Bono: il turismo culturale arma vincente

Bono: il turismo culturale arma vincente «Un anno rivoluzionario e difficile. Un settore che abbiamo dovuto rifondare e ristrutturare dalle basi. E la visibilità non è stata adeguata al lavoro svolto». Così il ministro ai beni culturali Giuliano Urbani nel presentare alla stampa un bilancio sommario del primo anno di Governo. Al suo fianco il sottosegretario Nicola Bono che, fin dall'inizio di questa legislatura , si è adoperato per avvantaggiare il territorio meridionale ed in particolare la Sicilia.

Il filo rosso del suo lavoro si è ispirato al turismo culturale, alla necessità di fare distretto e di «mettere a sistema» percorsi finanziari e risorse paesaggistiche e culturali. Fiore all'occhiello del sottosegretario Bono è stato l'impegno per il riconoscimento del Val di Noto nella lista del patrimonio dell'Unesco: un lavoro che farà da battistrada per esperienze analoghe perchè ha permesso di redigere per la prima volta un piano di gestione per la fruizione di un bene culturale.

Per il resto, l'impegno del sottosegretario per la Sicilia è sotto gli occhi di tutti: oggi inizia a Marzamemi e Portopalo il festival internazionale del cinema di frontiera, realizzato grazie ad un finanziamento del ministero, «e che sarà occasione – ha sottolineato Bono – di incontro e riflessione sul cinema ma anche sulla convivenza fra i popoli e servirà come richiamo per queste località meno note rispetto ad altre altrettanto belle e suggestive». Ha precisato il sottosegretario: «la Regione Siciliana in materia di beni culturali è assolutamente autonoma sia sul piano finanziario che sul piano della programmazione.

Ma intervenendo sulle linee di programmazione generali abbiamo stipulato fra ministero e Regione un accordo per razionalizzare gli Archivi regionali». L'altra iniziativa che ha messo in rete sapori e cultura gastronomica della Sicilia ma anche di altre sei regioni meridionali è stata la “Città dei sapori”, una sorta di mostra itinerante gastronomica per la quale 20 amministrazioni comunali hanno costituito una Associazione che ha il compito di esaltare le caratteristiche gastronomiche di alcune località, considerandole veri e propri beni culturali.

Il nostro obiettivo è stato quello di favorire maggiori investimenti nella cultura –ha spiegato il ministro Urbani– aumentando la qualità dell'offerta nel Paese. Per questo motivo il ministero ha ottenuto una delega speciale dal Parlamento per poter attuare procedure di riforma indispensabili provvedimenti coerenti e organici». «La carenza di denaro grida vendetta – ha aggiunto Urbani – ed è un disastro biblico». Il ministro ha poi elencato una serie di iniziative e progetti attuati o in corso d'opera, tutti all'interno di un piano triennale di investimenti che ha predisposto per l'anno in corso 2472 interventi per un budget complessivo di 209 milioni di euro.

Progetti importanti che attendono nuove accelerazioni in collaborazione con “privati”, fondazioni bancarie, istituzioni. «E mentre servono tra i 10 e 12 mila miliardi di vecchie lire – ha detto ancora il ministro – questo Paese, pur avendo il patrimonio artistico più ricco , è quello che in Europa investe di meno». Quanto al rischio che incombe sul patrimonio soggetto a dismissioni, Urbani ha precisato che il ministero rimarrà sempre garante della tutela, ed anche quei luoghi e quei monumenti che aranno, a breve, “dimessi” per ottenere dai privati un maggiore controllo e una aggiore tutela, passeranno sotto il vaglio del Parlamento.

«Insomma una cessione “vincolata” – ha concluso il ministro dei beni culturali – che non violerà il nostro patrimonio, di cui lo Stato rimane proprietario assoluto».
Fonte: Gazzetta Del Sud On LIne il 25-07-2002 - Categoria: Economia

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