Acquistato lo stabile delle Poste

MARZAMEMI - “E io mi faccio la barca”. Deve essere questo il motto, tipico di coloro che intendono soddisfare i propri desideri dopo averli a lungo coltivati ed inseguiti, a cui ha pensato l'ing. Cesare Cavarra nel fare l'ultimo dei suoi investimenti. Solo che la passione, anche professionale, di Cavarra, non è rivolta alle imbarcazioni ma agli immobili ed alla borgata di Marzamemi. E così l'ingegnere pachinese, molto noto oltre che per la sua professione anche per le sue passate apparizioni televisive e per essere uno strenuo difensore del borgo marinaro, ha pensato bene di investire ancora una volta sul mattone. Non ha però acquistato un immobile qualsiasi, (ne possiede già ben otto nella frazione), ma un immobile contro cui da tempo lottava, conducendo una vera e propria battaglia insieme ad un personaggio noto, Vittorio Sgarbi, affinché quest'immobile venisse abbattuto o quantomeno antichizzato: Cavarra ha acquistato il palazzetto delle poste. Non si sa quanto lo abbia pagato, non ha voluto rivelarlo, ma con aria soddisfatta ha detto di essersi aggiudicato la gara per soli duecento euro in più rispetto agli avversari, cifra che solo all'ultimo momento ha deciso di aggiungere. Da tempo l'obiettivo dello stesso neoproprietario e del “Comitato Pro Marzamemi” era quello di far si che la piazza centrale della borgata avesse un unico stile, adeguato al palazzo di Villadorata, alla chiesetta diroccata, alle “casuzze” dei pescatori.

Infatti l'aspetto ed il contesto architettonico, bellissimo e suggestivo, veniva rovinato da quell'ufficio in cemento, con gli infissi in alluminio, il travertino e l'intonaco al plastico. Un vero e proprio pugno nell'occhio per chi visita il borgo. “Ora che l'ho comprato io, -ha affermato un entusiasta Cavarra- lo renderò conforme all'ambiente, così come più volte ho suggerito di fare rimanendo inascoltato. Io ho sempre difeso questa piazza, sin da quando l'amministrazione Adamo decise di impiantarvi degli alberi che la avrebbero deturpata. Allora io mi misi dentro una delle buche fatte dagli operai e non uscii fino a quando gli amministratori ed i tecnici non recedettero dal loro intento. La piazza infatti deve rimanere assolutamente libera”. Poi Cavarra fa cenno anche al tipo di intonaco che caratterizza le facciate del palazzo di Villadorata e della chiesetta rendendoli unici. “Si tratta di un intonaco fatto con sabbia marina, -ha affermato- dove ancora si possono scorgere piccolissime conchiglie rimaste incastonate dando un effetto oggi difficilmente riproducibile. Qui tutto dovrebbe essere conservato e non dovrebbero essere consentiti i nuovi e moderni intonaci. La modernità va invece usata per creare parcheggi anche solo estivi”.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 03-05-2006 - Categoria: Cronaca

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