Basta alle droghe ricreazionali

"La febbre del sabato sera" è il titolo del percorso di prevenzione primaria, che sta per essere presentato alla Regione dall'amministrazione comunale di Avola, in associazione con i comuni di Noto, Pachino, Portopalo e Rosolini, coprogettato insieme alla cooperativa sociale IRIS ed in partenariato con l'Azienda sanitaria locale-Servizio Tossicodipendenza di Noto.
Il progetto nasce a seguito delle esigenze emerse nel corso di un'indagine svolta nel territorio ed organizzata in collaborazione con Linea Verde e il SERT di Noto (servizio per le tossicodipendenze) ed è diretto ad incidere e a rallentare il fenomeno dell'uso delle droghe ricreazionali. L'intervento mira a contrastare la dinamica di allargamento dell'uso di nuove droghe, spesso assunte anche da giovanissimi in combinazione con l'alcool, che rappresenta l'ingresso verso forme di dipendenza più gravi. Gli stupefacenti di nuova generazione, diverse dall'eroina e dalla cocaina, vengono definiti "droghe ricreazionali", perché utilizzati dai giovani proprio durante il fine settimana, in un contesto che non sempre è di disagio, ma strettamente collegato ad uno stile di vita e ad un uso ritenuto erroneamente "più pulito" rispetto a quello collegato al mondo dell'eroina. Il progetto di prevenzione assume la scuola media superiore come luogo prioritario dell'intervento in quanto rappresenta l'agenzia educativa che accoglie la stragande maggioranza dei giovani, ma si aggancia a tutte quelle agenzie educative informali, con cui il ragazzo si trova a contatto durante il tempo libero, come associazioni sportive, giovanili, di volontariato, contesti di aggregazione diurna. L'obiettivo principale cui mira il progetto è quello di "formare" gli adulti educatori in maniera tale da saper conoscere gli effetti e i rischi connessi all'assunzione di queste nuove droghe, riuscendo ad individuare chi ne fa uso al fine di attuare delle strategie mirate.

"Gli insegnanti avranno il compito di svolgere una funzione di "moltiplicatore" di risorse, rispetto al contesto territoriale, e di cinghia di trasmisssione della campagna informativa/educativa che verrà svolta all'interno delle scuole" illustrano la dottoressa Maltese e il dottore Scaglione.
Il progetto prevede la realizzazione di cicli seminariali di sensibilizzazione e informazione rivolta non solo ai docenti degli istituti di istruzione superiore, ma anche agli studenti dei primi tre anni che agiranno a cascata come informatori alla pari, e agli operatori delle agenzie educative informali.
"Verranno costituite due "Task force" territoriali - prosegue il dottor Scaglione - una formata dal gruppo di insegnanti, l'altra da studenti, che hanno partecipato al corso di formazione e che agiranno come antenne delle realtà scolastiche, in sinergia con le equipes di diagnosi precoce che verranno costituite". Il risultato principale che il progetto si prefigge di ottenere è quello di attivare una rete di supporto che permetta, ai giovani e alle loro famiglie in primo luogo, e all'intera comunità territoriale di gestire in maniera consapevole il fenomeno dell'uso di droghe ricreazionali. "L'approccio universale del fenomeno permetterà di creare trasversalmente sul territorio le condizioni affinché nuove, ulteriori e specifiche azioni possano essere in futuro attivate da soggetti che avranno tutti gli strumenti per sapersi muovere nella problematica con autonomia e competenza, e che, in un'ottica di integrazione operativa, sapranno programmare linee d'intervento sempre più adeguate alle esigenze del territorio" conclude il dottore Sebino Scaglione.

Gabriella Tiralongo
Fonte: LaSicilia.it il 23-03-2004 - Categoria: Cronaca

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