Comunicato: Posidonea oceanica

Comunicato: Posidonea oceanica Leggo sui giornali di una richiesta, attenta e legittima, da parte del consigliere comunale Basilico, all’assessorato regionale, tramite il deputato Gennuso, di intervenire sui cumuli di posidonia che si trovano nell’area della balata di Marzamemi. Questa richiesta e le altre considerazioni che nel passato si sono svolte sull’argomento, specialmente legate al litorale della Spinazza, mi inducono a intervenire sulla questione.

L’APAT, agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente e del territorio, si è posta la questione su come risolvere il problema dei cosiddetti cumuli di alghe che, in realtà, sono cumuli di posidonia oceanica, molto diffusa nei fondali antistanti le nostre coste.
Innanzitutto va segnalato che la presenza di questo tipo di flora indica che l’ecosistema dei fondali marini è in ottimo stato di salute. Inoltre, l’accumulo di alghe sulle coste svolge un ruolo di difesa dall’erosione non indifferente. La presenza di questi cumuli agisce, infatti, alla pari di una diga naturale che mitiga l’azione erosiva del movimento del mare e, infine, i detriti di alghe, una volta frammentati da processi fisici e dagli organismi detritivori, rappresentano una importante fonte di nutrimento per i pesci, allo stadio giovanile.

Detto questo, è stato già compilato, da parte dell’ufficio ambiente del comune, un questionario che l’APAT ha diffuso tra tutti i comuni costieri interessati dal fenomeno. Successivamente, secondo quanto riferito dagli stessi funzionari, si cercherà di individuare una serie di linee guida per attutire i disagi nelle zone a maggiore fruizione balneare. Aggiungo ancora che tra le soluzioni finora adottate, quella della rimozione pura e semplice risulterebbe essere la peggiore, sia per i problemi di danneggiamento di un ecosistema equilibrato indicati prima, sia perché l’unica destinazione attualmente possibile è la discarica con notevoli problemi di aumento dei volumi difficilmente comprimibili e conseguente accelerazione dell’esaurimento delle discariche.

Ecco perché ritengo necessario un trattamento della questione con giudiziosa attenzione e magari con la consapevolezza, da parte dei pachinesi, che alla fine i cumuli di alga non possono essere equiparati a rifiuti come gli altri che invece, purtroppo, noi cittadini poco attenti, disseminiamo nel territorio, in vere e proprie discariche dagli effetti ambientali in termini di inquinamento devastanti.

Pachino, 13/03/2007
f.to l’assessore Territorio e Ambiente
Salvatore Borgh
Fonte: Assessorato Territorio e Ambiente il 13-03-2007 - Categoria: Ambiente

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Ah ! dimenticavo , nel “sucu fintu”, la patata comune ( Solanum tuberosum ) può essere sostituita dalla patata americana ( Ipomoea batatas) ( chiamata anche patata dolce o batata) . Questo rizotubero dolciastro si avvicina, alludendo, al sapore della carne di porco quando lo “strattu” è di buona qualità . A “sucu” finito è assicuratu cà a pasta ci varagna .
Mi raccumannuuu.. pasta curta cà ansacca ciù assai sucu.
Vino : Rosso Giachè dune della Marza

Basilicò e POSIDONIA OCEANICA

La Posidonia oceanica ,a differenza di alcuni organismi che ci ronzano intorno ,è una pianta evoluta è una fanerogama endemica del Mar Mediterraneo. Le fanerogame marine sono piante superiori, proprio come gli alberi sulla terra, si distinguono dalle alghe in quanto producono organi specializzati per la riproduzione. Le fanerogame hanno colonizzato il mare più di 30 milioni di anni fa.

Nell’ecosistema costiero la posidonia riveste un ruolo fondamentale per diversi motivi:

·grazie al suo sviluppo fogliare libera nell'ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno per ogni m2 di prateria

·produce ed esporta biomassa sia negli ecosistemi limitrofi sia in profondità

·offre riparo ed è area di riproduzione per molti pesci, cefalopodi e cordati

·consolida il fondale

·lo smorzamento del moto ondoso operato dallo strato di foglie morte sulle spiagge le protegge dall'erosione

Le masse di foglie in decomposizione della posidonia , conosciute anche con il termine di banquettes , per quanto possano essere fastidiose, hanno una notevole rilevanza nella protezione dall’erosione . Inoltre, sulle spiagge si possono trovare delle "palle" marroni dette “egagropili “ formate da fibre di posidonia aggregate dal moto ondoso che a differenza delle palle che offrono Basilico e Pippo Gennuso sono innocue e utili per l’ecosistema.

Il basilico (Ocimum basilicum) è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, coltivata come pianta aromatica ed utilizzata in cucina per la realizzazione di svariati condimenti e sughi tra cui il “sucu fintu” ( sugo finto ). Gli ingredienti del “suco finto” sono: strattuu, cipuddaa, patataa e basilicò ( assai basilicò ca fà ciauruu )- per pasta usati i taccunedda stirati a manu. U strattuu u porta assissuri Interlandi a pasta u dutturi Palma.
Buon appetito.











Non ero intenzionato ad intervenire nella questione nemmeno quando il Consigliere Basilico ha sollevato un mio cavallo di battaglia. Ho felicemente pensato che finalmente la politica si comincia a muovere per risolvere problematiche. E di questo mi congratulo vivamente e sinceramente con il consigliere Basilico che non conosco personalmente.
Ho felicemente pensato, anche, che finalmente qualcuno si era accorto di queste montagne che nel tempo stanno continuamente aumentando tanto da sembrare delle catene montuose che vanno dalla Balata fin dopo l’ex lazzaretto. .
Ho letto con attenzione il commento rilasciato da Alberto Rabito che scientificamente descrive la posidonia oceanica.
Ho letto con attenzione il commento di Rosario Spinello circa gli arresti che ci sono stati in Toscana per aver trattato questa problematica senza tenere conto dell’attuale legislazione che vede la posidonia considerata come un rifiuto e pertanto da conferire in discarica.
Il motivo che mi ha lasciato molto perplesso e mi ha costretto ad intervenire, invece, sono le parole dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Pachino che in pratica dice che possiamo stare tranquilli che l’indecente spettacolo che diamo ai turisti sia alla balata che alla Spinazza rimarrà tale anzi sarà destinato a crescere senza che nessuno farà nulla poichè conferire le alghe in discarica costa e le stesse discariche sono stracolme.
Nel riepilogare l’intera questione facciamo qualche considerazione.
Abbiamo detto che questo tipo di alga è, come specificato nelle enciclopedie, un indicatore ecologico che evidenzia la buona qualità delle nostro mare.
Abbiamo detto che per legge o vanno in discarica o restano dove sono.
Nel passato il problema c’è sempre stato ma alla fine, annualmente, bene o male veniva risolto dalla Provincia Regionale a proprie spese che raccoglieva montagne di alghe spiaggiate e, come stabilito dalla legge le conferiva in discarica. (vedi Rosario, quei consiglieri toscani avranno fatto altro per finire in galera, perché è lecito raccogliere le alghe e conferirle in discarica).
Il problema è nato quando la Provincia Regionale un paio di anni fa, forte di una legge sugli enti locali, ha scaricato ai Comuni l’incombenza finanziaria della raccolta ed il conferimento in discarica, declinando quello che era un grosso capitolo di spesa in uscita per l’Ente Provincia.
In quel periodo, una volta, andando negli uffici Ambiente della Provincia per protestare sui ritardi nella raccolta delle alghe che spesso iniziava a stagione estiva inoltrata, mi anticiparono questa volontà di scaricare ai Comuni tale incombenza. Immaginando già da allora quello che sarebbe successo e che stiamo vivendo oggi, organizzai un tavolo tecnico (vedi www.comitatopromarzamemi.it) dove hanno partecipato il Presidente della Provincia Marziano, ed i suoi tecnici, l’allora Sindaco di Pachino con i suoi tecnici, la Capitaneria di Porto ed, assente ingiustificato (come avviene spesso) era l’allora Sindaco di Noto. In quella occasione, ripeto, prevedendo il quadro attuale, dato che i Comuni non hanno soldi e le discariche sono piene, lanciai la proposta di offrire gratuitamente le alghe alle nostre cooperative agricole pensando che questo desse nel contempo beneficio sia all’agricoltura che al turismo ai cui visitatori si sarebbe tolta quella brutta visione alla balata e quel brutto fastidio alla Spinazza.
Chiaramente questa idea che venne accolta positivamente dai presenti richiedeva delle autorizzazioni perché c’era sempre la legge di mezzo.
Da quel momento si sono fatti dei passi in avanti per arrivare allo scopo della mia idea che altro non era quella di attuare un qualcosa che i nostri padri e nonni già facevano, buttando le alghe nei terreni come concime con ottimi risultati.
Se le alghe si devono toccare (e parliamo sempre di alghe spiaggiate e non di piante vive che sono in mare) ci vuole unità di intenti di diversi Enti dello Stato e fu così che l’Allora Assessore Provinciale all’ambiente indisse una conferenza dei servizi alla Provincia per parlare di questa idea con tutti i soggetti interessati, fra cui il Comitato Pro Marzamemi nella mia persona che aveva lanciato l’idea.
Furono presenti e rappresentati in quella riunione: l’attuale Comandante della Capitaneria di porto di Siracusa con i suoi tecnici nonché il suo Sottufficiale Comandante di Marzamemi, la tenenza della Guardia di Finanza di Noto, il Sindaco di Pachino Barone, un rappresentante del Sindaco di Noto, un rappresentante del Comune di Avola ed i tecnici della Provincia con il suo Assessore padrone di casa. L’esito di questa riunione, che di fatto serviva ad informare anche altri soggetti non presenti a Marzamemi di questo progetto, fu inviato a Palermo all’Ufficio emergenza Rifiuti, dove, in seguito, approfittando di una riunione in tale sede del nascituro consorzio Ato Sr 2, fui anch’io convocato per sentire davanti agli stessi soggetti (tranne i militari) cosa ne pensava la Regione Sicilia.
Un’ingegnere Capo Settore ci disse della possibilità di creare compost/ammendante con scarti di verde unito alle alghe ma qualunque azione si volesse conseguire in seguito doveva essere sperimentata almeno per un’anno per poi inviare l’esito della sperimentazione al consiglio Regionale perché i Deputati provassero a cambiare la legge.
L’attuazione della sperimentazione chiaramente si doveva basare su documenti scientifici e relazioni universitarie. Fu allora che l’Assessore all’Ambiente della Provincia diede mandato all’Università di Catania per mettere su una relazione tecnica. Tale relazione, formata da una cinquantina di pagine per la cui redazione sono trascorsi 6 mesi , appena arrivata mi fu consegnata dall’Assessore contentissimo dei pareri positivi riscontrati in questa.
A questo punto, purtroppo, per motivi politici che esulano dalla faccenda, l’Assessore viene sostituito. Il suo sostituto non mi sembrò alquanto interessato al problema e fui costretto da solo a provare a completare quei passaggi che occorrevano perché la Regione iniziasse la sperimentazione.. Al fine di agevolere il lavoro dell’Ufficio Regionale nell’indicare i soggetti che avrebbero iniziato volontariamente la sperimentazione sui terreni, scrissi al nostro consorzio IGP Pachino del pomodorino il quale nella persona del suo Presidente Dell’Arte mi rispose che il Consorzio non era interessato al mio progetto. Come se il progetto fosse diventato mio personale e non servisse ad alleviare l’immagine di un Territorio che vorrebbe diventare ad alta valenza turistica!!! Deluso per tale risposta che vede il comparto agricolo che non vuole aiutare l’altro comparto turistico di cui vive il paese, ho preso la Relazione, la documentazione in possesso nonché i vari articoli giornalistici che parlavano della questione ed ho inviato il tutto alla Regione mettendo per conoscenza la Provincia e tutti i Sindaci dei Comuni a Sud di Siracusa interessati alla problematica. (effetto diverso avrebbe avuto se avessi inviato anche un elenco di aziende interessate alla sperimentazione)
A questo punto se qualche attuale Sindaco in possesso della documentazione (fra l’altro competente in quanto Agronomo) avesse appoggiato l’operato di un semplice cittadino nel completare l’iter della pratica magari trovando, a parte l’IGP che si è già espresso, altri soggetti in agricoltura ovvero in zootecnia interessati alla sperimentazione ed avesse poi da Ente Istituzionale offerto alla Regione la soluzione in un piatto pronta da decretare, a questo punto saremmo già a metà percorso e fra qualche tempo si poteva sperare di modificare una legge dello Stato e nel contempo fare del bene, ripeto, al Turismo ed a quelle aziende Agricole interessate.
Come questa pratica, purtroppo interrotta nelle vicinanze del traguardo, ne esistono tante altre di varie argomentazioni che ho offerto al nuovo Sindaco subito dopo la sua elezione per il bene del territorio e per tutta risposta lui mi ha detto che devo far finta che egli non sia mai esistito per me.
Ed allora caro Assessore Borgh, nella speranza di aver esposto il problema con giudiziosa attenzione (così come da lei prospettato nel suo comunicato) le chiedo di cercare nei cassetti del suo Assessorato quella pratica e se non la trova, sentiamoci, che io sono sempre pronto a collaborare per il bene del territorio. A meno che pur di non dare meriti al sottoscritto non se ne farà nulla lasciando chissà per quanto tempo ancora il problema irrisolto. Cordiali saluti Pasquale Aliffi

però, in questo spazio tirate la gente per i capelli a farli intervenire per forza.
Allora, relativamente all'ultimo post:
i rifiuti della spinazza sono del comune di Noto, prego rivolgersi altrove, please. Potrebbe essere la risposta più facile. Non la dico, ma pur ribadendo che comunque i spinazzesi pagano la TARSU a Noto, informo che giorni fa, circa 20, una delegazione del comune di Pachino ha incontrato a Noto una pari delegazione del comune barocco, sindaci in testa. Nella stessa riunione si è trovato un accordo per addivenire alla stipula di una convenzione tra i due enti per la gestione di importanti servizi. Se tra questi ci può essere anche la pulizia della spiaggia, vedremo che si potrà fare. Sicuramente tenteremo di verificare le possibilità di ridefinizione delle superfici territoriali. Ma cerchiamo di essere prudenti e andiamo avanti.
andiamo al post del signor Aliffi:
la provincia è già da diversi anni che prende le alghe dalla spinazza e le infila nella nostra discarica e, ripeto, quelle alghe, sono troppo voluminose e scarsamente com-pri-mi-bi-li. Significa che il mutuo da 600.000 euro per prolungare la vita della discarica comunale ce lo mangiamo con le alghe di contorno. Dopodichè andremo a trasportare i rifiuti pachinesi nell'unica megadiscarica del circondario, MottaSantanastasia, con costi approssimativi di 200.000 euro al mese. Voglio vedere come lo spiegheremmo ai cittadini che poi dovrebbero anche pagarlo di tasca propria.
Credo, quindi, che la soluzione della discarica sia la peggiore possibile.
La proposta di trasformare i cumuli, le famose banquettes, in concimi o altro, non mi vede contrario, anzi, potrebbe pure essere un'attività impreditoriale redditizia, ma la stessa APAT mi dice che stanno valutando ipotesi simili senza ancora alcuna certezza. Sono altresì disponibile a vagliare la proposta che ha esposto il signor Aliffi e a leggere la documentazione.
Io credo però che la soluzione migliore possa essere quella di non togliere definitivamente le alghe, anche perchè togliere annualmente le alghe, poichè non si può spostarle una alla volta, significa togliere insieme ad esse, molta sabbia e materiale organico indispensabile alla vita dell'ecosistema della costa. Potrebbe valutarsi, quindi, la possibilità di spostare i cumuli provvisoriamente nel periodo estivo e rimetterli in quello invernale per ricostituire la barriera naturale antierosiva e nutriente. Ma certo è che sarebbe un lavoro dispendioso e bisognerebbe valutarne i costi.
Quello che è sicuro è che io non rifiuto a priori alcuna soluzione, purchè praticabile e lecita. Ma su questo siamo tutti d'accordo.
E poi volevo dire, ma tutti quei pachinesi, me compreso, che per tanti anni hanno piantato l'ombrellone in mezzo al cumulo di alga, lì dietro la diga, in alto, non li ho mai visti molto in difficoltà, anzi, sembrava gli piacesse quella morbida piattaforma.
Saluti a tutti,
Turi Borgh
In questo spazio si tirano balle di mare....

Come sappiamo l'Apat non stà studiando alcuna soluzione per il problema delle alghe sulle spiagge, anzi considera le stesse come indicatori di buona salute...e a protezione dell'ecosistema frontoliero... Dunque non mi sembra il caso di rimandare e prolungare la discussione su qualcosa che l'agenzia nazionale considera un non problema...
L'unica deduzione che mi sento di fare è quella di abbandonare questa discussione senza capo ne coda, avulsa da qualsiasi seria prospettiva di trovare una soluzione. Invece di girovagare come un uccellaccio fra quello che passa sulla stampa (vedi il comunicato con tanto di stemma del comune di Pachino) all'assessore, visto che prende uno stipendio dal comune, gli consiglio di impegnarsi a fare qualcosa di suo e guadagnarsi fattivamente quello stipendio....Ma siccome sappiamo che non è in grado di affrontare nessun problema, come ha fatto notare anche il vicesindaco, continuerà con questi comunicati stampa e con qualche intervento. Non ha nessuna specifica preparazione su alcun che, non è un tecnico. E solo un politico, da quattro soldi, che per arrotondare lo stipendio si è rimangiato tutto quello che ha proclamato sulla sua politica dell'Unione dell'anima e di tutte quelle stupidaggini che abbiamo dovuto leggere. Fautore e portatore di una politica che, manco a dirlo, si è fatto scappare anche il consigliere provinciale. Insomma una politica che risulta sistematicamente battuta e vinta ...Ha vinto la sua battaglia personale...infatti è' stato messo come assessore per meriti non di fiducia ma per accordi politici, contravvenendo ai principi propri della legge sulle autononie locali e quella del Sindaco... Che come si sà si è concretizzata con lo ..scippo dell'assessorato ai Verdi.
Che come sappiamo erano alleati con il raggruppamento che ha vinto le elezioni.
Sancito da accordi politici, prima delle elezioni, che il sindaco si è rimangiato alle prime difficoltà.

E dunque, benedetto il cielo, se non se la sente di intervenire, faccia a meno di farlo ci risparmierà la solita solfa da chi si sente politico senza esserlo per nulla, e sopratutto si salverà la faccia delle balle di mare che ci tira con questi interventi, senza alcun fondamento e alcuna soluzione.

Ballosi saluti, Spiros