Appello della Cgil ai giovani: Non accettate compromessi

Il ruolo del sindacato è importante e può servire a migliorare la qualità del lavoro per tanti giovani. Manca il lavoro e, se arriva, bisogna accontentarsi. O prendere o lasciare. E' questa la mentalità che caratterizza le giovani generazioni, che, pur di non gravare sul bilancio economico delle famiglie, accettano qualsiasi condizione, sottoccupazione, mancanza di diritti, impieghi con scarsissima retribuzione, nessun contributo. Se ai migliaia di disoccupati che si registrano nel territorio della Zona Sud si affiancano quelli di tutta la nazione, la disoccupazione conta milioni di cifre. Un primo passo, quindi, per lottare contro questo grave disagio sociale è quello di non accettare compromessi. A tal proposito la CGIL pachinese lancia un appello ai giovani ad una presa di coscienza, come una delle possibili soluzioni. "Bisogna appoggiarsi ai sindacati -asserisce il segretario della CGIL Nino Preziosi- per fornire i mezzi e le energie per poter intervenire a vostro favore e migliorare la qualità del lavoro". Un appello che scaturisce dal silenzio dei numerosi disoccupati pachinesi. "La nostra confederazione -spiega il segretario- conta una minima percentuale di giovani associati relativamente ai diversi settori, ad eccezione dell'agricoltura dove si registra un lieve aumento di iscrizioni giovanili".

L'agricoltura, infatti, è il settore dell'economia locale che conta il maggior numero di lavoratori. L'attività primaria del comprensorio, su cui punta il rilancio economico, grazie alla produzione e alla promozione nei mercati nazionali e internazionali di prodotti tipici di alta qualità. Eppure, anche nel settore più redditizio si registra un alto livello di sottoccupazione. Lavoratori sottopagati, privi di diritti, spesso scartati a favore del lavoro nero, che non richiede il pagamento di nessun contributo per una protezione sociale e pensionistica. La diffusione del fenomeno della sindacalizzazione potrebbe contribuire a rilanciare l'attività agricola a partire dalla forza giovanile. Il settore potrebbe garantire un alto livello di occupazione, non soltanto relativamente alla mano d'opera. Non si tratta, insomma, di dedicarsi esclusivamente alla coltivazione dei campi, secondo quell'immagine limitata dell'attività agricola che prevale nella mentalità locale, motivo per cui i giovani la evitano e la sottovalutano. Bisognerebbe piuttosto dare spazio agli investimenti e alla ricerca, attraverso professionisti qualificati. E i requisiti provengono dalle giovani generazioni.

Lidia Corallo
Fonte: LaSicilia.it il 11-11-2003 - Categoria: Cronaca

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