Archeologia: Nel profondo blu c'è ancora molto da fare

(ANSA) - PALERMO, 10 DIC - ''Attendiamo solo la firma dell' accordo con la Tunisia per andare a caccia dei compagni del Satiro Danzante''. Lo ha annunciato l' archeologo Sebastiano Tusa nel giorno dell' insediamento a Palermo della Soprintendenza del mare, la prima in Italia, istituita in Sicilia per valorizzare il patrimonio archeomarino della area sud del Mediterraneo. Accanto alla ricerca di altri capolavori come il bronzo attribuito a Prassitele, per ora esposto in Giappone, parlando con i giornalisti il neo-sovintendente ha tracciato un calendario delle prossime attivita' nei fondali mediterranei, che prevede puntate in Libia ed in Turchia.

''Nell'area del Mediterraneo la Soprintendenza del Mare continuera' la sua missione in Libia - dice Tusa - per il recupero di una imbarcazione veneziana, e verra' avviata anche una campagna in Turchia''. ''In Sicilia sono molte le campagne gia' in programma - ha proseguito il sovrintendente - tra queste c' e' il recupero di elementi architettonici sommersi nel mare di Marzamemi in provincia di Siracusa. A Levanzo invece verra' presto avviato lo scavo in localita' Calaminnola, dove si trova il relitto di una nave ellenistica del terzo secolo avanti Cristo. L' imbarcazione non verra' recuperata, ma saranno istallate telecamere che consentiranno al pubblico dei musei di ammirarla''. Tra gli obiettivi della Soprintendenza c' e' anche la creazione di nuovi itinerari subacquei a Pantelleria, a Porto Palo, dove si trova una nave punica, e alle isole Egadi.
Fonte: Ansa.it/10-12 il 14-12-2004 - Categoria: Cultura e spettacolo

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Elementi architettonici a Marzamemi.


Una nave carica di marmi è nel fondo delle acque di Marzamemi-Bove Marino, fin dal VI secolo d.C.. "Trasportava una chiesa bizantina prefabbricata realizzata nel periodo di dominio di Giustiniano I, che aveva in progetto di rilanciare la fede ortodossa di Istambul( Bisanzio) e l'artigianato locale nel bacino del mediterraneo che era, ancora, sotto la influenza politico-religiosa della megalopoli bizantina." Nel 1958, come ci riferisce, il Signor Prof. Preside Emanuele Muscova, nel suo pregevole volumetto: "PACHUM PHOENICIUM",un pescatore locale di Marzamemi, incuriosito da quelle presenze insolite e da elementi lapidei naufragati, volle segnalare la presenza di questi elementi architettonici alla Soprintendenza di Siracusa e al suo Soprintendente Sen. Paolo Orsi. Il Soprintendente, per effettuare il sopralluogo, si servi della consulenza scientifica del noto geo-archeologo, Gerard Kaptain che in breve relazionò sulla presenza in sito: di una probabile chiesa bizantina interamente smontata composta da bellissimi marmi verdi della Tessaglia che dovrebbero comporre il pulpito e di marmi grigio-bianco della Marmara che dovrebbero formare le pareti del tabernacolo. Inoltre, sparsi, nelle immediate vicinanze, anche diversi capitelli ed altro materiale( anfore,cocci,cordame,ecc.ecc.) che allora venne raccolto dai fondali per consentire analisi e studi scientifici molto accurati per individuare per bene la provenienza culturale e di appartenenza storica dei beni inabissati. Nella bibliografia di riferimento, si segnala, uno studio generale a cura della nota casa editrice di Firenze: “Edizioni nel segno del Giglio” che in una breve nota, in formato pdf, a cura di Giuliano Volpe, fa una analisi dettagliata dell'importanza, in quel periodo storico, dei commerci marittimi. Nella bibliografia di riferimento, si citano espressamente le due relazioni di Gerard Kaptain,sull'argomento nave a Marzamemi e carico. La prima, tenuta al III simposio mondiale di archeologia sottomarina svolto a Barcellona nel 1961, con il seguente titolo : "Esplorazioni su alcuni carichi di marmo e pezzi architettonici davanti alle coste della Sicilia Occidentale", in atti.E la seconda, del 1980,con il titolo: "Elementi architettonici per una basilica dal relitto navale del VI di Marzamemi Siracusa", in atti del XXVII corso di cultura ravennate e bizantina, svolto a Ravenna.
Se dopo 46 anni dalla segnalazione degli importantissimi reperti archeologici marittimi la sezione referente della Soprintendenza regionale alle opere subacquee, ha deciso che è arrivato il tempo per portare questi oggetti alla luce del sole: questa è una notizia che non può fare altro che un immenso piacere. Farebbe, anche, moltissimo piacere, che per poterli ammirare e vedere esposti, previo restauro,possibilmente nella stessa zona dove sono stati trovati(a Marzamemi): non ne passassero altri quaranta, di anni.
Sai com'è! No?

Cordiali Saluti Spiros