Cinema di Frontiera - Quel mostro di mio padre

MARZAMEMI - «Non venire a raccontarmi anche tu, mio unico figlio, che credi a quello che scrivono di me! Io non ho mai fatto del male a nessuno». Il crepuscolo di un padre impresentabile. Quando il figlio, Rolf Mengele, che solo a 15 anni seppe di lui e delle «gesta» mediche su nani, gemelli e donne incinte, fu ricevuto da lui, in Brasile, dopo 18 anni di corrispondenza, era il 1977: Rolf, avvocato di Friburgo, s'illudeva ch'egli si costituisse. E' tutta vera la storia ricomposta da Egidio Eronico (classe 1955) nel film «My father - Rua Alguem, 5555» con Charlton Heston, Thomas Kretschmann e Murray Abraham, attesissimo domani alle 21 al Festival del Cinema di Frontiera , finalmente in Italia che lo ha prodotto con Brasile e Ungheria, dopo aver girato il mondo e sdoganato due volte, alla Berlinale del 2004 ed ora al Festival di Emden, Germania del Nord. Il padre è papà Mengele: «Papà» è del resto il titolo del romanzo breve di Peter Schneider che lo scriveva nell''88, «impressionato» dal reportage del «Bunde Illustrierte» in cui Rolf concedeva intervista esclusiva e una sterminata quantita' di documenti.

Qual è- per i «nati dopo» - l'urgenza di raccontare questa Storia, Eronico?
«Avevo perso mio padre a cui ero legatissimo e mi posi una questione di immedesimazione: che cosa avrei fatto io al posto di Rolf? Ed e' un'ossessione senza tempo. Mengele è «lontano« ma cosa sentono la figlia di Stalin o il figlio di Milosevic una volta percepita la verita'?».
Mengele figlio sa di «My father»?
«Credo benche' non ci siamo mai parlati. Oggi e' un uomo di 57 anni allo sbando».

L'interpretazione di Heston, notoriamente molto ma molto repubblicano, è stata salutata da «Empire» come la migliore della sua vita. Perchè lui e non Brandauer o Simonischek?
«Tutti, salvo Schell le cui date non coincidevano, si spaventarono. Pensai ad un attore anglosassone: Hopkins si esaltò ma era sotto contratto per anni. Tra gli americani, John Voight nicchiava ma Heston mi bruciò sul tempo: fu lui a telefonarmi dicendosi onorato. Ero a conoscenza del suo orientamento politico ma in quel momento lui era un attore e basta. Portare una gloria della "old Hollywood" tra le favelas ammazzoniche, con 3000 famiglie senza luce e a 43 gradi, fu una scommessa imperdibile».

Ricordi dal set?
«Nelle scene più delicate in cui preferivo non spiegare tutto e m'affannavo a convogliare le energie giuste, lui sbottava: "Non è il primo cattivo che faccio!' E che cos'era, in primi piani e controcampi, quel modo di guardare da vecchio eroe, come Mitchum o lo stesso Brando: la testa inclinata quasi ad oltrepassare il personaggio, guardando a un pubblico senza confini».

Dopo la tragica «intervista con la Storia», per Eronico esiste un progetto colombiano sugli ultimi anni di Pablo Escobar e due film tratti da «graphic novel»: il primo ciak in autunno, nell'Italia meridionale, il secondo film, da qualche parte e in qualche modo, in Sicilia.

Carmelita Celi
Fonte: LaSicilia.it il 27-07-2006 - Categoria: Cultura e spettacolo

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