Capo Passero al centro delle polemiche

PORTOPALO - Puntuale come un orologio svizzero, cioè poco prima dell'inizio ufficiale dell'estate, la gestione e la salvaguardia dell'Isola di Capo Passero tornano al centro dell'attenzione generale. La delicata questione che riguarda lo sviluppo dell'isola è un argomento che da tempo continua ad alimentare una vera e propria telenovela pre-estiva. Stavolta ad innescare l'ennesimo 'botta e risposta' su questo tema sono state le affermazioni di Antonello Capodicasa, responsabile dell'Osservatorio ambientale di Pachino, riportate ieri dal nostro giornale. Capodicasa, presentando un opuscolo sull'isola, ha affermato che "non si tratta di una semplice carta turistica, ma di una mappa naturalistica per accendere i riflettori su un bene oggi sempre più esposto al degrado". Capodicasa ha auspicato inoltre che questo lavoro, che verrà presentato ufficialmente a Marzamemi nel corso di un seminario sui beni culturali, "possa contribuire a sollecitare gli organi competenti per riportare la giusta attenzione sull'isola". Immediata e netta è arrivata la risposta da parte di Gaetano Gennuso, assessore ai Lavori pubblici del comune portopalese, territorio nel quale si trova l'Isola di Capo Passero . Questa, così come la vicina e omonima tonnara, è un bene di proprietà della famiglia dei baroni Bruno di Belmonte. "Capodicasa insiste con il solito ritornello del degrado e dell'isola posta nel dimenticatoio - dichiara Gennuso - ignorando che sono già partiti i lavori per il restauro del torrione cinquecentesco di Carlo V, per il quale l'amministrazione comunale si è impegnata costantemente, giungendo a risultati concreti.

Inoltre stiamo vagliando delle ipotesi per la salvaguardia ambientale dell'isola, nell'ambito delle normative vigenti". L'assessore Gennuso, a proposito delle affermazioni di Capodicasa, parla di dichiarazioni quasi da campagna elettorale (il presidente dell'Osservatorio Ambientale, l'anno scorso, è stato candidato con una lista civica di centro-sinistra alle amministrative portopalesi). "Considero il geologo pachinese una persona intelligente e preparata, - prosegue Gaetano Gennuso - ma non posso che rispedire al mittente certe affermazioni sul degrado e l'abbandono dell'isola e del suo gioiello storico, il castello-fortezza. E ricordo, inoltre, che il progetto di restauro dello stesso castello, per un importo di 3 miliardi e mezzo delle vecchie lire, ha visto il comune di Portopalo proporsi come parte attiva, insieme alla Soprintendenza ai beni culturali di Siracusa. Un conto è la propaganda spicciola, ben altra cosa sono invece gli atti e i fatti concreti". Dall'amministrazione comunale di Portopalo ribadiscono infine che "l'Isola di Capo Passero ha i suoi legittimi proprietari, i baroni Bruno di Belmonte, e ci sono progetti che prevedono un uso privatistico per lo sviluppo della tonnara. Su questo tema, purtroppo, registriamo la costante produzione di 'aria fritta', di derivazione intellettuale, buona soltanto in vista di qualche convegno".

S.T.
Fonte: LaSicilia.it il 03-06-2005 - Categoria: Cronaca

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Le giuste attenzioni

L'isola di capo Passero è sotto attenzione da diversi anni.L'iniziativa di valorizzazione parte nella primavera del 1987,quando le sezioni dell'Ente Fauna Siciliana,di Portopalo e di Pachino,guidate dal sottoscritto e dal dott. Salvatore Vaccaro, organizzano una escursione nell'Isola con Bruno Ragonese e con la partecipazione attiva di due geologi di Ragusa, Rosario Ruggeri,e Jolanda Galletti, che avevano,nel frattempo aperto la sezione dell'Ente a Ragusa.Da quella escursione guidata, ne venne fuori una monografia molto bella che venne stampata in migliaia di copie e il Comune di Portopalo cofinanziò l'iniziativa editoriale dell'Ente ricevendone in cambio diverse centinaia di copie della monografia. Successivamente,o contestualmente, con decreto Regionale, l'Isola venne dichiarata riserva naturale e affidata in gestione all'Ente Fauna Siciliana. La proprietà,"giustamente", oppose ricorso, che venne accolto dal TAR di Catania e forse anche dalla CGA di Palermo. Poi, per quasi un decennio,il nulla. E siamo nel 1997, anno in cui parte la programmazione dei fondi di Agenda 2000 e i successivi atti che porteranno la Provincia di Siracusa, insieme al capoluogo e ai cinque comuni della zona sud, ai finanziamenti del PIT 9 per circa 44 miliardi.Di queste somme, divise in assi di intervento, sono state stanziate delle somme per il restauro del Castello dell'isola e di una'altra somma consistente per le aree archeologiche,mi pare.
Contestualmente al PIT 9, la Provincia si fà promotrice di attivare i GAL. E nel nostro caso, il Gal Eloro che, nella stessa area, con un finanziamento di 47 milioni di lire, finanzia l'attività di valorizzazione dell'isola istituendo, di fatto, un servizio di trasporto di passeggeri verso l'Isola di Capo Passero. Lo stesso Osservatorio Ambientale,del Geologo, riceve un finanziamento di 130 mioni di lire per mettere quattro fascette di legno di serra con la scritta in colore rosso: "Fate natura".Ancora molti si chiedono: cosa significa? Pertanto: le affermazioni del Presidente non corrispondono alla realtà dai fatti storici e geografici sulla valorizzazione di questo sito che, allo stato delle cose rimanae privato, fermo restando l'accesso alla zona demaniale e al castello di proprietà pubblica.Ora,a mio avviso, chi ha generato il "degrado" nell'isola è stata proprio la provincia attraverso il Gal Eloro, del quale è presidente lo stesso Marziano, finanziando un progetto di valorizzazione del SITO che, in assenza di controlli e servizi, è diventato il motore primo del degrado.Per il resto,visto che i lavori sono già partiti per il restauro del Castello, di conseguenza: si può affermare che il Comune di Portopalo di Capo Passero, nonostante le altalenanti belle e poco belle figure( vedi mercato ippico): ha attivato e reso spendibili le somme destinate al suo territorio. Cosa che non ha fatto il Comune di Pachino, a quale nessuno,guarda caso, sollecita l'attivazione e la messa in cantiere delle opere finanziate nel contesto pachinese che sono il Palmento di Rudinì e la valorizzazione dell'area Cugni di Calafarina. Se qualcuno, dell'attuale opposizione, pensa che è meglio cosi: si sbaglia di grosso.I ritardi accumulati sono siderali e la responsabilità di questi perenni rinvi e crisi stanno producendo un danno enorme a tutta la comunità pachinese. Sono sicuro di conoscere il motivo di questo silenzio e ve lo dico. Questi, falchetti ammaestrati, pensano che una volta cambiata amministrazione, a PACHINO, avranno la possibilità di metterci le mani sopra: ai fondi strutturali del PIT 9, naturalmente per,11 miliardi circa....

Cordiali Saluti, Spiros