Cingalesi spaesati dopo lo sbarco

PORTOPALO – Credevano di essere arrivati in Germania ed invece erano approdati nel punto più a sud della Sicilia. A rivelare questo particolare è un cittadino di Portopalo, Salvatore Schifitto, tra i primi ad accorgersi dell'arrivo dei cingalesi. «Il primo gruppo è stato notato da me e da altri vicini poco dopo le tre del mattino - afferma Schifitto - e dopo qualche titubanza ci siamo accorti che si trattava di clandestini. Sono stati loro a chiedermi se si trovassero in Germania - aggiunge il portopalese - e quando ho riferito loro che erano approdati in territorio italiano ci sono rimasti molto male». Dopo avere rifiutato del latte caldo i sette si sono allontanati non senza aver chiesto informazioni sull'ubicazione della fermata dell'autobus diretto verso Palermo. «Ho cercato di farmi capire dicendo qualche frase in arabo ed in inglese - riferisce Salvatore Schifitto - ma mi sono accorto che a stento comprendevano le mie parole». Qualche minuto dopo altri otto extracomunitari sono stati notati dentro il centro abitato. «A quel punto ho avvisato il 113 - dice ancora Schifitto - poichè era chiaro che eravamo in presenza di uno sbarco di clandestini».

Giovanni è un tunisino che da oltre vent'anni vive e lavora a Portopalo dove è ben voluto da tante persone per via di un carattere mite e per la sua laboriosità. E' lui che in occasioni degli sbarchi fornisce l'apporto alle forze dell'ordine come interprete. Nelle procedure di accertamento degli extracomunitari infatti si rende sempre disponibile mettendo a disposizione le conoscenze di due lingue: l'arabo ed il francese. Durante gli sbarchi dei mesi scorsi si è prodigato inoltre per rassicurare gli extracomunitari, piuttosto frastornati dalla traversata in mare e dalla ressa di persone che segue le operazioni di sbarco. La mattina del primo di gennaio Giovanni si trovava come gli altri giorni nelle sue serre a lavorare il pomodoro ma non si è tirato indietro recandosi al porto, alla caserma della guardia di finanza. «In questa circostanza - afferma Giovanni - non sono stato d'aiuto alle forze dell'ordine poichè i cingalesi sbarcati non parlavano la mia lingua nè conoscevano il francese». Si è reso comunque utile smistando i vestiti destinati ai cingalesi.
Fonte: LaSicilia.it il 04-01-2003 - Categoria: Cronaca

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