Asl e volontari per superare il disagio familiare

PACHINO - Si sono tenuti nei vari centri del Distretto socio-sanitario 46, che comprende i comuni di Noto, Pachino, Rosolini, Avola e Portopalo, i cosiddetti laboratori tematici per l'elaborazione dei piani di zona relativi all'attivazione della legge n. 328 con lo scopo di mettere in rete gli interventi dei vari soggetti che attivano forme di servizio pubblico e di attività nel mondo del volontariato. Integrazione e potenziamento dei servizi socio-sanitari alla base della stessa che trova in questo periodo massima attenzione da parte degli operatori del settore. Interessante il laboratorio sul tema «Famiglia, infanzia ed adolescenza» svoltosi presso la sala consiliare di Pachino. I partecipanti, rappresentanti di istituti religiosi, parrocchie, servizi sociali, cooperative, esponenti dell'Asl e delle associazioni, hanno discusso sulla bozza istruttiva predisposta dalla dott.ssa Sebastiana Collura psicologa e operatrice del Centro di Ascolto Caritas di Pachino. Partendo dall'analisi dei bisogni, sono state individuate le trasformazioni demografiche che hanno modificato il modello tradizionale di famiglia. Le crescenti instabilità dei legami, la necessità di lavoro per entrambi i coniugi, rendono più debole la relazione di coppia e la cura dei figli aumentando le situazioni conflittuali all'interno dei nuclei familiari.

Cartina di tornasole di questa delicata situazione è il sempre maggiore numero di minori sottoposti a provvedimenti da parte del Tribunale per i minori di Catania: le poche strutture presenti nel territorio (Comunità Alloggio e Case Famiglia) spesso non riescono a soddisfare le richieste di inserimento. Il coordinatore del tavolo tematico prof. Giuseppe Vassalli, direttore della Caritas diocesana, nel predisporre il documento finale, sottolinea che nella prospettiva della legge 328 gli interventi possono essere di potenziamento e innovativi per rendere alta la qualità dei servizi nella risposta alle reali esigenze della persona, tenendo conto della formazione permanente degli operatori coinvolti, della personalizzazione degli interventi, nell'ottica della promozione della qualità della vita e dell'autonomia della persona, cercando così di realizzare nel concreto un sistema di interventi non più settoriali e isolati, ma integrato. Significative le idee guida sulle quali riflettere come l'adozione sociale per le nuove coppie con percorsi di formazione per una genitorialità condivisa; mediazione di coppia e terapia familiare; centro di prima accoglienza per minori e adulti in difficoltà; meeting socio-culturali a livello di quartiere; centri sociali ed educativi, con sostegno socio-psico-pedagogico anche nelle scuole e con attività di prevenzione agli abusi e maltrattamenti dei minori, vittime inconsapevoli del disagio familiare.

Salvo Lupo
Fonte: LaSicilia.it il 04-07-2003 - Categoria: Cronaca

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