A giudizio il capitano della Yohan

Sul tragico naufragio della vigilia di Natale del 1996 la novità di rilievo arriva dalla capitale. La Corte di Cassazione ha infatti rigettato il ricorso dell'avvocato Francesco Comi avverso alla decisione della Corte d'Assise di Appello di far giudicare dalla giustizia italiana il comandante della motonave Joussef El Allal, per rispondere di omicidio volontario plurimo come dolo eventuale. Gli atti processuali, però, anzichè essere trasmessi alla cancelleria della Corte d'Assise di Siracusa, competente per territorio a giudicare il comandante della motonave Yohan, per un mero errore, sono stati restituiti alla Corte d'Assise di Appello che della vicenda giudiziaria si era occupata incidentalmente dovendo valutare se fosse o meno fondato il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Siracusa contro la sentenza pronunciata dai giudici aretusei con la quale fu estromesso El Allal dal processo per difetto di giurisdizione. Sicchè a tutt'oggi alla Corte d'Assise di Siracusa non è pervenuta la comunicazione dei giudici della Suprema Corte con la quale è stata disposta la riapertura del processo a carico del comandante della Yohan. Il comandante libanese si trova attualmente in Francia, Paese dal quale difficilmente uscirà per non farsi arrestare dall'Interpol o dalle forze dell'ordine italiane, nel caso in cui dovesse mettere piede sul territorio della penisola. Vero che già la Corte d'Appello d'Orleans ha negato all'Italia l'estradizione di El Allal, ma non si può escludere che da parte della Procura della Repubblica di Siracusa possa venire richiesto un nuovo mandato di arresto internazionale per il suo coinvolgimento nella tragica fine di 289 cittadini asiatici che si trovavano imbarcati sulla Yohan. Nell'attesa che le carte processuali riguardanti la posizione del comandante della Yohan vengano trasmesse alla Corte d'Assise, va avanti regolarmente il processo a carico del pakistano, naturalizzato maltese, Sheik Ahmed Turab, detto Tony, accusato come Youssef El Allal a titolo di concorso di omicidio volontario come dolo eventuale. Nell'udienza di ieri mattina, tenutasi davanti alla Corte d'Assise (presidente, Romualdo Benanti; a latere, Giuseppe Artino Innaria), il Pubblico Ministero Antonino Nicastro ha sottoposto ad esame il presidente dell'Associazione delle vittime del naufragio avvenuto a 19 miglia dalla costa di Portopalo, Baluand Sing Kera, di nazionalità indiana, il quale ha riferito l'esito delle indagini da lui svolte personalmente, recandosi in Grecia, a Malta, in Pakistan e in molte località del suo Paese, riguardo alle modalità dell'inabissamento della piccola imbarcazione maltese e alla morte per annegamento dei 289 passeggeri asiatici. Il processo proseguirà il 25 gennaio del prossimo anno.

Pino Guastella
Fonte: LaSicilia.it il 20-12-2005 - Categoria: Cronaca

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