Cdl non risolve i problemi di Barone

PACHINO - Il responso scaturito dal vertice della Casa delle Libertà siracusana, e cioè quello di ricostituire la coalizione di governo che vinse le elezioni del novembre 2001, pur producendo un esito scontato e per nulla innovativo, ha destabilizzato non poco le forze politiche pachinesi che hanno iniziato un turbinio di incontri in attesa di una decisione del primo cittadino. Di fatto la patata bollente è rimasta nelle mani del sindaco Sebastiano Barone, chiamato a ricomporre un quadro difficilmente assemblabile per la diversità delle modalità richieste dalle varie parti. Nessun suggerimento al primo cittadino è infatti pervenuto dalla saggezza di coloro che rivestono posizioni apicali nella sfera politica provinciale. E' forse per questo motivo che in molti hanno ritenuto che il vertice della Cdl abbia segnato il destino di Barone, affidandogli un compito di fatto impossibile da realizzare. Nonostante infatti tutti siano d'accordo sull'obiettivo individuato, le posizioni della maggioranza di governo e dell'opposizione sembrano andare in sensi diametralmente opposti. Le forze di governo sono disponibili all'apertura della verifica ma non intendono abbandonare nessuna delle posizioni al momento conquistate e fino ad oggi difese a denti stretti. "Esautorare l'attuale amministrazione, -dicono- sarebbe un modo per distruggere quello che attualmente è un buon punto di partenza". Di converso l'opposizione, per aprire un dialogo, richiede un necessario azzeramento della giunta in modo da poter discutere a bocce ferme. "Aspettiamo che il sindaco provveda all'azzeramento della giunta per sederci al tavolo delle trattative, -affermano il capogruppo azzurro Corrado Quartarone e gli ex assessori Greco (FI) e Laudicino (Rinascita)". La conseguenza di tali posizioni è che il confronto termina prima di cominciare. D'altra parte procedere ad un allargamento senza un azzeramento appare alquanto difficoltoso. Al momento infatti non ci sono posti disponibili in giunta per allettare qualcuno, essendo tutte e sette le poltrone assessoriali occupate. Un eventuale sacrificio potrebbe essere chiesto al neo assessore Angelo Maione che non sembra collegato a nessun esponente consiliare, ma liberare un posto non sarebbe sufficiente per l'obiettivo finale.

Esonerare poi altri assessori legati a doppio filo con dei consiglieri, porterebbe inevitabilmente alla perdita di consensi nell'ambito del civico consesso, per cui per un nuovo esponente che fornirebbe il suo sostegno alla coalizione di governo, un altro inevitabilmente ne uscirebbe, lasciando immutato l'assetto. L'atteggiamento "pilatesco" della Cdl provinciale inoltre ripassa il testimone al sindaco senza aver risolto dei problemi di fondo. I partiti del centrodestra sono infatti al momento contemporaneamente in amministrazione ed all'opposizione. An su 4 consiglieri ne conta tre al governo (Di Fede, Midolo e Beninato) ed uno all'opposizione (Spatola). Lo stesso dicasi per l'Udc che vede Orlando, Distefano e Dipietro Paolo fedeli al sindaco, e Francavilla vicino alla base del partito tra le file dei contrari. Si pretende dunque di riunire la Cdl senza aver unito i partiti che la compongono. Intanto a gettare benzina sul fuoco provvede l'ex assessore Piero Scala di Rinascita che si scaglia contro il coordinatore provinciale di An Fernando Cammisuli.
"Non capisco, -afferma Scala- come mai oggi Cammisuli non dica ai suoi rappresentanti in giunta di rinunciare alle indennità di carica, dato che qualche tempo, fa quando io ero assessore ed Alleanza nazionale all'opposizione, Cammisuli individuò quale vero problema delle crisi politiche le somme percepite dagli amministratori. L'etica politica -continua Scala- e le lezioni di moralità sono forse cambiate da allora? Faccia dare l'esempio ai suoi esponenti amministrativi".

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 22-03-2005 - Categoria: Politica

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