«Una giustizia a orologeria»

«Una giustizia a orologeria» PACHINO - Il giorno dopo la notizia della richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco Campisi, tecnici, esperti, consiglieri comunali e funzionari, la reazione del primo cittadino è chiara. «La tempistica utilizzata è certamente molto particolare, -ha affermato il sindaco- e lascia pensare. Si tratta di una notizia già era di dominio pubblico per essere stata pubblicata negli stessi termini e negli stessi contenuti qualche mese fa e che oggi viene ribadita alla vigilia della mozione di sfiducia quasi ad indicare ai cittadini che il sindaco e la sua amministrazione sono un mostro a sette teste». Campisi dunque parla neanche tanto velatamente di una giustizia ad orologeria, e di strategie mediatiche per influenzare le sorti politiche.

«Nello stesso giorno in cui si discute la mozione di sfiducia si dà notizia che il caso Pachino è andato a finire davanti al Gup per il rinvio a giudizio, riferendo così una notizia accaduta già ai primi di luglio e quindi oltre due mesi fa, perché dal Gup il Pm e i difensori delle parti ci sono già stati. Non solo, ma i miei legali mi riferiscono che all'udienza è stato chiesto al procuratore di mettere a disposizione tutte le intercettazioni telefoniche e non soltanto parti di esse e ciò per esigenze difensive e, nonostante l'ordine del giudice, ciò ad oggi non è ancora stato fatto per cui l'udienza di fine settembre si concluderà verosimilmente con un nulla di fatto. E poi, -ha continuato il sindaco- perché dare la notizia esattamente oggi e non un giorno prima o un giorno dopo?». Secondo il primo cittadino inoltre le intercettazioni telefoniche effettuate, se prese in considerazione integralmente conterrebbero elementi interessanti che potrebbero far cadere le accuse o comunque dare una chiave di lettura differente.
Reazioni anche dal consigliere Corrado Nastasi chiamato in causa dalla Procura insieme alla sorella oggi assessore ai servizi sociali poiché, secondo la tesi accusatoria, il Nastasi non avrebbe votato la sfiducia in consiglio comunale ottenendo come contropartita la nomina della sorella ad assessore municipale. «Se queste accuse dovessero cadere anche dopo la celebrazione del processo, -ha affermato il consigliere- chi ci risarcirà del discredito subito di fronte all'opinione pubblica?».

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 19-09-2008 - Categoria: Politica

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