Annata nera, ma la colpa non è degli agricoltori

Allarme agricoltura. In ginocchio imprenditori e consumatori.
Per gli imprenditori, i maggiori imputati di un bilancio in rosso sono, oltre ai fattori meteorologici di questi ultimi giorni, gli scarsi consumi e una crisi generale del mercato. Il presidente della cooperativa Aurora denuncia un «anno nerissimo» per gli addetti ai lavori. «C'è una situazione di grosso allarme - afferma - i consumi sono molto limitati e i prezzi stentano a decollare. Ad aggravare la situazione contribuisce anche la disinformazione e il tentativo sbagliato di rapportare i prezzi registrati nei mercati rionali con i prezzi del prodotto di qualità confezionato, non considerando i costi aggiuntivi. E la crisi è globale, investe tutti i settori, dato che in questi giorni non c'è un prodotto in particolare che sta primeggiando nel mercato». Da parte loro, anche i consumatori lamentano prezzi troppo alti nei banchi dell'ortofrutta, tali da indurre a limitarne il consumo. Prezzi eccessivi non soltanto per i fuori stagione, ma anche per frutta e verdura stagionali. «Bisogna chiarire -sostiene Salvatore Dell'Arte - cosa intendiamo per prezzo alto. Sicuramente un prodotto confezionato, impeccabile nell'aspetto e soprattutto di qualità ha un prezzo più alto rispetto al prodotto estero proveniente dai Paesi del bacino del Mediterraneo, dove i costi di produzione sono notevolmente più bassi.

Se, infatti, per fare un esempio, un agricoltore nella nostra zona guadagna circa 50 euro per ogni giornata lavorativa, in Marocco, in Egitto, in Libia, in Algeria e in diversi altri Paesi mediterranei, la paga giornaliera oscilla dai 2 ai 5 euro. Sappiamo che l'anello debole è la produzione, mentre l'anello forte è la distribuzione. Per dare una svolta a questo andamento negativo occorre il coinvolgimento delle istituzioni».
Meno preoccupante, invece, la situazione dal punto di vista climatico. Le piogge pervenute in questi giorni, infatti, possono solamente ritardare la raccolta, ma senza compromettere la qualità del prodotto. «Al di là del fattore climatico - spiega il presidente della Cia, Salvatore Lupo - è pesante la situazione del mercato, perché abbiamo costi di produzione alti dovuti all'alto costo dei lavori, ai costi energetici, agli alti costi di trasporto per raggiungere i mercati e alle difficoltà logistiche. Occorre, inoltre, che il settore si modernizzi con servizi moderni e nelle filiere, che non sempre sono razionali e adeguate alle esigenze dei mercati».

Lidia Corallo
Fonte: LaSicilia.it il 30-04-2004 - Categoria: Cronaca

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