Banditi pendolari, ma basista pachinese

PACHINO - Individuati i presunti responsabili della tentata rapina alla gioielleria Lao avvenuta lo scorso 29 aprile. Si tratta di Mirko Russello e Rocco Incardona, gelesi di 19 e 31 anni, nei confronti dei quali il magistrato ha emesso un ordine di custodia cautelare notificato in carcere. Insieme a loro risulta iscritto nel registro degli indagati un terzo complice, A. L. di 28 anni, al momento solo raggiunto da un avviso di garanzia. Ed è proprio quest'ultimo che, essendo di Pachino, è ritenuto il basista. Tutto parte dal tentativo di rapina (avvenuto di pomeriggio quando i tre fecero irruzione a volto scoperto nella gioielleria armati di fucile a canne mozze e di pistola), fallito per la reazione del titolare e dei clienti presenti. I tre fuggirono, non prima di aver sparato un colpo in aria a scopo intimidatorio. Il proiettile andò a conficcarsi nel soffitto. I rapinatori si dileguarono su una Fiat Uno, successivamente risultata rubata a Gela: durante la fuga furono intercettati da una pattuglia dei carabinieri che, dopo un breve inseguimento, ne persero le tracce. I malviventi, infatti, abbandonarono l'auto in contrada Scaro-Chiappa per scappare a piedi.


Con il sopralluogo effettuato dagli agenti della Scientifica nella gioielleria, non solo fu prelevato il proiettile conficcato nel soffitto, ma fu anche trovata la parte del cane esterno del fucile spezzatasi. Con il prosieguo delle indagini furono trasmessi a tutti gli uffici di Polizia e questure limitrofe i filmati con le fasi del tentativo di rapina. È scattata così l'identificazione: Russello e Incardona sono noti al commissariato di Gela i cui agenti si sono subito messi in contatto con la polizia pachinese per dare conferma dell'identità. Intanto il giorno dopo, il 30 aprile, gli agenti del Commissariato di Pachino fecero scattare le manette ai polsi del basista pachinese, per una rapina ai danni di una tabaccheria: in quel contesto il ventottenne pachinese fu trovato armato di un fucile a canne mozze, abbandonato durante il tentativo di fuga, con il cane esterno rotto. La coincidenza ha insospettito gli investigatori e dalla comparazione delle due parti (il cane trovato danti la gioielleria e l'arma sequestrata) è stata confermata la perfetta corrispondenza.

Maria teresa giglio
Fonte: LaSicilia.it il 05-10-2008 - Categoria: Cronaca

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