Acqua, in arrivo la stangata

PACHINO - Il Comune chiede il pagamento, i cittadini denunciano le carenze. Il responsabile del decimo settore del Comune, entrate riguardanti il settore idrico, viste le determine con le quali sono state approvate le liste di carico degli utenti per le entrate patrimoniali relative ai proventi dell'acquedotto ed i ruoli della fognatura e della depurazione per l'anno 2002, rende noto che lunedì 31 maggio 2004 è l'ultimo giorno per pagare la prima rata di acconto o la rata unica del ruolo idrico, fognario e di depurazione per l'anno 2002. «Gli uffici municipali, pertanto, invitano gli utenti a effettuare i versamenti esclusivamente negli uffici postali, utilizzando i relativi bollettini di conto corrente postale prestampati, fatti già recapitare a domicilio a mezzo di servizio postale. Tutti coloro che nel frattempo hanno smarrito la bolletta o non l'hanno ricevuta, - continua il comunicato stampa - sono invitati a recarsi presso l'ufficio entrate - servizio idrico di via Lucio Tasca n° 62 aperto tutti i giorni lavorativi escluso il mercoledì dalle 10 alle 13 ed il martedì anche di pomeriggio dalle 16 alle 18 per il rilascio a vista del bollettino di conto corrente postale». L'ufficio avverte altresì che se il pagamento viene effettuato oltre i termini previsti, «il Comune applicherà gli interessi nella misura stabilita dal regolamento generale delle entrate, le eventuali maggiori spese di esazione, nonché una sanzione del 30% qualora il ritardo nel pagamento fosse superiore a 15 giorni. Nel caso in cui il mancato pagamento continuasse, - continua il comunicato stampa della casa municipale- il comune si riserva la facoltà di sospendere, senza obbligo di preavviso, la fornitura». Fin qui l'avviso diffuso dalla casa municipale, che è stato pubblicato anche tramite manifesti murali.

Da tempo l'amministrazione comunale è impegnata nella riscossione dei canoni che all'inizio si è rivelata più complessa del normale a causa degli anni prescritti e dunque oggetto di contestazione da parte di non pochi cittadini. L'assessore al Bilancio e Finanze nei mesi scorsi, dopo l'invio degli avvisi di pagamento aveva preso atto dell'evidente prescrizione relativa agli anni '96 e '97 consentendo a coloro che ne facessero richiesta di scomputare le somme dovute relative a quelle annualità. Era stato poi lo stesso primo cittadino, in Consiglio comunale, a precisare che gli importi degli anni '96 e '97 erano comunque dovuti dai cittadini perché oggetto di effettivo consumo e la prescrizione metteva solo l'ufficio tributi in condizione di non poterne pretendere il pagamento con mezzi coattivi. Una conferma di tale tesi si è avuta del resto nelle previsioni relative alle entrate del condono approvato dalla giunta che comprende anche le annualità prescritte. Malcontento è invece stato espresso dai cittadini. Il sollecito del pagamento arriva infatti in un periodo di grave carenza idrica in molte zone della città e che ha fatto registrare parecchie lamentele. A tal proposito nei giorni scorsi un gruppo di cittadini è stato ricevuto dal sindaco.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 21-05-2004 - Categoria: Cronaca

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Dalla Sicilia di oggi:

Acqua, siamo agli sgoccioli
RISORSE IDRICHE.
Allarmante relazione del consulente della Procura, Aureli. «Pozzi troppo emunti»


Roberto Rubino
Entro pochi anni le riserve idriche di Siracusa saranno definitivamente compromesse. Questo il messaggio scaturito dal convegno dell'Ordine Nazionale dei Biologi tenutosi venerdì sulla "Salubrità dell'ambiente come obiettivo di qualità ed esigenza per la salute". Il convegno, cui hanno reso il loro saluto il Prefetto di Siracusa, Francesco Alecci, il Presidente della Provincia, Bruno Marziano ed il sindaco, Giovanbattista Bufardeci, ha visto la ricostruzione storico-giuridica della legislazione ambientale fatta dal magistrato Musco e si è incentrato, a livello scientifico, sulle relazioni del Ministero dell'Ambiente, con Emilio Tassoni. L'analisi relativa all'inquinamento della falda idrica è stata condotta dal professor Aurelio Aureli, ordinario di geologia, consulente della procura sul territorio.
Tassoni, dopo aver ricordato che la conferenza di servizi del 14 maggio ha dichiarato "approvabile" il progetto di bonifica del sito priolese, lasciando adesso il compito, alle aziende, di mettere in sicurezza l'intera area, aveva di poco anticipato il problema poi approfondito da Aureli, vale a dire l'intrusione del sale nelle falde acquifere, a causa degli eccessivi emungimenti. A questo sovrasfruttamento dalla crosta terrestre, va aggiunto un quadro geologico particolare, dominato dalla deformazione tettonica che determina tre grandi zone. Una, più profonda, carbonatica, a livello mediano, una zona argillosa, ed in alto, un'area composta da materiali di riporto, che possono precipitare in profondità anche per un periodo di piogge intense, inquinando.
L'inquinamento, ha poi spiegato Aureli, è di natura "indotta, prodotta o favorita". L'indotto, consiste nel fatto che qualcuno, alterando lo stato naturale delle cose, lo ha facilitato. Conseguenze dirette di questo? L'acqua di Siracusa, per esempio: "Ha un tale livello di cloruro di sodio che non é quasi più potabile". E se, anticamente, la sorgente Aretusa serviva a dissetare la popolazione durante gli assedi, questo, oggi, non sarebbe più possibile, essendo molto più salata di un tempo. Ciò è successo perché nella nostra zona sono stati installati più di 800 pozzi, di cui solo 500 sono stati regolarizzati dal Genio Civile, ma 300 sono ancora abusivi. Ora, ogni agricoltore ha interesse a tirar fuori solo l'acqua che gli serve, nulla più. Ma è il modo in cui la tira fuori che danneggia le riserve idriche.
Troppo velocemente, 10 volte di più rispetto agli inizi del secolo scorso. I risultati di questo emungimento-rapido sono drammatici. Il contadino ha fatto abbassare il livello "piezometrico" richiamando sale dal mare verso l'interno della falda, "con una progressione spaventosa che porterà via tutto il patrimonio idrico di Siracusa entro pochi anni". Le sorgenti del Ciane, nel 1906 avevano una portata di 1600 litri al secondo, il 22 agosto dell'88' non arrivavano a 22 litri. Praticamente azzerate. L'Aretusa si mantiene sempre in condizioni storicamente accettabili perché funziona come una vasca che perde poco, ma che poco acquisisce dal "rubinetto" di alimentazione. E qui si torna ai perché dell'inquinamento della falda, oltre che alla sua riduzione.
Nel momento in cui la falda è stata modificata dal suo percorso naturale a causa dell'ipersfruttamento dei pozzi, ciò costringe l'inquinamento "prodotto" dalle industre a prendere altre vie, verso depressioni create artificialmente. Chi ha provocato tutto questo? Pochi pozzi realmente, ma che hanno determinato una seria modifica dell'andamento di falda. Se poi, a questo, si aggiungono le piogge dell'alluvione scorso, si può comprendere come le acque di scarico di depurazione, non contenute, prendano altre vie per essere immediatamente assorbite dal suolo. Infine, l'inquinamento "favorito": "E' il caso delle concessioni rilasciate per lo sfruttamento delle cave ai privati".
MARINA NOE' ASSESSORE REGIONALE.....
IN ATTESA DEL GIUDIZIO UNIVERSALE...
Dalla Sicilia di Oggi:
Un sogno lungo trent'anni
Salvatore Maiorca

«Mentre a Roma si discute Sagunto viene distrutta». Si disse così della città spagnola, alleata di Roma, che nel 219 venne espugnata da Annibale. Lo ripetè il cardinale Pappalardo, a proposito di Palermo in mano alla mafia, nel 1982, quando venne assassinato il prefetto Dalla Chiesa. Potremmo ripeterlo oggi, a proposito della falda che si va estinguendo mentre si continua a discutere su chi deve spendere che cosa.
È stato detto ieri in Assindustria, dall'assessore regionale Marina Noè, che la Regione farà quel che deve fare. E l'assessore ha precisato che questa è la linea non soltanto sua ma anche del presidente Cuffaro, che peraltro era assente. Intanto i reflui depurati finiscono in mare, l'acqua del Biviere rimane dov'è, si continua ad attingere dai pozzi trivellati, la falda si estingue.
Resta il sogno dei laghetti collinari e subcollinari. Di questo sogno vennero tracciate le linee di attuazione nel progetto di sviluppo integrato per le zone sud e montana che la società Bonifiche elaborò per il consorzio Asi nel 1978. Si stampò un bel librone, che venne ufficialmente presentato. Ma rimase un altro libro dei sogni.
Il progetto seguiva i criteri di madrenatura: raccogliere le acque meteoriche delle colline della provincia (della zona iblea soprattutto) in piccoli bacini, opportunamente distribuiti sul territorio, alcuni dei quali a fondo naturale per consentire una parziale infiltrazione d'acqua nel sottosuolo e contribuire così al rimpinguamento della falda, realizzare una rete di distribuzione da questi laghetti alle utenze agricole e civili, abbattere quindi l'emungimento della falda.
Si cominciò a discutere. E si discute ancora oggi, a fasi alterne. Intanto nell'acquedotto del capoluogo scorre acqua ad alta percentuale di cloruri. Il peggio incombe sempre più. E si parla di sviluppo turistico, cioè di garantire acqua anche ai turisti.