La Strage di Natale

La Strage di Natale I 300 NAUFRAGHI DEL ’96 DIMENTICATI DALLA SINISTRA

di SERGIO TACCONE

(Tratto dal quotidiano Libero del 30 ottobre 2007 - pag.18)

SIRACUSA. La più grave tragedia dell’immigrazione nel Mar Mediterraneo è datata 25 dicembre 1996, etichettata anche come “il naufragio di Natale”. Quella notte quasi 300 immigrati pakistani, cingalesi ed indiani morirono a bordo di una carretta del mare, colata a picco a 19 miglia da Capo
Passero. Si parlò di “naufragio fantasma” dal momento che i corpi dei naufraghi non furono
avvistati. Alcuni pescatori di Portopalo, comune marinaro all’estremità sudorientale della Sicilia, trovando impigliati all’inizio di gennaio del ’97 dei cadaveri appartenenti a quella tragedia, preferirono il silenzio per evitare rischi di blocco dell’attività lavorativa.
A dire il vero la tragedia non è mai stata fantasma dal momento che la Procura di Siracusa avviò le indagini già nell’aprile del 1997 e pochi mesi dopo il giornalista Dino Frisullo consegnò nelle mani di due sottosegretari del governo Prodi il dossier in cui veniva ricostruita l’intera vicenda. Ma
l’Esecutivo Prodi e, subito dopo, quello guidato da Massimo D’Alema ignorarono tutti questi
riferimenti, comprese le circostanziate denunce dei familiari delle vittime pachistane che su quei giovani avevano investito non pochi quattrini per farli studiare in Inghilterra.

Nel giugno del 2001 un robot sottomarino noleggiato da “La Repubblica” filmò quel barcone, in seguito alle indicazioni di un pescatore di Portopalo. Da quel momento si è parlato spesso del recupero del relitto per fugare ogni dubbio anche sull’identità della carretta filmata dal robot, dal momento che le riprese del 2001 non hanno mai mostrato il mascone di prua con i riferimenti identificativi dell’imbarcazione. Un recupero che Repubblica ha definito facile mentre la comunità parrocchiale di Portopalo, dove operano gruppi di volontari sempre pronti a garantire la prima accoglienza ai clandestini, ha raccolto oltre 1100 firme inviate alle istituzioni nazionali per chiedere che venga riportato a galla quel relitto. L’anno scorso
la Presidenza del consiglio ha stanziato 2 milioni di euro, affidate alla Protezione civile, per le operazioni di recupero. Lo scorso aprile è stato eseguito un sopralluogo, tramite una nave oceanografica. Poi il buio. Silenzio tombale.

Del recupero non si è più parlato per sei lunghi mesi. Il 16 ottobre un’interrogazione parlamentare del deputato Nicola Bono (An) ha riacceso i riflettori su questa operazione dove sono in ballo 4 miliardi di vecchie lire. Pochi giorni dopo il “Venerdì di Repubblica” ha servito a Prodi la risposta all’interrogazione: il relitto non c’è più, polverizzato ma si potrà effettuare comunque un recupero di qualche resto sparso sui fondali da inumare in un sacrario interreligioso per il quale c’è già
pronta la proposta di legge firmata De Zulueta. Costo del sacrario? Cinque milioni.


CINQUE MILIONI PER IL SACRARIO

Norme per il recupero del relitto del ferry boat «FI 74» e delle salme delle vittime del naufragio del Natale 1996 nelle acque antistanti Porto Palo di Capo Passero e la costruzione di un sacrario interreligioso. E’ questo il titolo del disegno di legge (Tana De Zulueta prima firmataria) presentato l’anno scorso. Un ddl di due articoli. Al comma 2 dell’art.1 è previsto l’importo: “Per la
realizzazione del sacrario interreligioso è assegnato al comune di Capo Passero un contributo pari a 5.164.000 euro per l’anno 2007”. Circa 10 miliardi di lire per la costruzione del sacrario interreligioso.

Fernando Cammisuli, sindaco di Portopalo di Capo Passero, è assolutamente contrario a questa proposta di legge. Da mesi si batte per allestire in loco un centro per l’accoglienza immediata che dovrà servire per assistere “in modo umano” i clandestini che sbarcano in questo lembo estremo di Sicilia. “Con molto meno allestiremmo il centro che andrebbe affidato ai nostri volontari che da anni assistono gli extracomunitari che arrivano qui. Da tempo abbiamo lanciato questa proposta.
Sapete come Repubblica ha girato la frittata del naufragio del ‘96? L’assessore comunale di
sinistra in carica all’epoca dei fatti, che tacque del ritrovamento dei cadaveri in mare da parte dei pescatori, è stato trasformato in eroe mentre noi che ci siamo insediati oltre tre anni dopo i fatti siamo stati più volte attaccati sul giornale diretto da Ezio Mauro. Diliberto da ministro della Giustizia, nel ’98, nulla fece dopo le denunce dei familiari delle vittime, salvo accusarci nell’agosto del 2001 mentre sedeva sui banchi dell’opposizione. E adesso c’è il mistero del recupero del relitto su cui cala il silenzio per diversi mesi, fino all’interrogazione del deputato Bono che evidentemente ha toccato qualche nervo scoperto”.
SER.TAC.
Pubblicata da: Cinecircolo Culturale Don Bosco il 30-10-2007 11:44 in Segnalazioni

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capisco che si possa parlare male degli altri convinti di fare bella figura, ma mi pare che il buon sergio stia un pò esagerando.
comunque, visto che il gioco è questo e io mi sento, dichiaratamente, di parte vorrei fare due o tre considerazioni, rivolte a chi vuole rispondere.
nel giornale si accusa la sinistra di volere dimenticare il fatto del natale '96, ma, di contro, non è la destra quella che nelle pubbliche piazze dichiara di volere ributtare a mare a calci nel sedere (sono pulito) i marocchini che vogliono venire a casa nostra ? E' una frase che mi pare di avere ascoltato anche a Pachino, in piazza, durante un comizio pre elezioni del 2001.
dunque la destra, quella che ha governato per 5 anni, dopo i delinquenti della sinistra, forse non era molto appassionata ad un recupero.
Tanto è vero che in un 26 dicembre di qualche anno fa, il sindaco di destra di Portopalo ha cercato di mettere in atto una sorta di processo pubblico contro il giornalista Bellu, situazione nella quale alcuni spettatori (eravamo in un cinema) sconsiderati hanno pure insultato e minacciato il giornalista.
Dunque già di per se, contrapporsi alla sinistra, in qualità di destra, non mi sembra una posizione credibile. ricordarsene oggi perchè si è all'opposizione sembra molto strumentale. Sono certo che se tornassero al governo dimenticherebbero subito tutto.
Figuriamoci quanto risulta credibile un parroco che ne ha dette di tutti i colori, e che, successivamente, ha proposto una raccolta di firme. E' evidente che anche lui non risulta credibile.
Detto questo, è lodevole l'iniziativa di Bono di volere conoscere a che punto è l'iniziativa di recupero del relitto, anche se lui non ne ha sicuramente il merito. Tuttavia svolge il suo ruolo di parlamentare di opposizione. Anch'io non sono d'accordo, in tempi di austerity, a spendere troppi soldi per un sacrario, anche se i simboli, a volte, sono necessari, nella società di oggi.
Se il relitto, dopo 11 anni non è più recuperabile, cosa abbastanza probabile, per ovvi motivi, la composizione dei pochissimi resti potrebbe costituire un monito e una testimonianza per contrastare il fenomeno della mafia dell'immigrazione clandestina che anche oggi è tristemente di attualità.
Una struttura di accoglienza probabilmente è meglio e allora si potrebbe benissimo conciliare le due cose e costruirne una intitolata ad Anpalagan Ganeshu e ai suoi sfortunati compagni di viaggio.

saluti, Turi Borgh
Una risposta è doverosa ai tre commenti precedenti. Se parliamo di manipolazione dell’informazione (e faziosità) il quotidiano La Repubblica è ai primi posti e sui risvolti locali riguardanti il naufragio del Natale ’96 abbiamo avuto innumerevoli dimostrazioni di ciò. Gli oggettivi riscontri temporali di questo tragico fatto sono illuminanti: il naufragio avviene alla fine del ’96 e allora a Portopalo come a Roma amministrava e governava la sinistra e tra gli assessori c’era anche il marinaio che andava a pescare dove avvenne il naufragio e che nel 2001 guidò il giornalista di Repubblica che ha sempre parlato del suo testimone omettendo questo dato di fatto ovvero che all’epoca dei fatti era assessore in carica al comune di Portopalo, nulla facendo in quegli anni per portare a galla la verità, potendo contare anche sulla sua posizione istituzionale di assessore. Un dettaglio che non può essere trascurato e non è possibile, come ha fatto Repubblica (e non solo) cancellare il periodo tra la fine del 1996 e il 1998 che definiamo fondamentale per inquadrare tutti i passaggi della vicenda, compresi quelli locali che in tanti si ostinano, ancora oggi, ad ignorare.

Oltretutto recentemente, sul programma Blu Notte di Lucarelli (altro esempio illuminante di faziosità e manipolazione dei fatti), lo stesso pescatore ci dice che poco tempo i fatti, di concerto con i pescatori, si preferì scegliere la via del silenzio. Cosa che aggrava il giudizio sulla sua condotta di assessore comunale. Tra le parecchie cose che non tornano come non citare la vicenda del ritrovamento del tesserino d’identità che per cinque lunghi anni resiste come nuovo in fondo al mare, in una zona di fortissime correnti. Ci vogliono far credere che un tesserino resta come nuovo per cinque anni in fondo al mare mentre una barca di legno nello stesso periodo di tempo si polverizza. Una barzelletta che non fa nemmeno ridere. E non è soltanto Libero ad avanzare dubbi su questi aspetti ma anche lo zio di Anpalagan ed il Commissariato di Polizia di Pachino che indagava sul ritrovamento dei cadaveri in mare. C’è poi un’altra leggenda, propinataci da Repubblica e rilanciata da Blu Notte: quella del pescatore nonché ex assessore che aveva dovuto vendere il peschereccio perché perseguitato in loco. In verità egli stesso ha deciso di demolire il peschereccio, dietro apposita richiesta avanzata agli organi competenti ed accolta nel 2001, ovvero quando si erano aperti i termini per le domande di demolizione. Fatti non parole che il giornalista Sergio Taccone ha dettagliatamente riportato nel suo libro di recente pubblicazione.

Sull’identità del relitto avanzare dei dubbi è più che lecito. Oltretutto se c’è chi ha messo in dubbio persino la dinamica dei fatti degli attentati delle Torri Gemelle, non capisco perché non lo si possa fare in questo caso. Perché non si può dubitare di una ricostruzione che fa acqua da parecchie parti? Il robot che ha effettuato le immagini nel 2001 non ha mai mostrato elementi inoppugnabili che dicano che quello è (al di là di ogni ragionevole dubbio) il relitto della barca F-174. Ed inoltre: come giudicare il silenzio dopo il sopralluogo di aprile, spezzato solo da un discutibilissimo (l’ennesimo e probabilmente non ultimo) articolo apparso sul Venerdì di Repubblica, riguardo agli esiti di quel riscontro. La tempistica è quanto mai sospetta: l’articolo sul Venerdì esce pochi giorni dopo una dettagliata interrogazione parlamentare del deputato Nicola Bono. Che qualcuno pensi male, data la coincidenza, è quasi scontato. In uno dei commenti precedenti si accusa il prete di averne detto di tutti i colori sulla vicenda. E quelli del teatro allora? (Bebo Storti, consigliere regionale dei Comunisti Italiani in Lombardia, e Renato Sarti, guru del teatro civile che più rosso non si può – questo per puntualizzare chi ha strumentalizzato politicamente la tragedia!) Hanno avuto persino il barbaro coraggio di mettere in bocca parole irripetibili al prete di Portopalo, padre Palacino. Ascoltando la registrazione di una messa in scena della Nave fantasma (citata anche nel libro “Dossier Portopalo”), gli autori hanno inserito un passaggio in cui si sente il parroco che chiede in chiesa 50 euro al giornalista prima di parlare con lui, sotto la statua della Madonna. Come definire questo dettaglio se non con il suo vero appellativo: porcheria.
Tra l’altro il vicesindaco di Portopalo, Michele Taccone, è stato accusato dal regista di quello spettacolo, in un’intervista rilasciata qualche tempo fa su internet, di essersi adoperato per bloccare la vendita a Portopalo del libro del giornalista di Repubblica. La circostanza, totalmente falsa, è smentita proprio dall’unico libraio presente in paese. Ricordiamo anche che l’amministrazione comunale di centrodestra guidata da Fernando Cammisuli ha acquistato, subito dopo la pubblicazione, una copia di quel libro, messa a disposizione di tutti attraverso la biblioteca comunale locale. Vi rendete conto, dunque, delle menzogne dette ai danni di tanti portopalesi? Per molto meno, riguardo alla farsa politica pachinese in atto da tanti anni, ad esempio, esponenti della sinistra pachinese, etica e non, hanno inondato per settimane questo sito con migliaia di parole e commenti.

E in quanto a processi o pseudo-minacce ai danni del giornalista di Repubblica durante un convegno al cinema, ricordo che a Portopalo c’è stato un altro giornalista, Sergio Taccone, che è stato aggredito durante una manifestazione di solidarietà e qui, per fortuna, ci sono immagini che parlano chiaro, già agli atti di un processo penale. Inoltre, come abbiamo fatto in passato come Circolo Locale di Alleanza Nazionale, attraverso comunicati stampa, va evidenziato che l’amministrazione Cammisuli si è insediata nell’estate del ’99 quando la vicenda del naufragio era già arrivata da tempo in ambito giudiziario. Eppure, a sentire Repubblica e tutta la stampa (la stragrande maggioranza dei quotidiani nazionali) sensibile ai richiami della sinistra (ora PD), sembra quasi che i mostri siano i portopalesi, probabilmente obnubilati dalla destra locale, che osteggiano l’eroe senza macchia e senza peccato che ha fatto trovare il relitto. Siamo molto oltre la farsa! Troviamo singolare, poi, che chiedere la piena verità sia bollato come mossa ideologica. Si rimprovera al governo Berlusconi di non aver dato seguito all’appello dei premi nobel. Che dire allora di Prodi che ignorò (nel 1997, poco tempo dopo i fatti e quando sulla tragedia di Natale erano ancora tanti i dubbi e i punti oscuri) gli appelli dei familiari delle vittime e il dossier di Dino Frisullo? Paragonare le due “omissioni” ci sembra molto arduo.

Tornando all’ambito locale, a quanti si ostinano ad avere la memoria corta possiamo ricordare che l’amministrazione Cammisuli ha promosso lo sviluppo del volontariato locale. Il gruppo comunale di Protezione Civile, che ad ogni arrivo di immigrati assicura il primo soccorso e l’accoglienza grazie a volontari straordinari e sempre disponibili, è stato costituito nel settembre del 1999 proprio per volontà del professor Cammisuli, pienamente supportato dalla coalizione di centrodestra che lo appoggia. Inoltre, grazie ad una precisa richiesta dell’Amministrazione comunale ad inizio 2006, è stato istituito a Portopalo il centro per rifugiati e richiedenti asilo, nell’ambito di un progetto dell’Associazione nazionale dei comuni italiani in collaborazione con il Ministero dell’Interno. La sinistra locale, eccellente solo a parole a Portopalo e a Pachino, non ha mai mosso un dito in tema di immigrazione e di assistenza post-sbarchi qui a Portopalo. Noi abbiamo impiegato un’attenzione costante su questo tema e da tempo ci stiamo adoperando anche per allestire una struttura finalizzata all’accoglienza immediata degli immigrati, degna di tal nome.

Sfidiamo chiunque, documenti alla mano, a sostenere il contrario. Non vogliamo medaglie né elogi pubblici, ci basta il conforto che arriva dalle nostre coscienze. Qualche altro, questo conforto, sa di non poterlo avere. E non c’è disinformazione né mistificazione che tenga per cancellare la Verità. Quella si che non si polverizza…
La strage della verità

Si presenta una news come Cinecircolo Don Bosco, mentre l'anima del vero Don Bosco si contorce nella sua tomba perchè associato a una fazione politica di destra (ma sarebbe la stessa cosa se fatta dalla sinistra) che nonostante il tempo passato si rifà alla nera pagina di storia di cui sono stati artefici e colpevoli.

Mi sembra di essere tornato, a parte la buona fede dell' Anopas che si è sempre presentata come associazione di volontariato: al nik multiplo...hahahahhahahah
Cioè un nik collettivo che dovrebbe, secondo l'autore della news, spalmare le responsabilità di quello che si va scrivendo su più soggetti...

Io con questo sistema "mentale", non sono d'accordo....

Se poi vado a leggere la replica ai commenti con un altro nik multiplo qual'è quello del Circolo di Alleanza Nazionale e leggo che La Repubblica è un giornale che dice fesserie: allora non solo mi incazzo, si fà per dire, ma prendo carta e penna e ricordo a colui che si nasconde come un coniglio dietro a questo nik che da Lui e dai suoi amici padani non accettiamo lezioni...

Infatti bisogna sapere che il vicedirettore di quel giornale ( LIBERO) è un certo Renato Farina, già coinvolto al G8 Genova quando venne assassinato dai carabinieri quel ragazzo ( fu il primo giornalista a ad arrivare nel luogo dell'eccidio)( e,devo dire che alla luce dei fatti successivi accorsi la questione G8 s'illumina con un fascio di luce, avete presente quando i fari cercavano nel cielo gli Stukas tedeschi, direi inquietante)....e che lo stesso Farina ( nome in codice Betulla) è stato parte attiva ( uomo del sismi) con Pio Pompa ed altri, del rapimento dell'imam della moschea di Milano che si chiama Abu Omar...

Se questi sono i maestri dei nostri scolari possiamo solo ipotizzare che ci troviamo di fronte a gente senza scrupoli che usano il giornalismo solo per innaffiare il proprio orticello politico..

Reputo la cosa abbastanza deviante e senza costrutto...se non quella di avere ancora una volta buttato veleno su una persona che ha avuto il coraggio di dire come stanno le cose...

Non mi addentro sulla questione del mascone e delle altre fesserie scritte solo per veicolare odio verso un cittadino( il capitano) che vuoi o non vuoi ha fatto scoprire quello che tutti sapevano ma nessuno parlava...A iniziare da Don Palacino.
Chiedo al vescovo di Noto un immediato intervento per fare in modo che il nome di Don Bosco, che tanto ammiro, non venga associato a qualsiasi sedicente associazione politica..

O mi devo rivolgere direttamente al Papa????

saluti firmati, Spiros
La cultura laica rimasta senza casa

Il Venerdì di Repubblica

Curzio Maltese


Ai margini di una inchiesta su Repubblica sui costi della chiesa, che ha suscitato da parte delle autorità vaticane una reazione padronale inimmaginabile in qualsiasi altro paese e da parte dei laici il solito silenzio, uno si domanda: ma come sono ridotte le culture cattolica e laica in Italia?
Non ho mai creduto alla storia che in Italia si confrontassero una cultura di sinistra e una di destra.
Sono solo mode giornalistiche e modi di rivestire con un abito sontuoso le miserie di un bipolarismo recente, sgangherato e di dubbio futuro.

Gli elenchi di intellettuali di sinistra e di destra impegnati in singolare o collettiva tenzone, mi sono sembrati pasticciate sintesi fra vecchi dell'Espresso e Novella 2000, con grande prevalenza nei ranghi culturali di gente di spettacolo e mezze calzette d'ogni genere.
Roba che dura al massimo una stagione.
La cultura italiana, come ha sempre sostenuto il mio maestro Giorgio Bocca, nasce dal dialogo e dal confronto fra due altre matrici, la laica e la cattolica.
Ma dove sono oggi gli eredi di quelle du grandi tradizioni???
L'ultima grandiosa manifestazione della cultura cattolica è stata il Concilio Vaticano II .Ma come si può non vedere quanto il cattolicesimo italiano di oggi , la Cei di Camillo Ruini e ora di Angelo Bagnasco, siamo lontani da quella stagione e anzi promuovano un ritorno a una chiesa preconciliare su tutti i fronti .
Giovanni Paolo II è sttao un grande personaggio della storia, ma era ossessionato dalla ricerca continua di un consenso di massa e mediatico, tradotta in una specie di perenne festa giubilare, con annessa beatificazione.
La santificazione di padre Pio, che Giovanni XXXIII giudicava un truffatore e una vergogna per la chiesa, sulla base di una lunga e accurata indagiine , è diventata il simbolo di una chiesa conquistata alla logica della politica spettacolo.
La stessa rappresentanza politica intellettuale della Chiesa è franata da Aldo Moro a Rocco Buttiglione, da Giorgio la Pira al Marcello Pera, capo degli "atei devoti", ex liberali ed ex comunisti aggregati alle nuove crociate, nell'ennesimo grottesco numero di trasformismo all'italiana.
E una chiesa che reagisce con furia quando si parla di soldi e non di principi della fede.
Quanto alla cultura Laica, si può liquidare in una frase: non esiste quasi più.
Nè a destra e nè a sinistra, dove forse non c'è mai stata.
La laicità dello stato è considerata una fissazione di qualche isolato mangiapreti.
Nel nascente Partito democratico non si trova un cenno al tema.
Ma da quando esiste la democrazia, uno stato o è laico o non è democratico.

Per Curzio Maltese, Spiros


"Ma da quando esiste la democrazia, uno stato o è laico o non è democratico."

Cordiali saluti, Spiros
Scusa Cinecircolo, ma a chi vuoi darla a bere ? Tu e il tuo parroco.

Ma se la news che avete inserito si intitola "I 300 NAUFRAGHI DEL ’96 DIMENTICATI DALLA SINISTRA"
come puoi affermare di non avere legami con partiti politici. Mah, mi sembri un cinecircolo molto dissociato con te stesso.

Mio nonno avrebbe risposto: "ma cchi cciaviti, u cravuni vagnatu ?"

non capisco che beneficio volete trarre dall'inventare una contrapposizione destra-sinistra su questa vicenda.

fin dall'inizio avete trasformato una tragedia della miseria e della disperazione in un conflitto ideologico assurdo. Nel momento in cui un giornalista solleva la questione che, mi pare, nessuno nega, dei cadaveri ributtati in mare, tutta questa storia diventa una battaglia di destra contro sinistra e viceversa.
Per quanto mi riguarda si è trattata di una tragedia della miseria e della disperazione umana, a cui si è aggiunta altra miseria umana nel ributtare in mare cadaveri di uomini e non di animali. Con tutte le giustificazioni del caso, per carità, ma certamente non era una cosa di cui vantarsi.
Tuttavia nessuno di chi ha voluto portare alla ribalta il caso voleva farne un caso politico-ideologico, non aveva e non ha senso. Chi ha voluto trasformarlo in ciò è stata proprio la destra, ma solo quella di Portopalo, che ha fatto leva sugli animi già molto colpiti dei cittadini che si sono visti accomunati in operazioni poco dignitose sul piano umano. Mettendo in atto, solamente, un modo, piuttosto becero e paesano, di manipolare le coscienze e in questo un prete, che si sente pastore di anime, dovrebbe essere più accorto e non fare il capopopolo.

Figuriamoci poi il cinecircolo don bosco, è meglio se mettete nome e cognome, che di don bosco non ha proprio nulla.
bah, che squallore.
La stupidità
di Dietrich Bonhoeffer *

Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell'autodissoluzione, perché dietro di sé nell'uomo lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese. Qui non si può ottenere nulla, né con proteste, né con la forza; le motivazioni non servono a niente. Ai fatti che sono in contraddizione con i pregiudizi personali semplicemente non si deve credere - in questi casi lo stupido addirittura scettico - e quando sia impossibile sfuggire ad essi, possono essere messi semplicemente da parte come casi irrilevanti. Nel far questo lo stupido, a differenza del malvagio, si sente completamente soddisfatto di sé: anzi, diventa addirittura pericoloso, perché con facilità passa rabbiosamente all'attacco. Perciò è necessario essere più guardinghi nei confronti dello stupido che del malvagio. Non tenteremo mai più di persuadere con argomentazioni lo stupido: è una cosa senza senso e pericolosa. Se vogliamo trovare il modo di spuntarla con la stupidità, dobbiamo cercare di conoscerne l'essenza. Una cosa certa è certa, che si tratta essenzialmente di un difetto che interessa non l'intelletto ma l'umanità di una persona.(...)

* Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), nato a Breslavia, viene impiccato nel campo di concentramento di Flossebürg. Dal '31 al '33 insegna a Berlino. Nella sua attività mostra una carica innovativa, coinvolgendo gli studenti in iniziative legate non solo all'ambito accademico ma anche alla situazione politica esistente. Durante la sua vita, Bonhoeffer aveva pubblicato:Sanctorum communio, Atto ed essere. Postume apparvero le opere che, secondo l'autore, dovevano costituire il suo contributo maggiore: Etica (1949); Tentazione (1953); Il mondo maggiorenne (1955-66).
Nel 1951 (postumo) la raccolta Resistenza e resa.