Clandestino di Tunisi arrestato dai carabinieri

Clandestino di Tunisi arrestato dai carabinieri PACHINO - Un tunisino di 27 anni, Ben Alì Fayzi, è stato arrestato dai carabinieri di Pachino, in quanto ad un controllo, è risultato inadempiente al decreto di espulsione che gli era stata notificato, poche settimane, addietro, data la sua posizione di clandestino a tutti gli effetti ( non aveva nessun permesso di soggiorno sul territorio italiano). Per il tunisino è scattato il provvedimento di arresto, secondo quanto previsto dalla legge Fini-Bossi. Continuano, quindi, da parte dei carabinieri della locale stazione i controlli sulla massa di cittadini extracomunitari che in quel periodo affolla le strade del centro di Pachino e della sua periferia. Un popolo di immigrati in cerca di lavoro per i campi. In questo momento, secondo una stima non ufficiale, sono circa 400 gli extracomunitari che stazionano nella zone di Pachino. Dai controlli sin qui compiuti dalle forze dell'ordine, la maggior parte degli extracomunitari dispone di permesso di soggiorni. Per altri, sono sorti problemi. Infatti, a gruppo di trenta e a volte cinquanta, gli extracomunitari sono stati portati in questura dalla polizia o dai carabinieri perchè trovati senza permessi di soggiorno. e quindi per essere espulsi.

Altri, invece sono stati arrestati ( almeno una trentina) sempre da parte dei Cc e della Ps perchè scoperti che pur essendo stati colpiti da decreto di espulsione, se ne stavano sempre sul territorio italiano, sperando di farla franca: ma non è stato così. Le forze dell'ordine li hanno scovati, durante i controlli, smascherandoli e quindi ammanettandoli. I controlli vengono eseguiti in Pachino, in periferia, in campagna e in località Vita Novella. Nella struttura di Vitta Novella, in passato, sono stati trovati gruppi di extracomunitari che vi alloggiavano alla meno peggio in una promiscuità impressionante. Più volte l'immobile è stato sottoposto a bonifica ma senza risultati ottimali. Questi immigrati non sanno dopo ripararsi. E quindi, dove trovano un buco vi si infilano. Con tutti i rischi igienico sanitari per carenza di acqua o di servizi in genere.

S. L.
Fonte: LaSicilia.it il 27-04-2004 - Categoria: Cronaca

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Da luogo di pace degli anni 60 al lager( arabo) degli anni 2000.

(Non ho assolutamente nulla contro gli arabi che considero fratelli)


Località amena e solare Vitanovella negli anni andati dell'oblio del tempo e della immaginazione fantasmagorica di un bambino. Luogo di fertili e fragranti ricordi di ragazzi che in questo sito di fulgida speranza andavano al dopo scuola estivo. Disposta su una lieve e amena collina il complesso di vitanovella fu costruito dalla famiglia Moncada appartenete e membri della ricchissima comunità valdese. Composto da diversi edifici, quasi tutti merlati. Mi rimandavano e ricordavano le fiabe più belle e a certi edifici che avevo visto nella mia prima visita a Roma( a sei anni) e precisamente alla stazione di Giardini-Taormina. La prima volta che entrai e visitai il complesso di Vitanovella fù, all'incirca, nell'estate del 1964-65. Avevo 10 anni. Ma i ricordi di quella prima volta mi si sono rimasti scolpiti nella mente per l'impressione fortemente positiva ed evocativa di quel fresco ed ospitale luogo di pace. Eravamo andati, con mia madre, a fare visita ad una maestrina-cugina che lì nel periodo estivo faceva l'istitutrice. Visitai da solo, lasciando gli altri a chiaccherare fra di loro, quasi tutta la proprietà recitantata che era, ed è, composta da diversi ridondandi edifici. Al centro di quel complesso, per me monumentale, per il ricordo di un bambino di allora, vi era posta, e vi è ancora completamente diruta, una piscina dove zampillavano, dai quattro lati, fiotti di fresca acqua che convergevano al centro della vasca. Dintorno muretti bassi incorniciavano la piscina e la fontana in stretti vialetti e camminatoi selciati che erano corredati da paciosi sedili di pietra. A contorno superiore della vasca, oltre i quattro pilastrini d'angolo, rettangolare con i lati corti a forma di semicerchio: una esile struttura ii ferro battuto formava una specie di guida aerale dove si arrampicavano varie specie d'edera e lunghissimi rami e rampicanti tralci di boganville dai fiori multicolori. Esili e leggere farfalle svolazzavano nell'aria di pace di quella bellissima struttura dove sentivi la presenza di una entità superiore che filtrava dal lieve vento di ponente che repentino e a leggerissime folate faceva sbattere le foglie dei maestosi carrubbi che corredavano l'ampia tenuta. Olivi, mandorli,agavi enormi, e fichi d'india quasi maturi che delienavano una specie di bosco interno ed ombroso.Profumi di fieno, e di gelsomino mescolate a folate di odore di nepetella e rosmarino inondavano l'area e l'ora calda della filinona. Mentre sui rami svolazzavano indisturbate bianconere gazze che interrompevano con il loro gracchiare lo stridente e lieve canto delle cicale ed il leggero e cupo canto dell'upupa. Che con il loro canto orchestrale ed acre conferivano all'ambiente un non sò che di sinistro presagio del suo archeologico e inglorioso divenire.