Il Programma del Candidato a Presidente della Provincia Regionale di Siracusa, On. Nicola Bono

Il Programma del Candidato a Presidente della Provincia Regionale di Siracusa, On. Nicola Bono Questo il programma amministrativo di Nicola Bono per il rilancio della nostra Provincia.
Cordialità,
Sebastiano Mallia

PROGRAMMA DEL CANDIDATO A PRESIDENTE DELLA PROVINCIA REGIONALE DI SIRACUSA, NICOLA BONO

La programmazione deve caratterizzare il metodo di governo dell'Ente.

Occorrerà quindi dare immediato seguito all'attuazione:

1) del Piano Territoriale Provinciale;
2) del Piano Provinciale di Sviluppo Economico-Sociale;
3) dei piani per le reti di comunicazione stradale e ferroviaria;
4) dei piani di localizzazione di opere e impianti sovra comunali;
5) del Piano Triennale per la valorizzazione dei Beni Culturali, Ambientali e Paesaggistici.

La provincia di Siracusa ha le risorse e le potenzialità per riscattarsi dagli ultimi posti in cui è precipitata nelle graduatorie nazionali in quasi tutti i settori a condizione che si superi la deriva di una interminabile triste gestione dell'ordinario, e si inizi la stagione del riscatto fondato sulla creatività, e capacità di programmazione.

Una gestione che non può certamente fondarsi unicamente sulle risorse di bilancio, ma che deve necessariamente utilizzare tutte le fonti, regionali, nazionali ed europee, occorre quindi una grande opera di risanamento del Bilancio della Provincia Regionale, con la drastica riduzione dell'abnorme indebitamento che la precedente gestione ha determinato, insieme alla costituzione di una vera e propria unità di supporto alla Presidenza, per la individuazione di tutte le possibili fonti integrative di finanziamento.

Occorre inoltre un grande impulso alla progettazione, per costituire, un idoneo parco-progetti in grado di consentire l'accesso a tutte le ipotesi di finanziamento, La Provincia di Siracusa ha pagato un prezzo molto alto al modello di sviluppo scelto nel secolo scorso, un prezzo pagato in termini di inquinamento diffuso, di impedimento a ipotesi di sviluppo diverse e alternative, di danno alla salute pubblica, di abbattimento dei parametri di qualità della vita. Se è innegabile che quel modello ha portato un benessere diffuso, è altrettanto innegabile che sono evidenti i limiti di quella scelta.

L'ipotesi di agevolare un processo di mutazione dell'area industriale da polo chimico a polo energetico deve inserirsi in una cornice di riferimento ed in un progetto di sviluppo della provincia nel medio e lungo termine che non può prescindere dalla vocazione del territorio siracusano per politiche di corretto e sostenibile sfruttamento delle risorse culturali e paesaggistiche, esaltate dai recenti riconoscimenti UNESCO, di turismo culturale e di rilancio di settori come l'agricoltura di qualità, l'artigianale e le attività legate al risanamento ambientale.

Appare poco credibile che un territorio ricco di testimonianze storiche, artistiche, archeologiche e architettoniche come quello Siracusano, che, grazie all'impegno svolto al Ministero per i beni e le Attività Culturali, ha ottenuto ben due riconoscimenti UNESCO nell'arco di tre anni (nel 2002 il Barocco del Val di Noto e nel 2005 Siracusa e la Necropoli di Pantalica), oltre alle varie eccellenze, alle tradizioni culturali, all’enogastronomia di qualità, ed alle splendide riserve naturali, intercetti una misura insignificante dei flussi turistici del nostro Paese.

La parola d'ordine di una nuova politica turistica deve essere la destagionalizzazione, anche ricorrendo al segmento del Turismo del ritorno, e cioè alla scelta mirata di utenti di origine siracusana, ma residenti anche da più generazioni all'estero, per offrire pacchetti turistici a basso prezzo. Ma una corretta politica turistica deve caratterizzarsi anche per la tutela del consumatore-turista. La Provincia, attraverso i suoi, organi e con l'ausilio dei Sistemi Turistici Locali, deve assumere come centrali le questioni del rapporto costi-beneficio, della qualità dei servizi di accoglienza, della mobilità urbana e dei servizi di trasporto per la fruizione dei siti, della segnaletica stradale, della pulizia e dei servizi essenziali nei siti turistici, della professionalità e gentilezza degli operatori del settore. Particolare impegno la Provincia dovrà assumere in materia di formazione professionale, al fine di realizzare un adeguato livello di servìzi.

Ma non vi può essere sviluppo del turismo senza una efficiente rete stradale e ferroviaria e, invece, l'attuale assetto viario si presenta debole e precario.

Scarsa ed insufficiente è stata l'azione di vigilanza sul Consorzio per le autostrade Siciliane, in relazione alle problematicità riscontrate sui lotti Cassibile-Rosolini della Siracusa-Gela, e in ordine alla esecuzione di due opere fondamentali e già finanziate, quali l'uscita della Siracusa-Gela sulla Mare-Monti, per consentire il collegamento con la zona montana, e la bretella di collegamento tra l'uscita di Noto, sempre della Siracusa-Gela, e la strada provinciale n. 19 per Pachino e Portopalo di Capo Passero; nonché la messa in sicurezza della strada statale 124 Siracusa-Floridia.

Per la valorizzazione delle produzioni agricole di qualità, la Provincia quindi dovrà agire sul doppio versante della progettualità e della promozione. Sul fronte dei nuovi progetti sarà necessario ricercare nuove ed originali modalità di penetrazione dei mercati attraverso l'esaltazione e la valorizzazione dei requisiti di tipicità ed originalità. Tale azione dovrà essere completata con idonee iniziative di difesa attiva dei marchi di qualità nei mercati, specie a favore di quei prodotti che hanno già ottenuto i riconoscimenti. La Provincia dovrà incoraggiare ed accelerare la procedura per i riconoscimenti di marchio di qualità e provenienza per tutti i prodotti agricoli e le lavorazioni di qualità che hanno i requisiti per ottenerli, sostenendo queste iniziative sia con risorse proprie che agevolando l'accesso a tutte le forme di finanziamento regionali, nazionali ed UÈ da parte degli operatori agricoli, estendendo gli interventi agevolati anche ai settori di ricerca di nuovi spazi produttivi, all'adeguamento tecnologico e impiantistico, all'adozione di strumenti e misure per accrescere la competitivita, incrementare la cooperazione tra imprese per fronteggiare la concorrenza e sostenere la ricerca.

Anche la pesca è un settore che ha bisogno di una forte azione di rilancio, dopo anni di marginalizzazione e di disinteresse da parte delle istituzioni e che invece ha una grande rilevanza economica. La nostra marineria, che sta subendo tra l'altro, l'aumento esponenziale del costo del carburante, deve essere incentivata ad esplorare nuove forme di esercizio della professione e nuove vie di commercializzazione del pescato, promuovendo anche l'attivazione di filiere e valorizzando il "pescato di giornata", che incontra il favore assoluto dei consumatori e, in particolare, dei turisti.

L'artigianato è un altro fondamentale settore economico, su cui la Provincia deve accendere i riflettori per farlo finalmente uscire dal cono d'ombra in cui è stato finora relegato dall'assenza di politiche di incentivo e sostegno.

La Provincia Regionale, poi, deve pienamente esercitare le proprie attribuzioni in materia di scuola, l’Università e le politiche culturali, recuperando ritardi ed inefficienze, avviando e completando gli interventi di messa a norma degli istituti scolastici.

Grande attenzione deve essere posta alle politiche universitarie, mettendo gli studenti al centro del processo formativo e organizzativo.

L'impegno della Provincia nel settore dell'ambiente e dello sviluppo industriale dovrà essere proteso

- alla riparazione degli innegabili guasti ambientali ed alla bonifica dei siti contaminati;
- all'incremento dei livelli di controllo degli impianti per la costante riduzione delle emissioni
- all'adattamento dei processi produttivi alle più severe procedure di sicurezza ambientale;
- alla diversificazione delle produzioni ed all'inserimento di piccole e medie imprese;
- all'innalzamento degli attuali livelli occupazionali.

Per centrare i suddetti obiettivi abbiamo l'occasione di interloquire in via privilegiata con il Ministero dell'Ambiente, grazie alla titolarità dello stesso affidata alla nostra conterranea Gale Stefania Prestigiacomo. Un fatto senza precedenti, che darà vita a una foltissima sinergia in grado di affrontare problematiche lasciate da decenni irrisolte.

Inoltre occorre promuovere l'atteso decollo del porto di Augusta, struttura commerciale dal valorealtissimo ma ancora imbrigliata da inspiegabili legacci burocratici.

Le aree protette, se ben gestite, sono uno straordinario contenitore di opportunità turistiche, occupazionali, di qualificazione territoriale, di promozione economica, di sviluppo e di diffusione delle tecnologie delle sostenibilità, di ricerca sui rischi che derivano dai cambiamenti climatici. In quest'ottica una riflessione operativa deve essere riservata al complesso delle aree naturali protette del territorio Provinciale (area marina protetta del Plemmirio, Oasi di Vendicali, riserva naturale Cava Grande del Cassibile) il cui coordinamento non solo non può più essere rinviato ma diviene esso stesso elemento indispensabile e centrale della nuova struttura politica, amministrativa e gestionale dell'Ente.

Nello stesso contesto, riacquisteranno centralità nelle politiche pubbliche, dopo decenni di confinamento, i Comuni della nostra zona montana insieme alle attività tipiche di quei tenitori - si pensi alla zootecnica o all’artigianato rurale o, ancora, all'agriturismo - i cui luoghi diventeranno mete particolarmente privilegiate per le quali occorrerà adeguare le condizioni di sicurezza delle comunità e dei visitatori.
Pubblicata da: Sebastiano Mallia il 01-06-2008 08:28 in Approfondimenti

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