Cartellini con il doppio prezzo? " Una farsa inutile"

«Basta con le polemiche pretestuose. Il Parlamento si occupi dei problemi seri piuttosto che sbagliare con misure inutili come questa che assomiglia più ad una boutade che ad una proposta con un qualche fondamento», ecco come la pensa Marco Venturi, presidente della Confesercenti, in merito all' ultima iniziativa della Cia.

Il presidente della Confesercenti boccia senza appello la proposta di emendamento alla Finanziaria per l'adozione del cartellino con il doppio prezzo dei prodotti, quello all'origine e quello finale. «I commercianti i prezzi all'origine non li conoscono e non possono conoscerli visto che, soprattutto per quanto riguarda l'ortofrutta, i passaggi che i prodotto compie dalla produzione alla vendita al dettaglio sono tantissimi», ricorda Venturi che bolla il doppio cartellino come una «proposta senza fondamento, fatta da chi non conosce i meccanismi» alla base della filiera agroalimentare.

Questa polemica, aggiunge Venturi, è «pretestuosa e senza fondamento e lo dimostrano i dati della stessa Ismea», l'istituto che monitorizza l'andamento dei mercati agricoli. Da queste rilevazioni, spiega il presidente della Confesercenti, emerge che «la fetta maggiore sul prezzo finale dei prodotti l'assorbe la produzione». Per tutto il 2003 e nei primi 7 mesi del 2004 tale quota è stata del 40% nella frutta (36% ortaggi) mentre, sottolinea Venturi, il commercio al dettaglio assorbe circa il 20% del prezzo finale. Non solo. «Il cartellino — continua Venturi — non considera i costi che i commercianti devono caricare sul prezzo finale che sono tanti e che in alcuni casi sono drasticamente aumentati. Come gli affitti dei negozi che nell'ultimo anno sono cresciti del 10%».

«Questa è demagogia pura come quella dei consumatori che minacciano il blocco degli acquisti se non arrivano i saldi prima di Natale e come quella degli agricoltori a cui rivolgo invece l'invito al dialogo per cercare di trovare, insieme, i modi per accorciare la filiera», conclude Venturi che critica anche l'accordo stretto dal ministro delle Attività produttive con la grande distribuzione. «Sempre citando i dati Ismea faccio notare — conclude il presidente dell'associazione dei commercianti — che sull'ortofrutta quest'anno i piccoli esercizi hanno praticato prezzi inferiori mediamente di 30 centesimi rispetto alla grande distribuzione». E lo scorso anno lo «sconto» è stato addirittura di 50 centesimi.
Fonte: Greenplanet.net/Il Tempo il 09-12-2004 - Categoria: Economia

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