UN LIBRO ALLA SETTIMANA - 5

UN LIBRO ALLA SETTIMANA - 5 Questa settimana il Cinecircolo socio-culturale Don Bosco dà spazio a DOSSIER PORTOPALO, il libro-inchiesta del giornalista portopalese Sergio Taccone incentrato sul naufragio del Natale del 1996. Taccone ha cominciato la sua attività giornalistica nell’anno 2001 come corrispondente di provincia del quotidiano La Sicilia. Dal 2003 collabora con il giornale Libero diretto da Vittorio Feltri.


IL LIBRO

Undici anni fa si consumava nel Mediterraneo, tra la Sicilia e Malta, la più grave tragedia del secondo dopoguerra. La notte di Natale del 1996 quasi 300 immigrati perdevano la vita in un naufragio a 19 miglia da Capo Passero. Su questa vicenda il giornalista Sergio Taccone ha pubblicato ad inizio 2007 il libro-inchiesta “Dossier Portopalo” (Eos Dl Edizioni –infomail: dossier.portopalo@alice.it). Una ricostruzione completa e dettagliata di una tragedia ancora oggi di stretta attualità. Quella notte una carretta maltese colò a picco dopo una collisione con la nave honduregna “Yiohan”. Persero la vita quasi trecento immigrati, provenienti dall’India, dal Pakistan e dallo Sri Lanka, che tentavano di raggiungere le coste siciliane dopo un’interminabile viaggio. I loro corpi finiranno a poco più di 100 metri di profondità, in acque internazionali, quasi una zona di nessuno. L’autore di “Dossier Portopalo” ha ricostruito tutti i passaggi di questa vicenda, includendo nella sua analisi anche l’ambito “locale”, quindi le ricadute che questo terribile fatto di cronaca ha avuto nella comunità marinara di Portopalo dove parecchi pescatori, pochi giorni dopo il naufragio, trovarono impigliati nelle loro reti i cadaveri della tragedia di Natale. La loro scelta fu di ributtarli in mare e scegliere la via del silenzio, per non rischiare il blocco dell’attività lavorativa. Taccone si sofferma anche sui silenzi dei governi nazionali e delle autorità comunali portopalesi in carica nel periodo in cui si registrò il silenzio su quella vicenda (’97-’98) richiamando, passo dopo passo, precise fonti documentali. Contemporaneamente l’autore del libro mette in risalto l’impegno e la capacità investigativa della Procura della Repubblica di Siracusa, guidata dal dottor Roberto Campisi, che pochi mesi dopo il naufragio aprì l’inchiesta sfociata nel rinvio a giudizio del capitano della Yiohan e dei membri del suo equipaggio. Sui giornali la vicenda tornerà d’attualità nel giugno del 2001, dopo un’inchiesta del quotidiano La Repubblica (in seguito alle indicazioni del pescatore portopalese Salvatore Lupo, assessore comunale all’epoca dei fatti) che consentirà l’individuazione del relitto affondato nel Natale del ’96, togliendo il velo di mistero che avvolgeva la morte di 283 persone, scomparse in mare nel Natale del ‘96. “Dossier Portopalo” tratta, con una miriade di particolari ed un continuo richiamo alle fonti documentali, tipico di un certo stile giornalistico, la vasta tematica dell’immigrazione nel Mediterraneo. L’autore analizza, inoltre, il ruolo dei media e degli operatori della comunicazione che si sono occupati del naufragio di fine ‘96, esaminando i meccanismi del sistema informativo (televisione, radio, carta stampata e web). In questa analisi Taccone individua semplificazioni, distorsioni e, talvolta, manipolazioni vere e proprie. “Concentrandosi su Portopalo – ha affermato l’autore – si sono persi di vista, spesso volutamente, elementi fondamentali di questa vicenda, a partire dai silenzi dei governanti in ambito nazionale tra il ’96 e la prima metà del 2001, malgrado le dettagliate denunce dei parenti delle vittime del naufragio e il grande impegno, sin dal 1997, del pacifista Dino Frisullo che fu tra i primi, insieme al quotidiano “il Manifesto” e alla redazione giornalistica dell’emittente televisiva “Telecolor Catania”, ad impegnarsi nella ricostruzione di ogni passaggio della tragedia del Natale ’96, svelando la fitta rete del traffico internazionale di esseri umani. E vi fu silenzio anche a Portopalo, a livello di autorità amministrative e di quei pescatori che sapevano da subito del ritrovamento dei corpi nelle reti di pesca. Un silenzio che impedirà, già poco tempo dopo la tragedia, l’accertamento della verità come ebbe a sottolineare, in una dichiarazione stampa al giornale il Manifesto, il procuratore capo della Repubblica di Siracusa”. Nel libro, attraversato dalla sferzante ironia dell’autore, sfilano politici, star del giornalismo ed intellettuali a vario titolo. L’autore, nell’appendice conclusiva, si sofferma su temi di pressante attualità come il dibattito sul multiculturalismo, l’integrazione degli immigrati in Italia e il terrorismo internazionale di matrice islamista che minaccia l’Occidente sempre più affetto da progressiva “scristianizzazione”. Un libro che costituisce una voce “dissenziente” rispetto alla versione veicolata "sine glossa" dai grandi media. “Non è controinformazione – ha aggiunto l’autore di Dossier Portopalo – poiché su alcuni passaggi di questa tragedia, penso soprattutto all'ambito locale, in tanti hanno voluto far calare una spessissima coltre di silenzio". Il libro intende chiarire, con documenti alla mano e precisi riferimenti, i punti oscuri del naufragio del '96, relativi soprattutto all'ambito portopalese ma senza perdere di vista tutto il resto. "Dossier Portopalo" è, in definitiva, una ricostruzione completa e sotto ogni punto di vista di questa gravissima tragedia.


Breve rassegna stampa

L’autore ripercorre gli sviluppi giornalistici e giudiziari su questa vicenda utilizzando tutti gli strumenti, vecchi e nuovi, a disposizione di un bravo cronista quando questi vuole capire, comprendere e approfondire. Nasce così Dossier Portopalo (La Vita Diocesana, gennaio 2007)

Con piglio risoluto l’autore si sofferma, inoltre, sul ruolo dei media e degli operatori dell’informazione che si sono occupati del naufragio. Taccone, da giornalista ed operatore dell’informazione, nel suo libro individua semplificazioni, distorsioni e, talvolta, vere e proprie manipolazioni delle notizie (Salvatore Marziano, Zoom Sicilia, febbraio 2007)

Dossier Portopalo non si limita a riportare dati e fatti cronacistici, ma fa “emergere” il più ampio problema di un fenomeno, quello dell’immigrazione clandestina, che non riguarda solo una piccola comunità di pescatori, ma tutta l’Europa. Anzi la capillare ricostruzione del naufragio di Natale in cui persero la vita migranti provenienti dall’India, dal Pakistan e dallo Sri Lanka mette a nudo un altro e ulteriore complesso problema: il rapporto tra media e immigrazione. Qual è la rappresentazione che i mezzi di comunicazione sociale danno dei fenomeni migratori? Quale molla fa scattare dopo aver visto un servizio televisivo trasmesso dalle reti italiane in coloro che decidono di affrontare il viaggio della speranza da Paesi come l’Etiopia, la Somalia, l’Eritrea, il Marocco, la Tunisia, l’India, il Pakistan e lo Sri Lanka? (7 Magazine, febbraio 2007)

Il libro di Taccone ricostruisce l’intera vicenda, allargando la visuale al più ampio problema dell’immigrazione clandestina nel Mediterraneo (Agenzia SIR – Servizio Informazione Religiosa, marzo 2007)

Dossier Portopalo è un libro di rivisitazione della vicenda che risponde ai requisiti dell’accertamento storico (La Sicilia, marzo 2007)

L’autore difende gli abitanti di Portopalo, da sempre generosi nell’accoglienza degli immigrati e invece accusati indiscriminatamente di omertà e mafiosità o addirittura paragonati ai complici dei nazisti. Tante cose, insomma, non tornano… in Dossier Portopalo, frutto di cinque anni di ricerche, il lettore le trova tutte. (Miska Ruggeri, Libero aprile 2007)

Taccone offre un resoconto puntuale dei fatti, ricostruendo la vicenda nei dettagli, connotando il proprio lavoro come un rigoroso lavoro di detection sul campo, sia in qualità di giornalista al corrente dei meccanismi del sistema dell’informazione sia in quanto profondo conoscitore della località siciliana, Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa, cui è stato intestato il naufragio, divenuto “fantasma” in virtù di uno di quegli arbitri dell’Informazione su cui, ogni tanto, la stampa si interroga, si risponde e si indigna senza conservare memoria di precedenti
istruttivi. (Giovanni D’Avola, Instoria, rivista on line di storia e informazione, dicembre 2007)

Pubblicata da: Cinecircolo Culturale Don Bosco il 11-12-2007 08:48 in Segnalazioni

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