Ambulatori e agenti, ecco la rete anti-sbarchi

PORTOPALO - Ancora una volta la macchina degli aiuti si è mossa con efficacia e ancora una volta, accanto a militari e agenti sono intervenuti medici, infermieri, volontari che costituiscono una rete importante nella gestione del fenomeno sbarchi. Sono stati tempestivi, infatti, gli interventi di pronto soccorso prestati ai clandestini sbarcati lungo le coste di Portopalo di Capo Passero qualche ora prima dell'alba di domenica. Sul luogo sono intervenuti autorità civili, militari, associazioni di volontariato e rappresentanti della protezione civile. L'allarme, raccolto da volontari e forzeistituzionali, è stato lanciato dalla Capitaneria di Porto, che, dopo aver avvistato gli extracomunitari al largo, ha provveduto a trainarli fino all'approdo sulla terraferma. I clandestini, ricevuti i primi soccorsi, sono stati trasportati in seguito al Tensostatico di Pachino, dove hanno sostato per alcune ore. Successivamente, da Catania, sono stati diretti verso il centro di prima accoglienza di Bari che adesso è quasi completamente pieno. Il campo profughi è situato nell'aeroporto militare di Bari-Palese, dopo gli ultimi 96 arrivi dalla Sicilia della notte scorsa. La situazione complessiva è, comunque, «abbastanza positiva», secondo quanto confermano alcuni esponenti del Prc e dei Ds, che si sono recati oggi in delegazione a visitare il campo. Tra i 102 extracomunitari vi erano anche donne e bambini. Non ottime le condizioni di salute, conseguenti ad un viaggio estenuante e svolto in condizioni igieniche preoccupanti. La maggior parte degli extracomunitari accusava i classici sintomi del «colpo di calore», conseguenti al lungo viaggio. I soccorsi sono stati resi possibili grazie all'immediato intervento dei volontari della Misericordia di Portopalo e della Prtozione Civile e all'attivazione dell'Unità di crisi da parte dell'Asl per l'assistenza sanitaria. Il gruppo è confluito al Tensostatico accompagnato dalle autorità intervenute, dai volontari, dalla coordinatrice dell'Unità di crisi, Nella Caruso, dal personale dell'Emergenza territoriale, dalle Guardie mediche di Pachino e Portopalo e dal servizio Igiene.

I clandestini, pertanto, sono stati visitati e trattati secondo le necessità mediche che richiedevano. Si è proceduto subito ad escludere eventuali rischi di malattie diffusive. Tutti erano affamati e parecchi anche disidratati. Si è reso necessario, quindi, intervenire sul posto con terapia infusiva. Non si sono registrati casi gravi, solo per due di essi, un uomo e una donna, particolarmente disidratati, è stato ritenuto opportuno il ricovero all'ospedale di Noto. Ma, prestati i primi interventi, le loro condizioni fisiche sono subito risultate in netto miglioramento, già nelle prime ore della mattinata di ieri. Facevano parte del gruppo anche quattro bambini, di cui uno di pochi mesi. Nessuno di loro destava preoccupazioni dal punto di vista clinico, per cui i piccoli sono stati lasciati con le mamme.
Ancora una volta l'intervento per prestare la prima assistenza sanitaria di base è avvenuto tempestivamente, la catena dei soccorsi è stata messa in moto senza risparmio di energia e di mezzi. In un'area di confine, l'intera fascia medidionale della Sicilia, la macchina dei soccorsi ha funzionato con la solita puntualità, grazie a un'esperienza che è il frutto di un rodaggio lungo anni. Le nostre spiagge, infatti, sono il terminale naturale di una vera e propria fiumana di disperati in fuga dalle guerre e dalle carestie dell'Africa di cui, ogni tanto, parlano i telegiornali e scrivono i giornali. Lungo le coste siciliane, che si offrono come inevitabile approdo alla ricerca di chi si mette in cammino perché vuole una vita migliore per sé e per i propri figli, sono numerose le organizzazioni che, agendo accanto alle forze dell'ordine, si occupano dell'aspetto più propriamente umanitario dellavicenda immigrazione. L'Azienda sanitaria locale, in convenzione con la cellula italiana di Medici senza frontiere, ha dato vita a una serie di ambulatori sul territorio, con lo scopo principale di dare assistenza agli stranieri, prescindendo dalla regolarità della loro presenza sul territorio italiano, nella convinzione che controllare la salute degli immigrati clandestini contribuisca a garantire la salute di tutti, a evitare casi di intolleranza, infine a facilitare i rapporti con i cittadini stranieri.

di Lidia Corallo
Fonte: LaSicilia.it il 25-06-2003 - Categoria: Cronaca

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