Com'è cambiata Marzamemi dai tempi di “Sud”

Com'è cambiata Marzamemi dai tempi di “Sud” MARZAMEMI – Prima che Terrazza è Terra dei Due Mari. Il nome - felicissimo - con cui il Festival del Cinema di Frontiera ha battezzato l'anfiteatro di Portopalo di Capo Passero - uno dei tre “poli” per il popolo del cinema - non è altro che l'essenza di questo solo e assolato sud del sud. Eravamo tutti figli del Mediterraneo che però alla lunga si somigliano appena.

E del nostro stesso animo è un altro “ionico”, Antonio Catania (mai marito disattento ebbe tante attenzioni come lui, consorte irresistibilmente disumano di Licia Maglietta in Pane e tulipani) ospite del Festival, a Marzamemi, dove ritorna dopo dieci anni. Tanti ne sono passati da Sud, il film di Salvatores girato in questa punta di «quasi Africa», terra del ciliegino e dello «scupazzu», la palma nana che cresce un po' dove le pare.
«Marzamemi ti rimane nel cuore - racconta Catania - Solo che quella che rivedo adesso è molto diversa da Sud: oggi è tutto più “uguale” al resto del mondo, grazie ai ristoranti, ai bar, ai luoghi d'incontro che sembrerebbero averla migliorata.

Ma allora c'era il sapore di una terra quasi dimenticata, una negatività che tuttavia la rendeva positivamente unica».
Ricordi del sud di Sud? «In men che non si dica diventammo un'unica compagnia, sempre insieme, in questa piazza (piazza Regina Margherita, ndr) giorno e notte, in una sana e piacevole promiscuità. Tra l'altro si lavorava gomito a gomito con un comando di veri carabinieri e capitava che qualcuno (anzi tutti, per la verità) s'accendeva uno spinello ma loro si rivelavano di grande magnanimità e tiravano dritto. E' anche vero che spesso a “distrarli” ci pensava Petra, la pornostar che era venuta a trovarci e che quando non li trascinava tutti in discoteca, era lì a provarsi i loro cappelli...

Eppoi mi ricordo di una scena, la 106, sulla quale ci facemmo su persino una maglietta, tanto fu faticosa e complessa. Dolly e carrelli che viaggiavano ovunque: la provammo per una notte intera e la girammo il giorno dopo, cioè, la notte dopo».
Ma che colpa abbiamo noi, l'ultimo film di Verdone la vede “un sacco” interprete. E' colpa dei Rockers della ben nota malattia musicale del regista?

«In realtà è un film sui sensi di colpa, un po' a metà strada tra Compagni di scuola e Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato. E' la storia di una terapia di gruppo: siamo tutti pazienti della stessa psicoterapeuta che però muore all'inizio del film lasciando tutti noi in tragedia. O almeno così dovrebbe essere ma il grottesco è dietro l'angolo».
Fonte: LaSicilia.it il 29-07-2002 - Categoria: Cultura e spettacolo

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