fare i conti è stato il ministro dell'ambiente Altero Matteoli intervenendo al convegno «Gli Impianti eolici in Italia» organizzato da Legambiente in collaborazione con l'Associazione nazionale energia del vento (Anev) nella capitale.

L'installazione «di circa 3 mila Mw di energia eolica da qui al 2007 vorrà dire 8 milioni di tonnellate di Co2 in meno -ha detto il ministro-. Calcolando che 1 tonnellata di anidride carbonica costa sul mercato delle emissioni 20 euro, la mancata realizzazione degli impianti eolici corrisponderebbe ad un costo pari a 180 milioni di euro l'anno, vale a dire 540 milioni di euro nel triennio 2005-2007» e che a causa dell'aumento delle quotazioni di Co2 potrebbe addirittura «avvicinarsi al miliardo di euro». Per non parlare del petrolio. A oggi, infatti, grazie ai 1365 Megawatt di eolico installati in Italia risparmiamo ben «7 milioni di barili l'anno», ha sottolineato Matteoli.

Dunque, una «bolletta molto salata» quella che gli italiani rischiano di dover pagare se «non si preme l'acceleratore sulle energie alternative», ha proseguito il ministro, che ha chiamato direttamente in causa sia l'Autorità per l'elettricità e il Gas sia il Gestore della Rete, le cui «norme appaiono in contrasto» con quanto stabilito a livello azionale ed europeo per quanto riguarda la «priorità» della distribuzione prodotta da fonti rinnovabili.
Ad assumersi la propria responsabilità, dovrebbero però anche essere «istituzioni scientifiche e imprese», ha sottolineato Matteoli. Da parte sua, intanto, il ministero sta completando il pacchetto dei decreti e delle direttive che consentiranno di applicare pienamente il decreto legislativo del 29 dicembre 2003 (n.38).

Ed è proprio sull'approvazione delle linee guida in tempi brevi che batte ripetutamente il fronte del sì all'eolico. «Il nostro Paese ha tutte le carte in regola per investire nelle rinnovabili a cominciare dal vento e dal sole», afferma il direttore di Legambiente Francesco Ferrante.
Certo, al momento il Bel Paese è indietro con le sue 1400 Mw a fronte delle oltre 16 mila Mw dell'eolico, le 8000 della Spagna e le 3000 della Danimarca, dove soddisfa il 20% del fabbisogno elettrico. Percentuali che raggiungono addirittura il 50% in una regione come la Navarra. In più, lo sviluppo dell'energia del vento aiuta anche l'occupazione: 70 mila i nuovi posti di lavoro in Germania, 20 mila in Spagna e Danimarca.

Insomma, che le energie 'pulitè facciano bene non solo all'ambiente ma anche al portafoglio secondo molti ormai sarebbe un dato di fatto. Il punto però è che più di qualcuno vi si oppone per paura che la costruzione di nuovi impianti deturpi il paesaggio.
Finora, ha sottolineato Matteoli, «hanno pesato chiusure e i pregiudizi sociali ai quali poi si sono aggiunte le opposizioni di alcune associazioni ambientaliste e nuove leggi regionali che di fatto rendono più complicata la realizzazione degli impianti eolici». La compatibilità con il paesaggio è «uno degli aspetti su cui si giocherà il futuro dell'eolico» e la ricetta èsemplice, basta «riflettere attentamente sul 'dovè impiantare i mulini eolici e su come individuare i siti migliori», ha spiegato Matteoli.

Ed è proprio questo uno degli obiettivi prioritari del rinnovo del protocollo, giunto al suo terzo anno di vita, tra Legambiente e l'Anev. Un accordo che il vice ministro ai Beni culturali Antonio Martusciello ha definito «un buon punto di partenza», anche «per tornare a discutere della circolare Urbani».
Fonte: LaStampa.it il 05-07-2005 - Categoria: Cronaca

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