Ben dal sogno all’incubo

PORTOPALO - Un provvedimento di espulsione è stato notificato al nordafricano Ben Dafhar Abdelamid, meglio conosciuto in paese come Giovanni «u tunisinu». A Portopalo dal 1979, Giovanni dovrà lasciare l'Italia per via di un piccolo precedente penale . Perfettamente integrato nel contesto locale, l'immigrato ha da sempre lavorato, sin dai primi giorni in cui giunse nel punto «più a sud di Tunisi», dopo un breve periodo trascorso a Napoli. Da pescatore prima e, da alcuni anni, come piccolo produttore agricolo, del celeberrimo pomodoro ciliegino.

A questo va aggiunta l'attività di volontario, come interprete, nel gruppo comunale di protezione civile, con funzioni di supporto con le forze dell'ordine durante ogni sbarco verificatosi a Portopalo. «Sono disperato - ci confida al telefono - questo foglio di via significa per me lasciare Portopalo, tutto quello che ho fatto in questi anni. Mi sento infatti da tempo un portopalese e un italiano, da tanti anni vivo qui». In molti ricordano il viso di Giovanni, impegnato al porto a dare soccorso e la prima assistenza ai migranti, giunti dopo giorni di traversata nel Mediterraneo, a bordo di sconquassate «carrette del mare». Della protezione civile locale Giovanni è uno dei componenti più attivi, sempre pronto a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Basta chiedere a Polizia, Guardia di finanza e Carabinieri per avere conferma. Ieri sera abbiamo contattato l'avvocato Antonino Campisi, che ha seguito l'iter giudiziario di Giovanni. «Ha subito una condanna l'anno scorso, ma per un reato non grave - dice il legale - ma nella relazione che ho prodotto, ho sottolineato come Giovanni fosse perfettamente integrato nella comunità locale, dove si è distinto anche per l'attività di volontario di protezione civile e dove ha sempre lavorato onestamente. «Oltretutto ho fatto riferimento ad una sentenza del Tar di Catania che prevede, anche in presenza di condanne penali, di tenere in considerazione il livello di integrazione del soggetto che dovrebbe ottenere il permesso o la cittadinanza italiana, dal momento che Giovanni da molti anni vive qui ed è un vero esempio di integrazione con la comunità locale. Comunque ci sono i margini per presentare ricorso alla giustizia amministrativa contro questo provvedimento di espulsione».
Fonte: LaSicilia.it il 16-02-2007 - Categoria: Cronaca

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