25 Aprile - Un contributo personale di Vincenzo Giannone

25 Aprile - Un contributo personale di Vincenzo Giannone Facebook è un mezzo potentissimo che rifugge dalla logica del pensiero strettamente personale e non pubblico quando chiunque può pubblicare un “post” sul proprio profilo internet. Questo comporta che se si è uomini “pubblici” o “politici” o “militanti”, si possa essere giudicati e anche criticati. A volte si discute animatamente su una bacheca anche per giorni, manifestando la propria opinione e la propria idea su un argomento. A volte questa “commedia” provoca in quel di Pachino, accesi dibattiti e dure prese di posizione. A cui in primis il sottoscritto, non si è mai sottratto quando la difesa di un valore o la battaglia per una giusta causa lo imponevano.

Mi sono trovato davanti un post di un esponente politico locale (Pasquale Aliffi, Grande Sud) ponendomi di fronte a una scelta: polemizzare e discutere su Facebook o scrivere una lettera aperta nel quale richiedevo un dibattito pubblico sul significato dell'antifascismo nel 2012 e il significato che dovrebbe avere il 25 aprile. Ho scelto la seconda strada, non per polemizzare (col rischio di banalizzare un argomento che sento così vivo, ancora oggi) ma per cercare di capire che posto ha il ricordo della RESISTENZA nell'immaginario collettivo Italiano e nel “background” politico degli attori istituzionali Pachinesi. Partendo dal titolo voglio obiettare punto su punto (con argomentazioni) il contenuto di questo post nella speranza di restituire a quella gloriosa pagina un po' di luce e perché no, accendere nuova e rinata fiducia nella democrazia in questo Paese.

25 APRILE - FESTA DI TUTTI GLI ITALIANI ?? PER QUALCUNO NO!!!
Incominciamo a ricordare che il 25 aprile 1945, un'insurrezione a Milano mette in fuga i tedeschi. Le prime brigate che cominciarono a combattere furono CATTOLICHE, come ampia era la rappresentanza di varie fazioni politiche molto differenti ed eterogenee: vi erano i cattolici, gli azionisti (un partito dagli ideali mazziniani – repubblicani), i socialisti, i comunisti e grazie alla svolta di Salerno del 1944 financo i monarchici (un esempio tra tutti: troviamo Indro Montanelli recluso a San Vittore e condannato a morte DAI TEDESCHI invasori). Questi partiti dopo il 1946 si ritroveranno in contrapposizione frontale: Il fronte popolare vedeva Socialisti, Comunisti e Azionisti da un lato e la DC, i monarchici e una scissione socialista (il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani di Saragat, nato dalla scissione di palazzo Barberini) dall'altro. Ma insieme combatterono la Resistenza e ci regalarono la Costituzione più avanzata (ad oggi) d'Europa.

Continuo a dire che sono passati 72 anni da quelle brutte pagine di storia. A prescindere dai pochi o tanti ancora sopravvissuti mettiamoci una pietra sopra e che sia la festa di tutti come si auspica il Presidente Napolitano. In caso contrario non può esistere nel 2012 una giornata di festa soltanto per una parte dei cittadini.
A parte il computo errato (sono passati 67 anni dal 1945, non 72), la Resistenza comincio ad organizzarsi attraverso le forze DEMOCRATICHE che si stavano ricostituendo dopo la sfiducia di Mussolini all'interno del Gran consiglio del Fascismo il 27 luglio 1943 ed in seguito al 8 settembre 1943 dopo l'armistizio di Cassibile e lo sventurato annuncio del Generale Pietro Badoglio che da un lato dichiarava la resa dell'esercito italiano nei confronti degli Alleati (sbarcati talaltro a Morghella...) e dall'altro diceva che la guerra continuava. Al fianco di chi o contro chi non era lecito saperlo dal “governo” di sua Maestà . Il risultato fu che l'esercito era in rotta e vigeva il caos: con chi proseguire la guerra? Con o contro i Tedeschi? Come si direbbe in dialetto pachinese “ppi nun sapiri ne legghiri ne scriviri” Hitler ci invase da grande alleato qual era. Con tutte le rappresaglie possibili ed immaginabili (di cui parlerò dopo). Ma è essenziale capire che in quei terribili mesi, vi era un forte sentimento patriottico contro l'invasione dello straniero, rivivendo l'epopea risorgimentale che ha costruito (seppur con molte ombre e tanta violenza) l'unità nazionale. Questo fu il motivo perchè tanti italiani combatterono: salvare la Patria da un'invasione straniera.

Io non c'ero a quei tempi. Ho conosciuto la seconda guerra mondiale soltanto dai libri e dai racconti dei nostri vecchi, i quali, tanti, mi dicono che erano tempi certamente non brutti in cui si poteva stare tranquilli con le case aperte, si costruivano tante strutture comunitarie che ci ritroviamo ancora oggi e gli Italiani erano rispettati in tutto il mondo.
Nemmeno “io c'ero a quei tempi” ma il bello della storia come dice una famosa canzone di De Gregori “[la storia] dà i brividi perché nessuno la può cambiare”. Il fatto di legare la Resistenza alla guerra è giusto da una punto di vista strettamente cronologico (vedi sopra) ma da un punto di vista politico. Nel 1922 il Regno d'Italia sta cominciando a sprofondare nella barbarie antidemocratica. A parte il carattere antidemocratico ed antiparlamentare del regime , lo Stato comincia a diventare un'enorme prigione a cielo aperto: viene istituito il Tribunale Speciale (chiunque fosse oppositore di Mussolini era privato della libertà, Pertini ad esempio si fece 14 anni di confino e poteva morire in carcere a Ventotene o a Turi come fecero Gramsci e il nostro siciliano Francesco Lo Sardo), L'OVRA che era una polizia politica (come lo era ad esempio la Securitate in Romania o la Gestapo nella Germania Nazista o la Stasi in quella Comunista), la democrazia soppressa dal monopartitismo del Partito Nazionale Fascista (e qua polemizzo con coloro i quali non vedono la stessa barbarie nel fascismo, contestando sì la Cina, il Venezuela, la Cambogia o qualsiasi stato Comunista come poteva essere l'Urss ma avendo un'idea financo positiva del ventennio) il Gran Consiglio del Fascimo che era un organo di partito simile a quello che poteva essere il famigerato Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica che dettava la linea politica dello Stato. Però “si putia rormiri che porti aperte”. Questa frase l'ho sempre odiata da antifascista e democratico, perchè il bisogno di giustizia sociale non può essere un fatto regolato e slegato da logiche democratiche. Perchè, ammesso che sia vera la frase di cui sopra, si “putia rormiri che porti aperte”? Olio di Ricino, bastonate ed ENORME POVERTA' forse hanno contribuito a questo MITO? Cosa c'era da rubare? Forse le case sfarzose e rifornite di ogni ben di Dio dei gerarchi fascisti. Figurarsi se qualche ladro poteva rischiare così la pelle. E poi è veramente umiliante per la dignità umana, ma è un mio pensiero, vivere in un paese in cui vige il sospetto ed il fanatismo ideologico. Tralasciando il rispetto dell'altrui opinione, cosa che il fascismo se eri liberale, comunista, socialista o democratico cattolico non esercitava. Per quel che riguarda “le strutture comunitarie” non capisco a cosa si alluda: se ci si riferice alle opere pubbliche (Mussulini facia i strati, i ponti e i casi ro Fasciu) bisogna contestualizzare il periodo. La crisi del 1929 in America ebbe delle ripercussioni sul mondo di allora (come la crisi dei subprime del 2008 che hanno gettato il “nostro” mondo nella crisi che stiamo vivendo). Il Presidente Roosvelt lancio il “big Deal” ovvero un piano di forti interventi dello Stato in economia seguendo le tesi di Keynes riguardo il “deficit spending” ossia la spesa pubblica in debito. Il che significò che OVUNQUE per stimolare la Domanda Economica, lo Stato impiegò disoccupati (dando quindi loro degli stipendi e potere d'acquisto che era nullo o quasi, stimolando la crescita economica) per opere pubbliche. OVUNQUE, non solo in Italia. Semplicemente era il modo di uscire dalla crisi. Mussolini non intuì un bel niente. Riguardo al prestigio internazionale dell'Italia durante il Ventennio, da laureato in Studi Politici Internazionali e Comunitari, mi permetto di evidenziare che il nostro paese incappò nelle sanzioni della Società delle Nazioni a causa della guerra VERGOGNOSA che il nostro paese combattè in Etiopia. Quella sporca guerra, cancellò la pace e la democrazia in un paese retto da un uomo illustre e saggio al tal punto di essere considerato Dio per il culto Rastafari e santo per la chiesa coopta cattolica Etiope: Sua Maestà Haile Selassie. Inoltre Il Negus (pensi a qualche canzoncina del Ventennio) era ben introdotto diplomaticamente presso le potenze democratiche e la nostra invasione fu vista dal mondo con tutt'altro che rispetto. Poi c'era tutta l'intellighenzia democratica che era in Esilio: giganti del pensiero liberale e democratico come i Fratelli Rosselli, Turati, Taviani e tanti ancora che tenevano alta all'estero la bandiera dell'Italia. Questa fu una cosa tremenda per il regime, difatti sicari fascisti uccisero i Fratelli Rosselli in Francia.Vogliamo parlare delle leggi razziali contro gli ebrei italiani, da bravi lacchè nazisti quali siamo stati? Lo sappiamo che a sterminare il popolo ebraico,gli omosessuali, i rom siamo stati anche noi Italiani grazie ad un imbecille come Mussolini? Onta su Onta insomma, quale rispetto per una nazione caduta “sotto il barbaro dominio fascista”?

Mi dicono anche che Mussolini l'unica cosa errata che fece fu quella di scendere in guerra con l'alleato sbagliato che poi ha fatto pentire tutti di quella scelta.
A parte che di cose errate, come si può vedere da questa lettera, il Duce ne fece. Ma le sembra poco mandare milioni di Italiani male armati in una guerra sanguinosa per essere la protesi di Adolf Hitler? Le sembra poco illudere una nazione circa una guerra che avrebbe portato devastazione e lutti a tutto un paese? Lei pensa che nessuno sapesse come andava a finire? E questo perchè? Per l'Albania? No, perchè Mussolini era un pazzo e delirante DITTATORE, che ha impoverito il suo popolo.

Mi dicono pure che certi Italiani tradirono quella scelta versando sangue di altri fratelli italiani sia nel territorio Italiano che in Spagna ed in altri luoghi. Italiani contro Italiani.
Questa frase è delirante. Non so se argomentare o a questo punto prendere in giro l'autore con “Eia Eia, alalà!”. Nel 1936 in Spagna vi erano due mondi. Quello democraticamente eletto e ancorato a valori repubblicani e liberali che aveva ottenuto il voto degli Spagnoli e quel mondo che voleva copiare il precedente italiano e tedesco. La democrazia contro la dittatura. Ed allora “Giustizia e Libertà” , il movimento fondato dai Fratelli Rosselli seguendo gli ideali di Gobetti (morto a 25 anni per l'Italia) chiamò a raccolta i democratici di tutta Europa per difendere la democrazia e la Repubblica Spagnola. L'alternativa era il Franchismo. Cosa che di fatto segnò la Spagna per oltre 40 anni. Se lo faccia spiegare da uno spagnolo che fu il Franchismo. Se vuole mi offro come traduttore. Perciò a questo punto che fecero quelle brave persone di Hitler e Mussolini? Mandarono uomini ed eserciti per stroncare la democrazia in Spagna. Di chi fu la vergogna di porre Italiani contro Italiani? Ed in Italia di preciso abbiamo idea di cosa successe dopo l'Armistizio di Cassibile? Dopo una guerra a cui eravamo ampiamente impreparati, dopo l'invasione tedesca, dopo gli anni dell'autarchia e dello stato di violenza politica in cui la Terra della Cultura e dell'Ingegno era sprofondata, lei non avrebbe imbracciato il fucile contro chi ha vilipeso la Nazione in questa maniera? Purtroppo le devo dire che il sangue degli italiani fu versato anche a causa di una guerra civile. Il che non è una passeggiata. Ma chi voleva essere libero, non aveva scelta. Pertini era un grande patriota e fu il Presidente della Repubblica più amato dagli Italiani. Subì 14 anni di privazione della libertà e poteva essere condannato a morte dai TEDESCHI per rappresaglia a Regina Coeli in qualsiasi momento. Logico che occorreva prendere le armi per liberarsi dal soverchiante dominio straniero con cui Mussolini TRADI' la Nazione intera. Dimenticavo inoltre di esporre che il sangue degli Italiani fu versato a Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema e alle fosse Ardeatine grazie ai Tedeschi e a quelle brave persone dei FASCISTI REPUBBLICHINI. C'era chi aveva creato un qualcosa che andava oltre la sopportazione. Sia per ciò che riguarda il coinvolgimento in una guerra che mai avremmo potuto sostenere, sia per il livello di violenza e di antidemocraticità che il Fascismo aveva imposta alla patria di Dante.

Questa non è una bella pagina di storia. A questo punto se c'è ancora qualcuno dopo 72 anni che annovera questa festività soltanto ad una parte degli Italiani, Allora è meglio cancellarla questa festa che è diventata soltanto occasione per arrostire carne e carciofi e di scampagnata fuori porta.
Non fu una bella pagina di storia, assolutamente. Ma per motivi diversi da quelli qui argomentati. La Guerra causò molti lutti e infinite sofferenze. Ma ci fu lo scatto di orgoglio di un paese che non ne poteva più di essere umiliato e schiavizzato dall'idiozia di un singolo. Ci furono molti giovani che lo capirono e che morirono per la mia, la SUA e la NOSTRA libertà. Quella libertà incastonata nella nostra Costituzione che dovrebbero leggerci nella culla al posto di Biancaneve. Quella costituzione che unì la nazione e i suoi litigiosi partiti: Democristiani, Liberali, Socialisti, Comunisti, Azionisti la scrissero fondando le basi dello Stato sulla Resistenza e l'Antifascismo come architrave delle libertà individuali e collettive.

Chi oggi cerca di minimizzare ciò che accaduto 67 anni fa, è erede di quella tradizione che tanta vergogna ha portato nella nostra storia. Possiamo discutere delle pagine oscure della Resistenza e dellle sue derive postbelliche. Ma il nostro mito fondante DEVE RIMANERE la RESISTENZA. Perchè da allora tutti possono influire nel corso delle cose (so che in questo periodo storico questa sembra un'utopia, ma – diamine!- io ci credo) possiamo votare, possiamo liberamente associarci, possiamo esprimere liberamente la nostra opinione, possiamo controllare chi ci governa, abbiamo diritto ad un processo democratico e ci è permesso di difenderci presso tribunali democratici godendo di tutte le garanzie democratiche che ineriscono ad uno Stato avanzato.

Chi oggi minimizza la portata di questa GLORIOSA PAGINA DELLA STORIA ITALIANA o è poco informato o è in malafede. L'attacco che buona parte della Destra italiana ha portato alla memoria di questo paese è stato DESOLANTE. Se si trova in giro gente che ha nostalgia del Fascimo è dovuto all'entrata nell'arco costituzionale di quella Destra che era trattata come la peste della democrazia da parte dei partiti fedeli alla Resistenza. Il massimo esponente di questo attacco è Silvio Berlusconi che ha incarnato la versione aggiornata di Mussolini. Quella soft, quella commercialmente più dissuasiva e esteticamente accettabile nei suoi doppiopetto e nella sua parlantina da venditori di aspirapolveri. Quella che ha permesso ai Fascisti di andare al Governo e di demolire il MITO della Repubblica Antifascista con l'ipocrisia del “si putia rormiri che porti aperti”. In questo – ahimè- detto cancro democratico è stato aiutato dalla similsinsitra di oggi. Quella che non aggrega, quella che non va a cercare la gente per coinvolgerla attivamente nelle decisioni pubbliche. Quella che ha fatto intendere che l'antifascismo è roba da comunisti. Le altre forze democratiche parimenti sono state a guardare. Non hanno rivendicato il loro apporto in quella lotta per la nostra Nazione. Il 25 Aprile deve ritornare ad essere una festa di tutti, una festa in cui dobbiamo ricordare in primo luogo il fatto di essere ITALIANI E DEMOCRATICI. Questo conta: non contano simboletti di partito che equivalgono al muro che ti impedisce di guardare l'oceano.

Allora grazie Nenni, Dossetti, De Gasperi, Togliatti, Taviani, De Nicola, Einaudi, Lussu, Parri, Pertini, Saragat, Vassallo, Bauer, Croce, Montanelli, Iotti, Scalfaro e tutti coloro che si batterono per la libertà di cui ora godiamo grazie alla vostra opera di RICONCILIAZIONE e di LIBERTA'. E grazie a chi riposa in pace nei tanti cimiteri di questo paese e di cui non si conosce il nome e che avrebbe voluto guardare il frutto del loro sacrificio. Per tutti voi che non ci siete più mi piacerebbe intonare una verso di una canzone partigiana: “e questo è il fiore del partigiano/ morto per la libertà”.

W il 25 Aprile, W la democrazia, w l'Italia!

Vincenzo Giannone
Cittadino libero, antifascista e democratico.
Pubblicata da: Corrado Modica il 01-05-2012 10:05 in Lettere

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Corrado Modica
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