Aree Sic: «No ai tavoli tecnici»

Aree Sic: «No ai tavoli tecnici» PACHINO - Nuovo intervento sulle aree Sic e Zps, ossia le aree di interesse comunitario che potrebbero imporre delle limitazioni su buona parte dei territori oggi coltivati a ciliegino. Ad intervenire è stato il presidente provinciale di Coldiretti Corrado Cugno che peraltro essendo pachinese conosce alla perfezione i luoghi dove avviene la coltivazione intensiva in serra. “I tavoli tecnici proposti dall'onorevole Confalone, -ha affermato Cugno- purtroppo non servono e non centrano l'obiettivo. Un tavolo di regia è già stato fatto e le tre confederazioni agricole e cioè Coldiretti, Cia e Confagricoltura in passato si sono già seduti al tavolo insieme ai funzionari regionali dell'assessorato all'agricoltura ed a quelli dell'assessorato all'ambiente, ed hanno proposto quelle che secondo le organizzazioni agricole erano le attività di cui si doveva tenere conto all'interno dei siti di interesse comunitario e delle zone a protezione speciale. Nonostante tale concertazione sia già avvenuta, -ha continuato Cugno- oggi sembra che si debba rifare tutto daccapo”.

Secondo il presidente provinciale di Coldiretti inoltre le arre Sic e Zps servono a poco per la tutela dell'ambiente, poiché i maggiori tutori sembrano essere gli stessi imprenditori agricoli. “Se si vogliono aree verdi e protette che costituiscano anche un'attrattiva per il turismo enogastronomico, -ha continuato Cugno- è necessario lasciare mano libera agli agricoltori che governano bene i territori locali e che sono i primi custodi dell'ambiente. In altre zone dove sono state realizzate delle aree protette affidate poi a comitati di gestione, oggi regna l'abbandono più totale. Non credo che questo sia nell'interesse dell'ambiente. Inoltre, -ha concluso Corrado Cugno- non posso non accorgermi di paradossi che sono sotto gli occhi di tutti. Si vuole cercare di limitare lo sviluppo agricolo e poi si dà la possibilità ad imprenditori edili di costruire all'interno di quelli che sono gli stessi pantani che per legge si vorrebbero tutelare”. Gli agricoltori dunque non vogliono le mani legate da vincoli di sorta, ed anzi ritengono che si debba puntare di più sulla ricerca e sullo sviluppo della serricoltura e della produzione intensiva, vero piatto forte dell'economia locale le cui evoluzioni non si possono prevedere né limitare. Adottare vincoli invece significherebbe cristallizzare l'economia agricola a quanto accade oggi impedendo che questa possa competere in futuro con quella libera degli altri Paesi, non ultimi quelli del nord Africa che già annoverano le migliori tecnologie di ricerca in campo agricolo e sementiero.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 02-11-2007 - Categoria: Cronaca

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