Benvenuti nell'Isola dei rifiuti

Non voltatevi dall'altra parte, non fingete di non vedere perché dà fastidio. Guardate invece quei mucchi di spazzatura che punteggiano odiosamente le nostre strade e che danno un senso di squallore, di inciviltà. Osservate i cassonetti luridi che non vengono mai lavati, guardate le sterpaglie che crescono ai bordi delle arterie. Se andate in un cosiddetto Paese del Terzo Mondo, diciamo la Tunisia o il Marocco, vi accorgerete che le strade sono pulite, che non ci sono mucchi di spazzatura e nemmeno discariche a cielo aperto. Il Terzo Mondo lo stiamo diventando noi. E' un problema che riguarda tutta la Sicilia da Castelvetrano a Ragusa, da Pachino a Bagheria, da Agrigento a Palma di Montechiaro. I siciliani dentro le proprie case sono pulitissimi, ma fuori dall'uscio spesso si sentono autorizzati a sporcare come fosse terra di nessuno. Non abbiamo mai avuto una cultura ambientale. Prendiamo per esempio la Catania-Siracusa che abbiamo sotto gli occhi e che un giorno dovrebbe diventare un'autostrada. Dal ponte Primosole in poi non c'è tratto sino a Siracusa la dolce che non mostri cassonetti stracolmi, sacchetti di immondizie lasciati come pietre miliari, suppellettili abbandonate.

Ci sono zone nel Siracusano che fanno rabbrividire. La Baia di Arcile, una perla nel fango, sarebbe meglio chiamarla Baia Porcile perché l'accesso è spaventoso, intasato di materassi, frigoriferi arrugginiti, copertoni. I sacchetti di spazzatura galleggiano anche a mare. Brucoli, subito dopo, sarebbe un borgo delizioso, ma anch'esso abbandonato. Ad Agnone Bagni, dove c'è l'angolo più suggestivo con l'Etna sullo sfondo, la spiaggia è stata invasa da pece che non si sa da dove arriva. Probabilmente è la perdita di una nave-cisterna. Sulla Catania-Siracusa il Comune di Carlentini ha solo un tratto di 1800 metri e il sindaco Mario Battaglia da domani farà fare una raccolta metro per metro, pagata dai villeggianti. Dove le cose funzionano meno è ad Augusta che lungo la Catania-Siracusa ha il territorio più vasto, comprendente appunto la Baia di Arcile, Brucoli e altre zone a mare.

Il Comune ritira la spazzatura dai cassonetti, alla Provincia toccherebbe l'eliminazione dei rifiuti «pesanti», delle piccole discariche, delle erbacce. Dice Giuseppe Caruso della Polizia ambientale: «Il fatto è che il territorio è vastissimo, che d'estate su questi posti si scaricano migliaia di villeggianti e che spesso questi villeggianti abbandonano la spazzatura dove gli fa più comodo. Noi sorvegliamo, prendiamo multe, ma è un compito enorme». A chi tocca provvedere? E qui viene il bello: praticamente non si sa bene. La ss 114 è dell'Anas, cerchiamo l'Anas, ma anche questo è un problema perché sull'elenco del telefono non si trova, né a Catania, né a Misterbianco, né a Gravina. Sembra un oggetto misterioso. Alla fine un gentile collega fa una ricerca su Internet e scova un numero telefonico del compartimento regionale dell'Anas a Palermo. Da qui ci danno finalmente un numero di Catania e da qui ancora ci dicono cortesemente di rivolgerci al dirigente ing. Giovanni Laganà. Finalmente possiamo fare una domanda: chi deve provvedere a dare un aspetto civile alla 114? «Certamente non l'Anas - è la risposta - perché noi abbiamo il compito di manutenzione della strada statale e di togliere le erbacce dalle fosse, ma non di levare barattoli e cartacce.

Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti il decreto Ronchi è chiaro: tocca ai Comuni. E in questo senso ho inviato parecchie lettere alle varie amministrazioni comunali per invitarle a porre maggiore attenzione alla pulizia delle strade. L'Anas non può proprio intervenire, non ha nemmeno una squadra per farlo». Chiaro, e tuttavia il problema resta. Quanto alle erbacce nei fossi della ss 114 esse non ci sono più, ma soprattutto per il fatto che sono bruciate. La questione della pulizia delle strade è tutta un quiz, perché le strade sono di tre tipi, comunali, provinciali e nazionali. E spesso non si capisce di che razza siano perché ad esempio una strada comunale diventa all'improvviso provinciale durante il suo percorso. Prendiamo via Carrubazza: è pulita quando è territorio di San Gregorio, appare abbandonata quando diventa strada provinciale. Le erbacce secche crescono rigogliosamente, con il caldo che fa c'è anche il rischio di incendi, ma la Provincia - perché è compito suo - non se ne occupa, lascia andare tutto in malora, forse perché non c'è ancora un assessore delegato.

Ma anche se ancora non c'è, non esistono dei funzionari incaricati? Il Comune di Catania da parte sua precisa con l'assessore alla Nettezza Urbana Santo Castiglione che «il Comune non ha nessuna competenza riguardo alla pulizia delle strade provinciali. La situazione delle strade provinciali hanno inoltre una posizione confusa anche per quanto riguarda le strade interne, mi riferisco in particolare all'Oasi del Simeto, che pur ricadendo in territorio comunale sono di competenza di altri enti. Ci vuole la convergenza di tutti gli organi istituzionalmente responsabili per definire una corretta gestione e fruibilità di quelle aree e in particolare del'Oasi». Che sia tutto un pasticcio lo si vede anche andando dopo Siracusa, perché la borgata di Marzamemi è divisa a metà tra i Comuni di Pachino e di Noto: la parte pachinese è abbastanza pulita, quella netina no, forse perché la capitale del barocco è distante una decina di chilometri per cui pare ci sia un certo disinteresse verso la zona sud. Nel Ragusano a soffrire di più è stata Vittoria, mentre la «storica» spazzatura di Plaja Grande è stata rimossa per fortuna nelle scorse settimane. Con l'inoltrarsi della stagione estiva vedrete che le montagnole di rifiuti cresceranno tra Casuzze, Caucana e Punta Secca.

Il fatto è che nella stagione estiva le località marine in generale decuplicano i residenti e i servizi di nettezza urbana non reggono più il ritmo. Ad esempio a Gela è cominciata in anticipo la pulizia delle spiagge dal Lungomare sino a Macchitella e Manfria, ma il caldo è arrivato in anticipo e la zona marina è di nuovo sporca con relativa protesta degli abitanti. Agrigento è un disastro come se la pulizia fosse un optional. Le strade cittadine sono colme di rifiuti, ci sono stati anche casi di punture di zecche e come non bastasse per Via Atenea, il «salotto» cittadino, circolano mute di cani randagi. Poi qualcuno magari si chiede come mai i turisti diminuiscono invece di aumentare. Non ci fermeremmo più a parlare di immondizia a cielo aperto: a Fiumefreddo ci sono due boschetti antistante la spiaggia, i boschetti sono di competenza della Forestale, i passaggi di pertinenza del Comune e la spiaggia del Demanio marittimo. I contenitori di immondizia sono pochi e distanti e la gente lascia i sacchetti di spazzatura dove crede.

Se dovessimo parlare anche della bolgia che c'è a Capomulini o delle fognature che saltano a Giardini Naxos dovremmo scrivere un romanzo «noir». La situazione è complessa e disperante, perché spesso non sai nemmeno bene con chi protestare, ci sono competenze frastagliate, rimpallo di responsabilità, anche inciviltà di comportamenti dei cittadini, anche mancanza di risorse perché i Comuni fanno pagare la raccolta della spazzatura, mentre le Province non ne ricavano nulla. Questo problema non è mai stato affrontato in maniera organica, sistematica, purtroppo è un problema di scarsa cultura dell'intero Mezzogiorno, ci duole riconoscerlo. In Giappone sono 110 milioni, eppure riescono a vivere «pulitamente». Abbiamo l'impressione che in attesa del decollo degli Ato (Ambiti territoriali ottimali) gli enti locali annaspino tra difficoltà finanziarie, gestioni precarie, emergenze continue, ripartizione confusa delle varie competenze. Di nostro ci mettiamo l'inciviltà. E allora, se vogliamo che questa terra sia bella e anche pulita, perché se non è pulita non è più bella, cerchiamo di contribuire evitando di sporcare. Ma anche gli enti locali si diano una smossa perché non possiamo vivere in mezzo alle immondizie e alle sterpaglie.

Tony Zermo
Fonte: LaSicilia.it il 06-07-2003 - Categoria: Cronaca

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