Bioagricoltura in crisi

La mancata erogazione del contributo regionale, mette in crisi mille e centodieci aziende biologiche nate nel 2001. Su mille e duecento richieste di contributo, da parte di altrettante imprese, ne sono state accolte, infatti, soltanto novanta. Una cifra esigua che delude le aspettative di quanti «guardavano» all'agricoltura biologica come un'importante prospettiva di sviluppo. «I contributi, il cui ammontare è compreso fra i due ed i trenta milioni di lire a seconda della dimensione dell'azienda - dice Vincenzo Moscuzza componente del comitato esecutivo dell'Associazione italiana agricoltura biologica della Sicilia - avrebbero costituito la spinta propulsiva per i titolari delle imprese. Poichè molti degli esclusi, a causa dell'avanzata età, mancano di iniziativa imprenditoriale preferiscono limitare la propria attività all'agricoltura tradizionale».

Nella provincia di Siracusa le aziende biologiche sono mille e settecento con una superficie di terreno interessata pari a diciotto mila ettari. L'entità dell'erogazione del contributo dipende dalla tipologia della coltivazione ed è proporzionale alla superficie di terra. I contributi per un mandorleto biologico sono pari ad ottocentomila lire all'ettaro; per un agrumeto centosessantamila lire all'ettaro, per i foraggi settecentomila lire, per un mandorleto ottocentomila lire all'ettaro; per gli oliveti un milione e mezzo di lire ad ettaro; per la coltivazione della vite biologica i contributi ammontano a un milione e duecentomila lire per ettaro ed infine per i cereali un milione e centomila lire se l'azienda opera anche nel settore dell'allevamento biologico oppure seicentomila lire se tratta soltanto di coltivazione.

Nella mappa dei comuni dediti a coltivazione biologica figurano, tra gli altri, Pachino con mille e cinquecento ettari di superficie, Rosolini con seicentoventuno ettari; Portopalo con duecentoottantasette ettari ed Avola con novecentonovantadue ettari. La coltivazione biologica più diffusa è quella dei foraggi e cereali, seguita da mandorle, carrube, agrumi, olive ed ortaggi. Per quanto riguarda, inoltre, l'esportazione degli ortaggi biologici, a livello europeo la Sicilia figura tra le prime Regioni. «Il settore è in piena crescita - dice Vincenzo Moscuzza - ed è un vero peccato che l'assessore regionale all'agricoltura non voglia utilizzare la somma aggiuntiva di sessanta miliardi di lire, prevista nella legge 32 del 2000 ed approvata dal Ministero oltre che dalla Comunità Europea.

Tra le iniziative previste dall'Associazione italiana agricoltura biologica rientra per quest'anno la primavera biologica. L'anno scorso si è svolta in tutta Italia la biodomenica, celebrata anche nella nostra città, mediante la vendita di prodotti biologici da parte dei produttori che esponevano in appositi spazi. Quest'anno invece intendiamo proporre la primavera biologica i cui dettagli sono ancora da definire». Sembra certo intanto che si svolgerà a partire dalla seconda metà del mese di aprile, per quattro domeniche consecutive e sino a metà maggio. I consumatori inoltre visiteranno le aziende biologiche sulla base di un itinerario che l'Aiab sta mettendo a punto.
Fonte: LaSicilia.it il 05-01-2003 - Categoria: Economia

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