Acqua, condonati '96 e '97

PACHINO - Condono per le bollette relative ai canoni idrici del biennio '96 e '97: è questa la decisione presa dall'assessore al bilancio Enzo Berretta che chiederà appunto di condonare il pagamento. Una mossa volta soprattutto ad evitare che vadano persi anche gli introiti dell'anno '98, con un ulteriore ammanco, in termini di mancata riscossione, per le non eccellenti casse comunali. La novità più importante delle ultime settimane sembra proprio questa. Sul rischio prescrizione dei canoni idrici risalenti ad otto e sette anni addietro si era parlato anche in recenti sedute del consiglio comunale, con rilievi dettagliati mossi dai banchi dell'opposizione consiliare. Sulla vicenda delle bollette idriche, che fecero sobbalzare molti cittadini, che si videro recapitare bollette di importo molto elevato, se ne parla ormai da diversi anni e sempre con un approccio di rinvio. Quasi un mettere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, con il problema che non veniva risolto ma soltanto rimandato a data da destinarsi. Ora è prossimo il condono, obtorto collo, causato dalla prossima prescrizione. Poi era arrivata la questione del consistente anticipo di cassa chiesto dall'amministrazione comunale per fronteggiare una carenza di liquidità nelle casse municipali. L'assessore al bilancio, il forzista Berretta appunto, già in quella circostanza si era premurato di gettare acqua sul fuoco di possibili polemiche e facili allarmismi. "E' tutto sotto controllo - ha più volte sottolineanto l'assessore - e non c'è alcun motivo di creare inutili fibrillazioni".

Resta il fatto che il comune, nonostante la crisi di liquidità, passeggera per quanto si vuole ma pur sempre crisi, mal si coniuga con i contributi erogati ad associazioni di varia estrazione relativi al solo mese di dicembre. Resta da rilevare la situazione inerente alcuni contenziosi con dipendenti comunali per cui si è già in una fase dibattimentale. Insomma il comune vive una fase movimentata che nessuna verifica "fittizia" potrà oscurare. Resta l'imbarazzo di molti cittadini che non comprendono come un sindaco ed una giunta senza avversari in consiglio comunale possa navigare a vista e a bassa costa, per usare una metafora marinara continuamente ricorrente dalle nostre parti. Il sindaco ha indicato le cose portate a termine, una lista abbastanza lunga, che dall'opposizione hanno definito come "ordinaria amministrazione». Infine ieri in consiglio comunale non è venuto a mancare il numero legale.

Sergio Taccone
Fonte: LaSicilia.it il 22-01-2004 - Categoria: Cronaca

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Una vicenda che si trascina da anni.
L'acqua a Pachino, ha, più volte, nella storia, fatto la "politica" di questa città.
Mi sembra di ricordare come fosse ieri, quando con la vicesindacatura comunista il Comune di Pachino voleva fare pagare l'acqua. Correva l'anno 1977-78.Ci fù una quasi sollevazione popolare contro i comunisti che volevano razionalizzare il servizio di riscoscione dei canoni idrici. Recentemente, (2000-01)
anche l'amministrazione di Centro-sinistra fù interessata da questa vicenda. Che creò problemi interni alla coalizione a e ai partiti.
Oggi, questa amministrazione, pare,sia arrivata alla determinazione di dettare un condono generale sul pagamento di quegli anni 96-97. Giustamente l'articolo 40 del regolamento idrico del comune di pachino è stato abrogato.E' dunque non si sà a quali parametri fissi riferirsi per determinare la questione. Non so se un assessore può decidere da solo con propria determinazione di condonare i canoni di quegli anni. Non sò dare un giudizio complessivo sul problema. Ma una cosa è certa. L'acqua và pagata. Ma è singolare che ancora oggi su questa questione si dibatta. Insomma la storia si ripete.Ma l'acqua non può essere usata come grimaldello per scassinare le casse del Comune. Perchè poi la responsabilità del "malgoverno" passa dalla pubblica amministrazione alla cittadinanza. E si stabilisce una sorta di "collazione" che fà degradare complessivamente lo stato sociale culturale generale della città.Cordiali Saluti Spiros.


La questione che attiene i contributi alle Associzioni è regolata da apposito capitolo di spesa.Ed ogni anno il Comune riceve delle somme dalla regione per queste specifiche attività culturali. E' dunque, le somme loro assegnate non intaccano e non tolgono nulla alla collettività. Anzi dovrebbero essere loro poi a riversare sulla collettività il beneficio che hanno ricevuto sotto diversa forma. Se tutto ciò si attua: non vedo cosa ci sia di strano assegnare un contributo ad una associazione culturale.