Antichi retaggi da risolvere con culture nuove

Riesplode la questione del territorio e delle autonomie locali, retaggio di antichi capitoli di storia che continuano a pesare sugli assetti attuali e di evoluzioni demografiche e urbanistiche delle quali nessuno si decide ancora a tener conto. Parlare di autonomie comunali oggi non è certo com'era nel 1979, quando nacque il Comune di Priolo dalla espansione di quel borgo rurale che era prima del fenomeno industrializzazione. Ma non è nemmeno possibile continuare a tenere ampi strati del territorio e della popolazione privi o quasi di servizi.

Da questo nascono, in realtà, i fermenti autonomistici, non da presunte vampate irredentistiche, inattuali quanto inopportune.
Belvedere e Cassibile, a due passi dal centro del capoluogo, non avrebbero alcun motivo di rivendicare autonomie se il capoluogo non fosse per loro così avaro di collegamenti viari, di trasporti pubblici, di efficienti reti idriche e fognarie, elettriche e telefoniche, di presìdi sanitari e scolastici, di centri di aggregazione, di quant'altro oggi consente un civile vivere sociale. Se il capoluogo non dà quel che deve la gente finisce per cercare di far da sè. Diversa è la situazione di territori come Città giardino, frazione di Melilli attigua a Belvedere, Marina di Melilli, insinuata fra Marina di Priolo e Targia. Ulteriormente diversa è la situazione dei territori di Marzamemi al confine tra i Comuni di Noto e Pachino.

Storicizzata, per non dire cronicizzata, è la situazione delle contrade contese tra Noto e Palazzolo Acreide, tra Noto e Rosolini, tra Noto e Pachino, tra Noto e Canicattini Bagni. In questi ultimi casi domina la scena una vera e propria contesa territoriale. Ma anche in questi casi, come negli altri, il problema di fondo è sempre la carenza, se non addirittura la mancanza, di servizi. Le spiagge di Marzamemi restano spesso prive delle pulizie stagionali mentre il Comune di Pachino aspetta che intervenga quello di Noto e quest'ultimo aspetta il primo. I residenti delle contrade contese tra Noto e Palazzolo spesso non riescono ad ottenere nemmeno un servizio di scuolabus per i propri ragazzi, i quali non possono essere accompagnati a scuola dai genitori che devono accudire i campi e il bestiame.

Quando la siccità imperversa e il Comune di Palazzolo rifornisce di acqua con autobotti le contrade abitate da palazzolesi l'amministrazione comunale netina quasi si offende.
La catena degli episodi, delle carenze, dei bisogni, è infinita. Affrontarli seriamente è possibile soltanto su due fronti: da una parte un serio, ineludibile, riordino del territorio, nella condivisione delle popolazioni interessate, e, dall'altra, la costituzione di consorzi di comuni contermini per la erogazione di servizi alle popolazioni residenti nelle contrade e nelle circoscrizioni decentrate. Per il riordino del territorio c'è una legge regionale, ma non c'è ancora il regolamento di attuazione. Per la costituzione di consorzi occorre un preliminare salto di qualità culturale, nella concezione del vivere associato, che ancora non appartiene ai nostri territori. Nell'attesa esplodono i conflitti.
Fonte: LaSicilia.it il 08-11-2002 - Categoria: Cronaca

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