Assenze strategiche e la sfiducia non si vota

Mozione di sfiducia rinviata a data da destinarsi per assenze strategiche martedì sera in consiglio comunale. La seduta estiva del civico consesso si è fermata al punto sette all'odg quando il consigliere Sebastiano Ferrara, probabilmente dopo aver percepito che la mozione di sfiducia ai danni del vicepresidente del civico consesso non avrebbe raccolto gli undici voti necessari per destituire Francavilla, ha proposto al consiglio di rinviare la seduta e quindi i punti ancora da esaminare a data da destinarsi. Che la maggioranza non avesse i numeri per dar seguito alla proposta di sfiducia nei confronti di Francavilla era già nell'aria, e la conferma si è avuta con l'inizio dei lavori consiliari. A pesare l'assenza di quattro consiglieri: Midolo, Di Pietro Paolo, Beninato e Distefano. Più tardi Midolo faceva ingresso in aula con una fugace apparizione che comunque bastava per far scattare il lauto gettone di presenza. I lavori sono dunque andati avanti con 16 consiglieri presenti. A determinare il rinvio della trattazione della sfiducia a Francavilla sono stati determinanti dunque l'assenza di Paolo Di Pietro che nei giorni scorsi, secondo quanto trapelato dagli ambienti politici, era apparso titubante soprattutto in merito alle motivazioni addotte per la sfiducia, ed il presunto rientro nell'organico dell'Udc di Dell'Ali. Tenuto dunque conto che il presidente Nicastro per motivi di opportunità difficilmente avrebbe partecipato alla sfiducia del suo vice, affrontare la votazione sarebbe stato inutile.

L'opposizione con il capogruppo dell'Udc Valerini ha colto l'occasione per attaccare duramente parlando di «Truppe cammellate che battono la ritirata», ma in realtà le assenze sono pesate anche sulla minoranza che, se compatta avrebbe potuto impedire il rinvio della discussione e bocciare la sfiducia chiudendo in tal modo definitivamente la partita. Non è invece andata così, ed anzi appare chiaro che il rinvio del punto servirà a dare margini di manovra alla coalizione amministrativa per recuperare qualche voce dissonante che vuole essere ascoltata prima di dare il proprio assenso. Francavilla, dopo lo scampato imminente pericolo, ha accusato in aula alcuni consiglieri di «vigliaccheria politica». Ma gli epiteti non hanno scosso il Liberal socialista Ferrara che ha commentato: «Ancora una volta si confonde la sfera personale con quella politica. Francavilla non può fare il vicepresidente perché il secondo scranno più alto spetta alla minoranza».

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 13-08-2004 - Categoria: Politica

Lascia il tuo commento