Caso-Giliberto parla Bonaiuto: «La mia giunta non è coinvolta»

Caso-Giliberto parla Bonaiuto: «La mia giunta non è coinvolta» PACHINO - (Salvatore Moncada) «La vicenda che riguarda l'ex assessore Giorgio Giliberto è solo un incidente di percorso». Così il sindaco Paolo Bonaiuto ha parlato ieri della vicenda dell'arresto dell'ex componente della sua giunta finito agli arresti con l'accusa di avere preso da un imprenditore una tangente di 2.500 euro per sbloccare al Comune il pagamento di lavori per 25 mila euro.
«Mi dispiace umanamente per la persona – ha continuato Bonaiuto – ma è corretto che la giustizia, sulla quale abbiamo massima fiducia, faccia il suo corso». Il sindaco vuole che non si faccia di "tutta l'erba un fascio" ed intende salvare l'operato della sua giunta definendo la vicenda del suo ex assessore con deleghe alle attività produttive, come un caso isolato. «Il fermo di Giorgio Giliberto – afferma Bonaiuto - non è dovuto ad un atto amministrativo deliberato dalla giunta, ma da una condotta tenuta dall'ex assessore in maniera autonoma e personale. Quanto accaduto ci lascia veramente sbigottiti. Del resto non posso di certo controllare costantemente un assessore per accertarmi del suo operato in ogni momento della giornata. Sarebbe ridicolo oltre che impossibile.

Ognuno risponde delle proprie azioni. Io posso dare conto delle mie». Sul piano strettamente politico, invece, per il momento il posto in giunta rimasto vacante dopo le dimissioni di Giliberto non sarà assegnato. «Non nominerò un nuovo assessore – ha detto il sindaco – è necessario un momento di riflessione. Se proprio fossi costretto dagli eventi in questo momento nominerei un esponente dell'Associazione Pachinese Anticrimine per rimarcare la buona fede e la totale trasparenza sugli atti amministrativi di questo governo cittadino». Proprio con l'Apac qualche mese fa il Comune siglò un "Protocollo per la Legalità"; anche per questo Bonaiuto non ha nascosto lo stato di disagio ed un grande imbarazzo per quanto accaduto. A prendere parola è stato il Partito Democratico, forza di opposizione, che ha chiesto a gran voce «un consiglio comunale aperto affinché il sindaco spieghi alla città quanto accaduto». Il Pd inoltre chiede al sindaco che il Comune si costituisca parte civile nel processo che ne seguirà, una cosa che il primo cittadino ha già detto che farà. «Chiediamo inoltre – continua il direttivo del Pd - maggiore trasparenza degli atti amministrativi e l'apertura di un dibattito politico sulla questione morale. In assenza di risposte chiare chiederemo le dimissioni della giunta».
Fonte: gazzettadelsud.it il 07-09-2010 - Categoria: Politica

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