Assessore revocato presenta ricorso al Tar

PACHINO - L'ex assessore comunale Giuseppe Giliberto ricorre al Tar. L'ex componente della giunta ha dato mandato ad un legale per il ricorso al Tribunale amministrativo regionale al fine di farsi reintegrare nell'esecutivo cittadino. La vicenda riguarda la revoca delle deleghe assessoriali decisa qualche settimana addietro dal sindaco Sebastiano Barone. La decisione del primo cittadino è arrivata dopo la richiesta di cinque consiglieri comunali dell'Udc, Dell'Ali, Beninato, Orlando, Di Stefano e Valerini, sostenuti dal coordinatore cittadino del partito Sebastiano Cicciarella. Dell'Udc fa parte anche Giliberto. Il braccio di ferro tra il gruppo consiliare ha avuto inizio all'indomani della elezione del difensore civico. All'origine dello scontro tra l'ex assessore e i cinque consiglieri c'è infatti la posizione assunta da Giliberto di mancato sostegno alle indicazioni del gruppo consiliare.

Con Giliberto si è schierato soltanto il vicepresidente del civico consesso, Salvatore Francavilla, sesto componente del gruppo consiliare centrista. Nei prossimi giorni dovrebbe essere notificata al sindaco l'apertura del procedimento al Tar. Già all'indomani della revoca delle deleghe il sindaco aveva dichiarato che senza le indicazioni del gruppo consiliare dell'Udc l'assessore non sarebbe stato rimosso. «Giliberto ha lavorato bene in questi due anni ma non posso non tenere in conto le indicazioni del partito», ebbe a dire il sindaco Barone. La partita tra Giliberto e chi ha chiesto ed ottenuto la sua rimozione dunque è tutt'altro che chiusa. L'ex assessore che intanto continua a far politica all'interno dell'Udc. «Il mio impegno per la mia città prosegue - ha detto Giuseppe Giliberto - ed all'interno di un partito al quale ho sempre dato il mio appoggio senza se e senza ma».

Sergio Taccone
Fonte: LaSicilia.it il 09-12-2003 - Categoria: Politica

Lascia il tuo commento
La notizia è ridicola e contiene tratti farseschi. In base a quale principio l'ex assessore motiva il suo ricorso al Tar, forse che, come si dice a Pachino, "ccia lassatu sa nannu?". Non è forse la carica di un assessore una carica prettamente politica e come tale direttamente gestita dal potere politico? Non si fa mica un concorso per diventare assessori. Sembra una questione molto chiara. Se esiste un cavillo giuridico che permette all'ex assessore di rientrare esso è un clamoroso errore da correggere prima possibile. Nella sostanza l'assessore è o una personalità direttamente indicata dal sindaco e come tale se ne assume paternità e durata, oppure deriva da nomine partitiche e sono i partiti allora a deciderne le sorti. A Pachino il sindaco non ha mai deciso di adottare Giliberto, pur vantandone l'operato. Il padre naturale, il suo partito, lo ha ripudiato. Allora, l'assessore orfanello deve andarsi a cercare un altro protettore. Anche se, così facendo, non fa altro che convincere ancora di più l'opinione pubblica che esiste un eccessivo attaccamento al potere. Io spero che Giliberto desista dall'inoltrare ricorso. Che possa dimostrare il suo valore facendo politica in paese in maniera diversa. Dentro il suo partito, se lo ritiene ancora il suo, o in un altro. E spero pure, nel caso lo faccia, che il suo ricorso vada perso, a dimostrazione che la politica, anche se brutta come in questo caso, sia più forte dei personalismi. Saluti.
Ha fatto benissimo!!!!!!!

La notizia è di una importanza senza precedenti. L'accoglimento del ricorso da parte del TAR potrebbe invalidare tutte le deliberazioni effettate senza l'assessore.
E determinare una crisi istituzionale che l'opposizione neanche si sogna.
Se si guarda con attenzione la legge che regola i rapporti interni alla pubblica amministrazione e delle attribuzioni al Sindaco: per ciò che riguarda la Giunta si legge, senza spericolate interpretazioni, che al Sindaco viene attribuita una sorta di stato giuridico che travalica è stigmatizza il potere dei Partiti in senso stretto.(la norma proviene dalla stagione di tangentopoli e di altri fenomeni degenerativi che tanto danno hanno prodotto nella pubblica amministrazione) Cioè la legge gli conferisce i poteri di nominare anche persone esterne o esperti che il Sindaco individua come suoi collaboratori personali. Infatti la norma è stata studiata per contrastare lo stapotere di poche persone all'interno dei partiti storici che hanno perso ogni funzione e ogni prerogativa di rappresentanza territoriale.(il 91 a 0 delle elezioni politiche è un dato storico che rimarrà nella storia della Sicilia) A Pachino, per incapacità manifesta del Sindaco, non si sono avute le giuste interpretazioni e applicazioni che prevede la legge. Ed il Sindaco che non ha rivendicato i suoi poteri e strumenti giuridici di potere sulla norma si è lasciato comandare nelle sue più strette prerogative decisionali e giuridiche personali. Che,ricordiamo, non sono stati i partiti nella loro unicità. Ma singoli soggetti anche non ricoprenti cariche istituzionali che hanno la capacità e la detrminazione di essere individuati come "poteri forti". Pertanto, non solo c'è stata una palese infrazione e distorsione della legge, che giustamente l'ex assessore rivendica con il ricorso, ma una deliberata e non ammissibile surroga dei poteri che la la legge sulla pubblica amministrazione conferisce al Sindaco. A mio modesto parere si possono, anche, intravvedere nel susseguirsi di queste manifeste pretenziose richieste, quella di evidenti ed inequivocaboli "segnali" esterni intimidatori che hanno costretto il primo cittadino a piegarsi ai voleri imposti dai cosidetti "Partiti". Se non si capisce questo è perchè non si vuole capire. E qualcuno di questa non più celata dipendenza dovrà risponderne in sede politica.
Spero che il ricorso al TAR abbia tutti gli effetti sperati,sia per Giuseppe Giliberto che per tutti gli assessori che si sono susseguiti alla carica fin ad ora. E' importante qesto passaggio, non perchè ha un significato reale di potere essere reintegrato a rifare l'assessore: ma per la dignità individuale deille singole persone che non possono essere considerate pedine di una superiore mente e braccio del potere locale. Ciò,inoltre, dimostra che per tornare a fare l'Assessore non bisogna per forza legarsi alle poltrone. Infatti, Giliberto come altri prima di lui, non sono stati sfiduciati, personalmente, dal Sindaco, per il venire meno della propria fiducia, come avvenne nell'ultima amministrazione di centro-sinistra,(Mauro Adamo) Ma per induzione esterna non ammissibile dalla legge come dimostrato da una prima sentenza emessa in Trentino e dalla seconda sentenza emessa dal TAR di Trapani per un caso simile. Vai avanti Giuseppe. Se pemetti c'è una bella differenza di stile.....
Cordiali Saluti da Spiros.